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Imprese: caute, domanda ferma ma fiducia in lieve miglioramento

Le aspettative per il quarto trimestre restano positive ma meno ottimistiche: saldo vendite da 25 a 18 punti. Solo le costruzioni mantengono fiducia grazie al PNRR. Le previsioni di assunzioni calano in tutti i settori, segnalando maggiore prudenza sul mercato del lavoro. Inflazione in calo.

24/10/2025
impiegati al lavoro in un ufficio
Indagine su aspettative delle imprese italiane

L’atmosfera tra gli imprenditori italiani è meno pessimista rispetto a quanto registrato all’inizio dell’anno. Le imprese nell’industria, nei servizi e nelle costruzioni (2.300, con almeno 50 dipendenti) restano sì prudenti sulla situazione economica del Paese, ma incominciano a intravvedere la luce in fondo al tunnel. Nel complesso, secondo quanto emerge dalla più recente indagine di Banca d’Italia (26 agosto-19 settembre), i giudizi sull’economia in generale restano negativi, anche se meno pessimistici rispetto alla prima parte del 2025. La domanda complessiva è rimasta sostanzialmente ferma nel terzo trimestre, penalizzata da due fattori principali: i dazi Usa sull’export e l’apprezzamento dell’euro, che ha reso meno competitive le vendite all’estero.

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Vendite e ordini: stabilità più che crescita

Il saldo tra chi tra le imprese segnala un aumento e chi una diminuzione delle vendite complessive è sceso da 9 a 1 punto percentuale, evidenziando di fatto una situazione di stagnazione. Anche per le esportazioni la tendenza è simile, con un calo del saldo da 7 a 1. Nel dettaglio, secondo la ricerca, la domanda ha mostrato una crescita più debole nei servizi e nel settore delle costruzioni e una contrazione nell’industria, dove le aziende più esposte ai mercati esteri hanno sofferto maggiormente. Quasi la metà delle imprese industriali (42%), in particolare, ritiene che le tariffe doganali e il cambio forte della divisa unica europea abbiano avuto un impatto negativo nel loro commercio, anche se per la maggior parte si è trattato di un effetto solo moderato.

Attese in calo e occupazione più incerta

Guardando al futuro, le aspettative degli imprenditori per il quarto trimestre restano positive ma meno ottimistiche rispetto a inizio anno. Il saldo tra chi prevede un aumento delle vendite e chi un calo è sceso da 25 a 18 punti. Solo il settore delle costruzioni mostra maggiore fiducia, grazie anche alla spinta dei progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), da cui il 60% delle imprese del comparto si attende benefici nella seconda metà dell’anno. Le attese sull’occupazione si sono invece ridimensionate. La quota di aziende che prevede nuove assunzioni resta superiore a quella di chi pensa di ridurre il personale, ma il margine si è ridotto in tutti i settori: 6 punti percentuali nell’industria, 7 nei servizi e 14 nelle costruzioni.

L’impatto dell’incertezza a livello globale

Strategie che dipendono molto da quello che succede a livello globale. Le imprese italiane, secondo l’indagine, manifestano un'incertezza sulle condizioni operative per i prossimi mesi, dovuta soprattutto al clima economico internazionale e ai dubbi sulle politiche commerciali e d’investimento. Segnalano infatti una crescita degli investimenti, ma senza entusiasmo. Nonostante le difficoltà, la maggior parte delle aziende nel 2025 prevede di aumentarli: il saldo tra giudizi positivi e negativi resta stabile a 17 punti percentuali, sostenuto da condizioni di credito stabili e da una buona liquidità. Circa tre quarti delle imprese giudicano invariati i fattori che influenzano le decisioni d’investimento, segno di una cauta fiducia nel medio periodo.

Prezzi stabili e inflazione attesa in calo

Per quanto riguarda il fronte dei prezzi, l’orizzonte sembra privo di nuvole. Le imprese del Paese segnalano infatti una stabilità nei listini. Nell’ultimo anno, i prezzi di vendita sono cresciuti in media dell’1,7% nell’industria, del 2,1% nei servizi e del 3,1% nelle costruzioni. Per i prossimi 12 mesi - secondo la ricerca - attendono una crescita moderata, circa 1,9% per industria e servizi, mentre nel comparto delle costruzioni la dinamica dovrebbe restare più vivace, intorno al 3,8%. Infine, le aspettative d’inflazione delle imprese sono leggermente diminuite rispetto a giugno: ora si attestano all’1,8%a sei e dodici mesi, e all’1,9% a due anni. Un segnale che conferma come, almeno per il momento, le pressioni sui prezzi siano sotto controllo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

banca d'italia imprese italiane mercato del credito
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