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Italia: Pil 2024 corretto al rialzo

La dinamicità dell'edilizia, alimentata dal PNRR e dal Superbonus, ha giocato un ruolo significativo nella crescita. Gli investimenti pubblici sono aumentati, trainati dagli incentivi e dalle spese dirette, con il costo del Superbonus quasi raddoppiato dal 2022. Industria ancora stagnante.

30/04/2024
La bandiera dell'Italia
Analisi di Prometeia sul quadro economico italiano

L’economia italiana nel 2023 è andata meglio delle attese al punto che l’effetto trascinamento generato ha spinto molti esperti a rivedere al rialzo la sua performance di quest’anno. La crescita più elevata è stata tuttavia accompagnata da un deficit pubblico più elevato, soprattutto a causa dei costi superiori al previsto legati agli incentivi per il rinnovo del bonus edilizio. La correzione al rialzo delle cifre definitive dello scorso anno (l’Istat ha corretto in positivo anche il Pil del 2022), riflette l’evoluzione significativa di alcune variabili, soprattutto degli investimenti nell’edilizia, suggerendo una crescita economica più elevata rispetto a quanto previsto in precedenza.

+1% la crescita prevista quest’anno

Nel dettaglio, riporta Prometeia, la crescita del Pil reale del 2022 è stata rivista dal 3,9% al 4,1%, e quella del 2023 è stata corretta dallo 0,7% (stima preliminare nel Brief di febbraio) all'1%. A causa della crescita del deflatore più elevata, la revisione del Pil nominale risulta ancora più ampia: dal 6,8% al 7,7% nel 2022 e dal 5% al 6,2% nel 2023. La performance del quarto trimestre si è confermata in linea con quella del terzo trimestre (+0,2%), con un contributo positivo della domanda esterna netta, trainata dalla stagnazione dell’import rispetto a un costante recupero dell’export, e un contributo negativo della domanda interna, guidata da una diminuzione del consumo delle famiglie.

La prudenza delle famiglie

Infatti, come segnalano gli stessi esperti, il consumo delle famiglie si è contratto (-1,4% trimestrale), di riflesso alla diminuzione dei servizi e a ulteriori piccole riduzioni dei beni non durevoli, mentre è proseguito il ciclo espansivo dei beni durevoli. Nel frattempo, la caduta della spesa è stata condizionata sia dalla diminuzione del potere d'acquisto (-0,5%) e sia dall'aumento del risparmio, che nell’ultimo quarto del 2023 è salito al 7% (ma è ancora al suo valore storico più basso, pari a una media annua del 6,3% rispetto all'8% pre-pandemia). L’aumento degli investimenti si è rafforzato (2,4%), soprattutto nei settori della costruzione e in quello delle macchine e attrezzature.

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Dietro alla spinta il PNRR e il Superbonus

La maggiore dinamicità riscontrata sin dalla seconda metà del 2022 è stata favorita soprattutto da un aumento superiore al previsto nell’edilizia residenziale (in particolare le ricadute del PNRR e del Superbonus 110%). I dati dei conti pubblici del 2023 mostrano infatti un aumento significativo dell’apporto pubblico alla crescita degli investimenti, con contributi da incentivi e spese dirette. In particolare, nel 2023 il costo del Superbonus è quasi raddoppiato rispetto al 2022 (pari a un costo cumulativo totale di 160,3 miliardi di euro al 4 aprile, secondo l'Agenzia delle Entrate) e gli investimenti pubblici sono saliti dell'11,8% (superando le stime iniziali di circa 8 miliardi di euro).

Nel 2024 crescerà l’apporto del PNRR

Per quanto riguarda le più recenti informazioni sul PNRR, la sua attuazione è in linea con i tempi e sta quindi recuperando i ritardi precedenti. La spesa totale del PNRR nel 2023 è stata di circa 21 miliardi, rappresentando un totale di 45,7 miliardi di euro su un piano previsto di 46,6 miliardi di euro. Questo sostegno aumenterà nel 2024 e continuerà a sostenere la crescita man mano che i bonus per la costruzione saranno gradualmente ritirati. Si prevede che la crescita del PIL continuerà nel 2024, ma a un ritmo leggermente più lento. Gli indicatori qualitativi recenti suggeriscono una fase di ripresa molto lieve, e l'indicatore WEIP di Prometeia indica una stabilizzazione.

Produzione industriale ancora stagnante

In particolare, gli stessi esperti stimano che la crescita del Pil si attesterà nel primo trimestre a +0,1% congiunturale. In un contesto che vede una produzione edilizia più forte del previsto, la produzione industriale è invece indicata per febbraio stagnante (+0,1% mensile) dopo il calo di gennaio, e non ha ancora invertito la tendenza negativa in atto dal 2022. Su base annua, in Prometeia stimano che il Pil aumenterà dello 0,7%, limitato dal calo degli investimenti privati nell’edilizia, mentre i bonus nel settore costruzioni sono scaduti e sostituiti, solo in parte, dai pagamenti più veloci del PNRR. La crescita dei consumi sarà inoltre modesta e inferiore alla crescita del potere d'acquisto.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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