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Fmi: tassare i più ricchi nel mondo post Covid

Per sostenere famiglie, imprese e l’economia in generale è necessaria la riforma della tassazione, a livello globale, maggiorandola nei confronti delle persone più ricche. Lo sostiene l’Fmi, che auspica un aumento della spesa pubblica dei Paesi a favore di scuola, sanità e infrastrutture. 

13/04/2021
Soldi in carta moneta e conio
Il divario tra ricchi e poveri si è allargato con la pandemia

Dalla pandemia da coronavirus non è solo scaturita la crisi economica globale, ma c’è stato anche un profondo impatto sugli equilibri sociali. Il divario tra ricchi e poveri si è infatti allargato ulteriormente a causa del peggioramento della disparità di reddito delle famiglie: trend in atto da tre decenni, in particolare nelle economie più avanzate e tra i Grandi Paesi emergenti. È quanto emerge del Fiscal Monitor pubblicato dal Fondo monetario internazionale, secondo cui nel mondo – solo nel 2020 – ben 95 milioni di persone sono entrate in condizioni di povertà estrema. Per questo motivo e per evitare che l’accresciuta diseguaglianza porti a imprevedibili conseguenze dal punto di vista sociale, l’Fmi auspica di tassare i più ricchi, tramite la riforma del sistema fiscale, per stimolare la ripresa economica.

Aumentare la spesa pubblica in sanità, scuola e infrastrutture

Nel mondo che nascerà dopo il Covid servono riforme fiscali e un aumento della spesa pubblica in istruzione, infrastrutture e sanità per affrontare le disuguaglianze e dare una possibilità a tutti di recuperare lo svantaggio sociale. Gli Stati, secondo il Fondo, puntino su politiche pre-distributive e redistributive. In particolare, con le pre-distributive riducono la disuguaglianza reddituale e promuovono una crescita inclusiva grazie all'aumento delle opportunità e del capitale umano prima che gli individui entrino nel mercato del lavoro e sostenendo la partecipazione nel mercato del lavoro. Le politiche redistributive, invece, possono ridurre la povertà, la disuguaglianza reddituale e migliorare l'accesso ai servizi di base nel breve periodo redistribuendo il reddito a favore delle famiglie a basso reddito. 

La pandemia ha allargato il divario tra ricchi e poveri

Queste politiche possono inoltre aiutare la crescita nel lungo periodo. Per la pre-distribuzione, la spesa pubblica in sanità, istruzione e infrastrutture può migliorare l'accesso ai servizi di base e all'accumulazione di capitale umano. La spesa pubblica può, in parte, compensare la differenza negli investimenti privati per i bambini tra genitori ricchi e poveri. Ridurre la disuguaglianza reddituale attraverso un miglior accesso all'istruzione può anche diminuire la necessità di una redistribuzione fiscale. Passando alla redistribuzione, il rafforzamento della capacità fiscale nel mondo post-pandemico sarà cruciale per le economie avanzate e in via di sviluppo per affrontare i bisogni di maggiori spese. I Governi, secondo l’Fmi, sono chiamati a colmare il divario tra i più ricchi e i più poveri, oggi allargatosi a causa del Covid.

Aumentare le entrate agendo sui redditi, proprietà e consumi

Secondo l’Fmi, riformare le politiche fiscali potrebbe determinare entrate addizionali nel modo meno distorsivo possibile. I Paesi hanno diverse opzioni per aumentare il gettito: dai redditi, dalle proprietà, dai consumi. La cooperazione internazionale e un’intesa su una tassazione minima efficace sulle imprese può aiutare a limitare la competizione fiscale e permettere ai Paesi di mantenere aliquote più alte. Intanto l’Fmi ha anticipato di avere in programma di rivedere al rialzo la stima per la crescita globale (+5,5%) del 2021 e le previsioni del 2022. L'economia mondiale è infatti su un percorso migliore anche le opportunità stanno divergendo rapidamente tra le varie realtà. L'accelerazione nella crescita di quest'anno, ha aggiunto, riflette l'ultimo piano fiscale Usa e la campagna di vaccinazione nelle economie avanzate.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

fmi tassa su ricchezza riforma fiscale
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