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Government bond, un campanello d’allarme?

14/03/2017

I titoli di stato hanno perso leggermente terreno in una fase in cui i corporate bond e gli high yield bond sono riusciti a garantire una maggiore stabilità delle quotazioni. I bond sembrano minimizzare i rischi derivanti da un’accelerazione dei prezzi.

A prima vista, un Treasury bond decennale accompagnato da un rendimento del 2,4% potrebbe sembrare appetibile (e sicuramente lo è rispetto ai titoli di stato di pari scadenza emessi dai paesi che fanno parte dell’eurozona. La verità e che nessuno di questi titoli ha molto senso in una situazione come quella che stiamo vivendo. La domanda da porsi è: che senso ha acquistare un Treasury bond decennale con rendimento annuo al 2,4% se il tasso d’inflazione Usa ha raggiunto a gennaio il 2,5%? Che senso ha acquistare un Bund decennale se il tasso d’inflazione in Germania ha fatto registrare l’1,9% a gennaio? Nessun senso.

Gli attuali livelli d’inflazione non poggiano su basi solide e sembrano legati, almeno in parte, a fattori congiunturali. La conferma di quest’affermazione arriva dal dato che fotografa l’inflazione sottostante (quella che esclude i prezzi dell’energia e degli alimenti freschi) che, come confermato dal governatore della Bce durante l’ultima conferenza stampa, che viaggia introno allo 0,9%. Nonostante ciò, il mercato sta puntando con decisione a una normalizzazione dei livelli d’inflazione e crescita. Borse e materie prime stanno scontando questo tipo di scenario. Al contrario, molti segmenti obbligazionari sembrano ignorare il rischio derivante da un incremento dei prezzi e della crescita del Pil nel prossimo decennio.

In passato, prima che le banche centrali inondassero di liquidità i mercati e contribuissero a una storica distorsione delle valutazioni, si ipotizzava che gli investitori orientati ai bond adottassero un approccio ‘saggio’ rispetto a quelli maggiormente orientati al rischio. Per tale ragione, quando c’era il sentore di un decoupling, la diffidenza prendeva il sopravvento. Attualmente non solo l’ottimismo sembra prevalere su ogni cosa, ma è possibile individuare segmenti obbligazionari –quello high yield- che raccolgono flussi d’investimento tali da spingere il rally delle emissioni con rating CCC (quelle che presentano le più alte probabilità di default). Appare paradigmatico che tutto il mercato segua una direzione e gli acquirenti di titoli di stato vadano in direzione opposta.

Com’è possibile che accada questo? Qualche settimana fa, il Financial Times ha provato a dare una spiegazione, ipotizzando che il mondo sta entrando in una fase diversa da quella vista nei primi mesi seguiti alla vittoria di Trump. Nella prima fase, tutto il mondo puntava sulla reflazione (azioni, materie prime e bond). Nella seconda fase, le azioni vanno nella medesima direzione seguita negli ultimi mesi e i bond tentennano.  A partire da ora bisognerà attendere il materializzarsi dei vero stimoli (non annunci) di Trump, che potrebbero rivelarsi positivi o, al contrario, molto negativi per le Borse. Allo stesso tempo, sarà necessario verificare quanto sarà intensa e duratura l’azione normalizzatrice della Federal Reserve.

Ma esistono strumenti che offrano, come fanno i bond, la possibilità di incassare cedole e una protezione contro le cadute dei listini azionari?  La storia dimostra che un titolo di stato è davvero ‘sovrano’ nel ricoprire questa funzione. E’ dunque possibile che esistano investitori disposti a sacrificare parte del rendimento in cambio di quest’assicurazione anticrisi? In questo momento la maggior parte degli esperti consiglia –a ragion veduta- di inserire inflation linked bond e obbligazioni a tasso variabile in portafoglio. Tuttavia, molti investitori continuano a detenere grandi quantità di titoli di debito a tasso fisso non indicizzati all’inflazione.

E’ probabile che i sottoscrittori di bond a tasso fisso non abbiano dimenticato la logica economica e che si siano resi conto che, se tutto va bene, altre asset class offriranno guadagni potenzialmente elevati, ma se tutto dovesse andare male saranno poche le asset class a essere tanto interessanti e protettive come i bond. E questo ha un prezzo. Il prezzo di continuare a possederli pur sapendo che si sta perdendo denaro.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

titoli di stato corporate bond inflazione crescita
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