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Usa: recessione in vista, meglio il credito o le azioni?

L'aumento aggressivo dei tassi da parte della Fed ha creato crepe nei bilanci, mettendo a rischio la capacità delle aziende di coprire i pagamenti degli interessi durante una recessione. Situazione che implica valutazioni attente sia per gli investimenti in bond sia per quelli in azioni.

26/07/2023
Serie di grafici su fondo blu
Prospettive sugli investimenti nei mercati del credito e azionario

L’assenza di un chiaro vincitore delle due forze che da tempo si stanno contrapponendo negli Stati Uniti – da un lato la Fed che sta facendo di tutto per raffreddare l’inflazione e dall’altro l’economia che si è dimostrata finora più resiliente del previsto – fa si che mai nella storia una recessione sia stata così tanto telegrafata come quella che, secondo gli osservatori, sta per arrivare oltreoceano. Per Tina Fong, strategist di Schroders, non ci sono incertezze: quest’anno la principale economia mondiale andrà in recessione. Una prospettiva, avverte, che solleva interrogativi sulle conseguenze che questa avrà sui mercati finanziari e, in particolare, per gli asset di rischio come i bond societari (credito corporate) da un lato, e le azioni dall'altro.

Gli spread creditizi, indicatore anticipatore delle recessioni

Se si fa riferimento al passato, è stato osservato che durante le recessioni il credito tendeva a cedere prima e si riprendeva più velocemente rispetto alle azioni. Tali dinamiche incoraggiavano gli investitori a reintrodurre il rischio nei loro portafogli, aumentando l'allocazione al credito prima di passare alle azioni. Tuttavia, secondo Fong, questa volta lo scenario potrebbe essere diverso, dato che i bilanci aziendali partono da una posizione più solida rispetto ai cicli economici precedenti. Qualcosa al riguardo ce lo dicono gli spread creditizi, che misurano la differenza di rendimento tra bond societari e titoli di Stato, da sempre considerati un indicatore anticipatore delle recessioni.

I mercati segnalano una bassa probabilità di recessione

Attualmente, rileva l’esperta, sia i mercati azionari che quelli del credito segnalano ancora una bassa probabilità di recessione. Ciò rappresenta un miglioramento rispetto al 2022, quando il sell-off che ha colpito Borse e credito ha fatto salire le probabilità di recessione. Perché una recessione viene percepita prima dal credito? Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che questo asset sia più sensibile alle variazioni del ciclo economico e al rischio di insolvenza delle imprese. Inoltre, sottolinea Fong, il credito è generalmente meno liquido rispetto ai mercati azionari, il che potrebbe spingere gli investitori a liquidare le loro posizioni creditizie prima di alleggerire le posizioni in azioni.

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L’impatto sulle aziende della stretta Fed

Un altro fattore che ha contribuito alla performance del credito rispetto alle azioni durante le recessioni è stata la ripresa dei titoli di Stato. In particolare, i bilanci aziendali solidi, con un buon rapporto liquidità-attività-debito, hanno contribuito a mantenere gli spread creditizi contenuti, nonostante le recenti turbolenze finanziarie e il deterioramento del quadro di crescita. Tuttavia, l'aumento aggressivo dei tassi da parte della Fed ha creato crepe nei bilanci aziendali. L'aumento degli interessi passivi potrebbe infatti mettere sotto pressione la capacità delle aziende di coprire i pagamenti degli interessi, poiché potrebbe coincidere con una contrazione degli utili dovuta alla recessione.

La recessione attesa per fine 2023 o all’inizio del 2024

Questo aspetto, secondo l’esperta, ha già portato a una riduzione della crescita degli utili e dei margini aziendali rispetto ai livelli massimi. In definitiva, sebbene sia difficile prevedere con precisione le tempistiche e la gravità di una recessione, alcuni esperti prevedono che una recessione negli Usa si verificherà alla fine del 2023 o nel primo trimestre del 2024. Tuttavia, aggiunge Fong, si presume che sarà una recessione relativamente breve e con una contrazione modesta rispetto alle recessioni passate. La politica di taglio dei tassi da parte della Fed, prevista per dicembre di quest'anno, potrebbe influenzare comunque la discesa e la ripresa dei mercati creditizi e azionari.

Partire con i bond per compensare l’allargamento degli spread

Quale sarebbe la migliore strategia? Il solido punto di partenza delle obbligazioni societarie, secondo Fong, potrebbe mitigare l'allargamento degli spread durante la recessione, ma gli investitori potrebbero rivalutare la loro preferenza per il credito come strumento per aggiungere rischio ai propri portafogli. Inoltre, il comportamento dei mercati del credito e delle azioni potrebbe essere influenzato dal percorso dei tassi di interesse futuri. Alla luce di queste considerazioni, gli investitori dovranno monitorare attentamente l'andamento economico e gli indicatori di mercato per prendere decisioni informate riguardo all'allocazione del rischio nei loro portafogli.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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