SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Energia nucleare: è tempo di ripensarci?

L’impennata dei prezzi del petrolio e del gas e l’urgenza dei Paesi di arrivare all’indipendenza energetica alimentano il dibattito circa il possibile ruolo del nucleare. Una fonte che, secondo l'analisi condotta, oggi è diventata più sicura e l’unica in grado di abbattere le emissioni inquinanti.

27/07/2022
skyline notturno di una centrale nucleare
Analisi sull'energia nucleare

L’accelerazione dei costi del gas e del petrolio, le crescenti preoccupazioni per l’indipendenza energetica e quelle relative al clima hanno alimentato in questi ultimi mesi il dibattito circa il possibile ruolo del nucleare. Una fonte, questa, che non ha eguali in termini di generazione di energia pulita e affidabile, in quanto non produce emissioni dirette di carbonio o di gas serra. Inoltre, ricordano Eric Fuller e Cindy Paladines (rispettivamente senior vice president emerging markets equities e senior vice president ESG) di TCW, la produzione di energia nucleare è più affidabile e prevedibile rispetto alle altre fonti rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idroelettrico, che dipendono da condizioni meteo costanti o da cicli stagionali. Oggi, infine, il settore ha guadagnato ulteriormente in sicurezza grazie alla tecnologia.

Principale contribuito alla riduzione delle emissioni

Non sorprende che il nucleare detenga il più alto fattore di capacità (92%) rispetto ad altre fonti come gas (57%), eolico (35%) e solare (25%). Senza contare che il nucleare è stato un potente motore di cambiamento nella riduzione delle emissioni di gas serra a livello nazionale. Da uno studio del Breakthrough Institute, che ha esaminato i percorsi di decarbonizzazione dei Paesi che hanno registrato i più rapidi cali dell'intensità di carbonio nell’arco di un decennio, quattro dei cinque Paesi che hanno registrato le diminuzioni più rapide hanno raggiunto questi obiettivi utilizzando un mix di reattori nucleari ed energia idroelettrica su larga scala. Oggi, lo sviluppo di piccoli reattori modulari (SMR), considerati più sicuri, può quindi ulteriormente accelerare la diffusione dell'energia nucleare.

Il futuro è negli SMR, piccoli reattori modulari

Da un punto di vista progettuale gli SMR mostrano miglioramenti rispetto ai reattori tradizionali in termini di sicurezza e scalabilità. Il principale miglioramento della sicurezza è la funzione di raffreddamento automatico, che ricircola l'acqua per raffreddare il reattore, mentre i reattori tradizionali richiedono l'intervento umano. Le dimensioni ridotte e la scalabilità offrono diversi vantaggi, come l’uso in più aree geografiche e per una gamma più ampia di esigenze energetiche. Inoltre, gli SMR avranno probabilmente un design standard, il che contribuirà a migliorarne l’efficienza e l’affidabilità. Tuttavia, la nuova tecnologia è associata ad alcuni potenziali svantaggi, come possibili maggiori difficoltà nella gestione delle scorie (visto che richiedono livelli di arricchimento del combustibile più elevati).

Oltre l’80% dei nuovi impianti sono nei Paesi emergenti

Tra i primi dieci Paesi per capacità nucleare in costruzione, gli emergenti rappresentano oltre l'80%. Per esempio, la Corea del Sud ha intenzione di portare il nucleare al 30-35% della sua produzione totale di energia, mentre la Cina ha in programma di costruire 150 reattori nei prossimi 15 anni, pari a un numero superiore ai reattori costruiti nel mondo negli ultimi 35 anni. In Giappone i recenti allarmi di blackout hanno riacceso il sostegno pubblico per il nucleare, portando Tokyo ad annunciare un rilancio del programma nucleare. A oggi, il nucleare rappresenta solo il 10% della fornitura globale di elettricità. Entro il 2040, l’AIE (Agenzia Internazionale per l’Energia) prevede che la capacità nucleare raggiungerà solo 582GW, ben al di sotto dei 730GW necessari entro il 2050 per lo scenario Net Zero.

La diffidenza è eccessiva

Nonostante la nuova corrente pro-nucleare c’è diffidenza. Il maggiore ostacolo risiede nell’elevato costo del capitale: col miglioramento delle tecnologie rinnovabili e dello stoccaggio delle batterie, il costo relativo dell’energia nucleare aumenta. Un altro fattore frenante è la paura dell’opinione pubblica sulla sicurezza. Tuttavia, secondo Fuller e Paladines, i dati dicono che i timori sulla sicurezza del nucleare sono esagerati: se confrontato con i tassi di mortalità associati ad altre fonti energetiche, il record di sicurezza del nucleare è pari a quello delle fonti rinnovabili. Anche il trattamento delle scorie nucleari rimane un problema. Ma, al riguardo, l’Associazione Nucleare Mondiale assicura che oltre il 90% dei sottoprodotti nucleari sono a basso livello e solo l’1% è radioattivo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

nucleare energia tcw
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati