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Oro: la corsa continua

20/05/2020

Oro a passo di carica, più forte delle tensioni vissute negli ultimi mesi dai mercati finanziari e indifferente alle incertezze prospettate per l’economia globale. Anzi, proprio per questo sempre più investitori gli riconoscono il suo tradizionale ruolo di porto sicuro. “Sebbene gran parte degli asset rischiosi abbiano sofferto a causa del coronavirus, l’oro continua a brillare”, sostiene Sean Markowicz, CFA, strategist e research and analytics di Schroders, osservando che ai primi di maggio il metallo giallo mostrava un apprezzamento da inizio gennaio di tutto rispetto, dell’11,3%, sovraperformando rispetto a tutte le altre principali asset class globali.

Metallo raro, facilmente convertito in liquidità

D’altronde, il crollo del mercato azionario - combinato con rendimenti reali in calo - ha innescato un rimbalzo per il bene rifugio per eccellenza, portandolo ai massimi livelli degli ultimi otto anni (2012). Secondo l’esperto sono soprattutto due i motivi per cui gli investitori stanno andando sull’oro. In primis “per il suo ruolo di bene rifugio: essendo un metallo raro può essere facilmente convertito in liquidità, non ha rischi di controparte e la possibilità di crescita della sua offerta è limitata".

Una difesa contro i rendimenti bassi

In secondo luogo beneficia di uno scenario con rendimenti reali negativi. “L’oro – ha spiegato ancora Markowicz - non genera reddito, a differenza di altri investimenti ‘safe-haven’ come le obbligazioni, quindi investire in oro ha il ‘costo’ di rinunciare all’income che si potrebbe ottenere altrove. Quando tuttavia i rendimenti reali si avvicinano allo zero o sono negativi (perché le aspettative di inflazione salgono o perché i rendimenti nominali scendono), questo costo-opportunità si riduce ed è ciò che è successo recentemente”.

L’inflazione è un fattore rialzista

Con le banche centrali che iniettano stimoli monetari illimitati nell’economia, i rendimenti reali resteranno probabilmente attorno allo zero o in territorio negativo a lungo anche dopo la fine della crisi, con le autorità che cercheranno di rimediare ai danni strutturali dell’economia. Questo contesto dovrebbe essere di supporto per la domanda di oro. Allo stesso tempo, ha osservato, “c’è anche il rischio che l’inflazione impenni quando i lockdown verranno meno e la ripresa comincerà: la crescita senza precedenti della spesa fiscale e gli stimoli monetari aumentano la possibilità che l’inflazione superi i livelli target”. In passato, infatti, il prezzo dell’oro è cresciuto molto quando l’indice dei prezzi al consumo ha accelerato verso la soglia del 2%.

La gioielleria ha meno voce in capitolo

L’attenzione per l’oro non riguarda solo l’aspetto monetario: il metallo si ‘consuma’ anche come bene voluttuario per quanto riguarda la gioielleria e, in misura minore, commodity industriale (tecnologia). Secondo il World Gold Council, queste due fonti nel 2019 hanno pesato per il 53% della domanda totale di oro. “Entrambe – avverte l’analista - sono correlate con il ciclo economico, quindi c’è la possibilità che la domanda in questi due segmenti collasserà a causa della diminuzione della ricchezza della popolazione sul lungo termine”. Stiamo già assistendo a un calo di questo tipo, almeno nel breve periodo, dato che i due principali mercati per la gioielleria, Cina e India, hanno diminuito e rimandato gli acquisti.

Il ruolo delle Banche centrali

Tuttavia, l’aumento della domanda di oro per gli investimenti con tutta probabilità compenserà – per una serie di motivi - il calo dei consumi per uso industriale e commerciale. Innanzitutto, oggi il metallo prezioso ha volumi di scambio superiori al passato. Sin dal 2000, la domanda di oro per gli investimenti e le riserve delle Banche centrali è cresciuta dal 16% al 47%. Ciò significa che la domanda monetaria è diventata un driver più importante per il prezzo dell’oro. In secondo luogo, dopo la crisi finanziaria globale, le quotazioni sono aumentate a causa di una maggiore domanda lato investimenti, nonostante minori acquisti per il segmento gioielleria. Infine, come nel 2008, è probabile che le Banche Centrali aumenteranno l’acquisto di oro per proteggere i bilanci e diversificare rispetto agli asset con rendimenti negativi. Sono tutti fattori, stima Markowicz, “che dovrebbero spingere al rialzo i prezzi del metallo giallo”.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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