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Banche: cresce il credito alle imprese, ma non per le PMI

Le banche restano decisive per sostenere investimenti e occupazione. La ripresa del credito riflette un clima di maggiore fiducia, favorito dal taglio dei tassi da parte della BCE e dalla riduzione delle sofferenze bancarie. Tuttavia, la ripresa dei finanziamenti non è omogenea nel Paese.

03/11/2025
tasti compongono scritta bank su denaro
Report sull'andamento del credito alle imprese

Dopo oltre due anni di calo senza soluzione di continuità, le banche italiane tornano a prestare denaro alle imprese: tra giugno e settembre di quest’anno, i prestiti complessivi al sistema produttivo del Paese hanno infatti segnato una ripresa di circa 5,5 miliardi di euro rispetto a inizio 2025. È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre secondo cui oggi, in termini generali, lo stock di credito alle attività economiche ha raggiunto i 647 miliardi, invertendo un trend negativo che durava ormai da 28 mesi consecutivi. Non tutte le imprese, però, beneficiano di questa nuova disponibilità di liquidità: aspetto che sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale degli istituti nella crescita economica del Paese.

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La ripresa non è per tutti: penalizzate le microimprese

Nei primi sette mesi, le aziende con più di 20 addetti registrano una crescita dei prestiti dell’1,5%, pari a 8,2 miliardi in più. Al contrario, per le microimprese - con meno di 20 dipendenti - si è registrato un calo del 2,8%, cioè 2,7 miliardi in meno. Un dato preoccupante se si considera che in Italia queste piccole realtà rappresentano il 98% del totale delle aziende e danno lavoro a oltre la metà degli occupati del settore privato. Secondo la CGIA, molte banche preferiscono non concedere prestiti a queste ultime, perché sono considerate più rischiose e costose da gestire rispetto a quelle più grandi. Inoltre, i recenti processi di fusione e concentrazione del sistema bancario hanno ridotto il legame col territorio, penalizzando le realtà locali e artigiane.

Un ruolo ancora decisivo per le banche

Nonostante le criticità, la CGIA sottolinea che le banche restano un pilastro fondamentale per l’economia. L’accesso al credito è infatti vitale per consentire agli artigiani e alle imprese di investire, crescere e creare posti di lavoro, favorendo la competitività del Made in Italy. Gli stessi esperti osservano che la ripresa dei prestiti osservata negli ultimi mesi è comunque un segnale positivo, perché mostra che fiducia e stabilità stanno tornando in generale, anche grazie alla riduzione delle sofferenze bancarie e al taglio dei tassi d’interesse deciso dalla Banca Centrale Europea, che ha reso più conveniente l’indebitamento. Dopo otto tagli adottati dall’Eurotower dalla metà del 2024, il 30 ottobre la BCE ha deciso di non tagliare il costo del denaro, mantenendo il saggio di riferimento nell’area si mantiene stabile al 2%.

Ripresa del credito: metà delle province ancora in difficoltà

Tuttavia, dalla ricerca della CGIA emerge che non tutte le aree del Paese mostrano segnali positivi e la ripresa del credito non ha una condotta uniforme (con l’eccezione dei principali distretti produttivi). Tra dicembre 2024 e luglio 2025, quasi la metà delle province italiane non ha infatti ancora visto crescere i prestiti alle imprese. Le situazioni più critiche si registrano in particolare a Imperia e Prato (-5,6%), Vercelli (-5,7%) e Avellino (-5,8%). Al contrario, spiccano alcuni territori dove il credito è tornato a correre: Aosta guida questa classifica con un aumento del 18,3%, seguita a distanza da Trieste (+12,8%) e Oristano (+9,2%). Tra le grandi aree produttive, Roma segna un +4,1% (+2,3 miliardi), Bergamo +3,4%, Firenze +2,6% e Milano +2,2%.

Prestiti alle imprese: Veneto in calo, pesa la scomparsa delle banche locali

A livello regionale, desta preoccupazione la situazione del Veneto, dove i prestiti alle imprese sono calati dell’1,4% nei primi sette mesi, pari a 868 milioni di euro in meno. Si tratta di una discesa che continua dal 2011, legata anche alla scomparsa di storici istituti del territorio come Antonveneta, Veneto Banca, Popolare di Vicenza e Banco Popolare, la cui assenza continua a farsi sentire. Male anche Umbria (-1,4%) e Molise (-2,1%), che restano tra le regioni con le maggiori difficoltà di accesso al credito. Il ritorno della fiducia tra banche e imprese rappresenta un passo avanti importante per l’economia italiana, ma gli esperti della CGIA avvertono che senza un sostegno concreto alle microimprese, la ripresa economica rischia di restare parziale.

A cura di: Fernando Mancini

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