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Doxa: il Covid cambia l’approccio alla salute degli italiani

La pandemia ha aumentato la percezione degli italiani nei confronti dell’importanza della salute. Da un sondaggio Doxa emerge che il 92 pct ha sperimentato la ricezione delle ricette per via telematica, senza difficoltà, e ritiene che il miglioramento del SSN passi dai presidi territoriali.

04/01/2021
Dottore in camice con in mano uno stetoscopio
Ricerca Doxa: il Covid cambia l’approccio alla salute degli italiani

La pandemia ha impattato sensibilmente la percezione della salute nell’orizzonte valoriale degli italiani. Prima del coronavirus già il 66% dei cittadini dichiarava che la salute fosse la cosa più importante, ma nel corso del 2020 questo dato è costantemente cresciuto: a settembre quelli che la mettevano al primo posto erano saliti al 72% e, a novembre (in piena seconda ondata di contagi), sono saliti al 78%. Inoltre, secondo quanto emerge dall’indagine realizzata da Doxa Pharma per Janssen Italia (Johnson & Johnson), è cresciuta anche l’attenzione alla salute in generale, con la stragrande maggioranza degli italiani (81%) che è d’accordo nell’affermare che la prevenzione sia la cura migliore.

La telematica è già una realtà acquisita

A fronte di una più complicata accessibilità ai servizi sanitari, la quasi totalità (92%) ha dovuto e ha potuto sperimentare la ricezione delle prescrizioni mediche per via telematica, senza peraltro incontrare alcuna difficoltà. Tuttavia, ancora per pochi (15% circa) sono cambiate le modalità di consulto col medico. Allo stesso tempo, però, più di 6 cittadini su 10 esprimono elevata propensione circa il ricorso in futuro a modi diversi di relazionarsi con i clinici, consapevoli che la visita a distanza comporta diversi vantaggi, tra cui minor tempo perso in attesa della visita (61%), minori rischi legati alla necessità di uscire di casa (57%) e minori costi per spostamenti e trasporti (54%).

Ripensare la sanità del futuro dal modello universalistico

Il Covid-19 ha però messo in luce anche le criticità storiche del Servizio Sanitario Nazionale, facendo emergere la necessità di ripensare l’organizzazione dell’offerta sanitaria nel Paese. I bisogni e le aspettative degli italiani sono un punto di partenza irrinunciabile per ridisegnare le direttrici di un sistema più moderno, sostenibile e vicino ai cittadini. Innanzitutto, secondo la ricerca, la certezza da cui ripartire è il valore del modello universalistico del SSN italiano, molto apprezzato da oltre l’86% degli italiani. Secondo i cittadini l’area che richiederebbe un intervento immediato è la prenotazione e la gestione delle visite, che proprio durante il lockdown sono nettamente rallentate.

Il miglioramento del SSN passa dai presidi territoriali

Per rispondere a queste problematiche chiave, gli italiani – nel sondaggio Doxa - hanno espresso gli ambiti su cui intervenire per ripensare la sanità: il 92% è favorevole a presidi territoriali multi-specialistici, in modo da evitare di dover sempre ricorrere all’ospedale, e il 72% apprezzerebbe la domiciliazione delle terapie, anche se rimane forte il ruolo di presidio territoriale delle farmacie e il conseguente ruolo di consulente di salute svolto dal farmacista. Allo stesso modo, il 90% ritiene che la digitalizzazione delle prescrizioni mediche e, in generale, il canale digitale siano diventati imprescindibili, soprattutto per l’ambito della diagnostica e per facilitare la relazione medico-paziente, con il 76% favorevole a visite da remoto, pur in assenza di situazioni complesse come quella che stiamo vivendo.

Offerta più uniforme e più contributo dalle aziende farmaceutiche

Gli italiani hanno inoltre un’idea chiara sulla necessità di avere nel Paese una maggiore uniformità dell’offerta sanitaria: l’86% degli intervistati ritiene infatti che debba essere uguale per tutti, perché ‘abitiamo tutti in Italia’, a prescindere dalla regione di appartenenza. Dalla ricerca emerge infine che per 1 intervistato su 2 le aziende farmaceutiche sono chiamate a dare il loro contributo non solo in termini di ricerca, produzione e successiva accessibilità dei farmaci, ma in un’ottica più ampia per il funzionamento del sistema, sostenendo e finanziando le strutture e fornendo sempre più supporto al paziente.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

doxa emergenza coronavirus aziende
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