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Bce: l'inflazione è ancora alta e i tassi restano restrittivi

Poco spazio per un taglio dei tassi nell’Eurozona. Lo ha chiarito la Bce nel bollettino, dove scrive che la politica rimarrà sufficientemente restrittiva per un ritorno dell’inflazione al target del 2 per cento. Intanto spicca la tenuta dell’economia, i redditi delle famiglie e l’occupazione.

25/05/2023
vista aerea di Francoforte dominata dal quartier generale della Bce
Bollettino economico della Bce di maggio

La Bce lascia poco spazio alla possibilità che la sua politica possa cambiare presto. Pur riconoscendo che l’effetto dei recenti rialzi si sta trasferendo nell’economia, sottolinea nel Bollettino mensile che le sue decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione al target del 2%. Inoltre, aggiunge, tali livelli saranno mantenuti finché necessario. Le decisioni, comunque, dipenderanno dalla valutazione dell’Istituto circa le prospettive di inflazione alla luce di dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Per prevenire eventuali ritorni, la Bce suggerisce ai Governi, con l’attenuarsi della crisi energetica, di ritirare le relative misure di sostegno tempestivamente e in maniera concordata per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflative di medio termine.

Tensioni legate alle recenti fiammate dei beni energetici

Anche in questo caso la realtà sembra rafforzare la posizione da falco dell’Eurotower: le prospettive di inflazione, scrive nel report, continuano a essere troppo elevate da troppo tempo. Nell’Eurozona l’inflazione in aprile è risalita al 7% dal 6,9% di marzo. Benché si rilevi una diminuzione delle tensioni tra i beni energetici, l’inflazione dei beni alimentari resta elevata, al 13,6%, pur in calo da marzo (15,5%). L’inflazione continua dunque a essere alimentata dalla graduale trasmissione dei passati rincari dei beni energetici e dalle strozzature dell’offerta. Per i servizi, in particolare, secondo la Bce continua a essere spinta al rialzo anche dalla domanda repressa seguita alla riapertura delle attività economiche e dall’incremento delle retribuzioni. I dati fino a marzo, inoltre, suggeriscono che gli indicatori dell’inflazione di fondo rimangono elevati.

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Manifatturiero in rallentamento, servizi in controtendenza

Notizie confortanti anche dal fronte della congiuntura. L’economia dell’Eurozona, secondo la stima rapida preliminare dell’Eurostat, è cresciuta nel primo trimestre di quest’anno dello 0,1% grazie al ribasso dei prezzi dell’energia, all’allentamento delle strozzature dal lato dell’offerta e alle misure di bilancio a favore di famiglie e imprese. Per contro, è probabile che la domanda interna privata, soprattutto i consumi, sia rimasta debole. La fiducia di imprese e consumatori è comunque migliorata costantemente negli ultimi mesi, pur restando più bassa rispetto ai livelli registrati prima dell’ingiustificata guerra mossa dalla Russia all’Ucraina. Il contributo dei vari settori economici non è uniforme. Il comparto manifatturiero sta smaltendo gli ordini arretrati, ma le sue prospettive indicano un peggioramento. I servizi stanno invece registrando una crescita più forte.

Bene i redditi delle famiglie e l’occupazione

Quadro positivo anche per i redditi delle famiglie, che stanno beneficiando del vigore del mercato del lavoro, testimoniato dal fatto che in marzo il tasso di disoccupazione è sceso a un nuovo minimo storico, al 6,5%. Dati che sono legati a doppio fino all’andamento dell’inflazione. Le pressioni salariali, secondo la Bce, si sono infatti intensificate ulteriormente giacché i lavoratori dipendenti, a fronte di un mercato del lavoro solido, hanno in parte recuperato il potere di acquisto perduto a seguito dell’inflazione elevata. Per quanto riguarda il settore bancario dell’Eurozona, questo ha mostrato capacità di tenuta a fronte delle tensioni nei mercati emerse prima della riunione di marzo. Gli incrementi dei tassi stabiliti dal Consiglio direttivo si stanno trasmettendo in modo marcato ai tassi privi di rischio e alle condizioni di finanziamento di imprese, famiglie e banche.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bce inflazione tassi
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