SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Caccia ai veicoli migliori per evitare le correzioni

26/07/2018

Il fondatore di una nota casa d’investimento nordamericana ha affermato che il calo sperimentato dai listini qualche mese fa conferma i dubbi sulla potenziale creazione di una bolla imputabile alla crescita sostenuta dell’asset under management dei veicoli a gestione passiva

L’argomentazione è la seguente: se si acquistano indiscriminatamente le azioni che fanno parte degli indici, si finirà col pagare un prezzo eccessivo per i titoli che rivestono maggior peso alo loro interno. Alla fine, questo eccesso di acquisti creerà una bolla sui titoli più ‘pesanti’ che offrirà interessanti opportunità d’investimento per la gestione attiva, in particolare per i gestori focalizzati su strategie di tipo value.

L’autore dell’analisi, forte di quasi mezzo secolo di esperienza, sostiene che, in uno scenario di vendite massicce, i gestori value attivi dovrebbero riuscire a evitare parzialmente le cadute e a sfruttare al meglio le opportunità che ne derivano, mediante l’individuazione di nuovi spunti d’investimento. Secondo gli esperti che abbracciano questa view, la storia dei crolli e delle correzioni dei listini insegna che è nei periodi caratterizzati da vendite massicce che si generano le migliori opportunità d’investimento per i gestori professionali, quelle che nel lungo termine consentono di fare meglio degli indici di riferimento (benchmark).


Quello che non è confermato dai dati storici è che i gestori attivi, in particolare quelli value, facciano sempre meglio dei veicoli a gestione passiva nei periodi in cui il mercato cade. In altre parole, che questo tipo di gestione sia in grado di mitigare le perdite in generale.

Un buon metodo per rendersi conto di ciò risiede nell’analisi delle perfomance realizzate da grandi gestori value e da gestori attivi di successo in generale. Cominciamo dal gestore value per eccellenza: Warren Buffett. Nella sua ultima lettera agli investitori, datata 2016, si possono verificare i seguenti dati: tra il 1965 e il 2016 la gestione di Buffett ha consentito alla sua Berkshire Hathaway di ottenere una performance più che doppia rispetto al mercato statunitense.

Tuttavia, se si osserva il comportamento del suo veicolo d’investimento durante le principali crisi avvenute nel lungo periodo preso in considerazione, si nota che nel 1974, nel mezzo della crisi petrolifera, la quotazione di Berkshire cadde del 50% a fronte di un calo del 26% del mercato azionario locale. L’anno successivo il mercato Usa salì del 37% e Berkshire soltanto del 2%. Solo nel 1976 Buffett riesce a ottenere un risultato straordinario (+129% rispetto al +23% del mercato).

Buffett accusa perdite vicine o superiori al 20% in anni in cui il mercato presenta lievi perdite e annate in cui centra performance del 30% quando il mercato scende. La bolla che Buffett è riuscito a scansare in pieno è stata quella sui titoli tecnologici del 2000-2002, tuttavia, poco prima dello scoppio, nel 1999, l’oracolo di Omaha perse il 20% in un anno in cui il mercato azionario Usa –trascinato proprio dai titoli tecnologici- si rivaluto in media di oltre il 20%.

Nel caso di Buffett è possibile concludere affermando che il gestore è stato in grado –nel lungo termine- di offrire performance molto più elevate rispetto agli indici, ma che non ci siano evidenze reali di essere riuscito a mitigare le perdite durante le correzioni.

Osservando velocemente i dati aggregati relativi alle performance ottenute dalla gestione attiva, si nota che i veicoli guidati da questa strategia non hanno per nulla garantito di evitare i crolli dei listini. In quanto alle performance ottenute nell’ultimo decennio, i fondi growth hanno battuto quelli value. Nel decennio precedente le cose sono andate diversamente. Non esiste una strategia d’investimento che consenta di evitare le crisi ed entrare ai prezzi più bassi, quel che contra è la diversificazione del portafoglio (value e growth, gestione attiva e passiva, possono tranquillamente coesistere all’interno di un portafoglio ben diversificato) e l’orizzonte temporale.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

fondi trategie value growth
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati