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Mercati: cresce la volatilità mentre si guarda agli Usa

Negli Usa, davanti a un’economia che corre più del previsto, cresce il dibattito sull’attuale ciclo rialzista della Fed, che potrebbe richiedere ulteriori aumenti dei tassi per gestire la domanda e riportare l'inflazione verso il target. Prospettato un rallentamento dell’economia entro il 2024.

10/11/2023
I grattacieli di New York
La situazione dei mercati

L’economia globale è condizionata da un’estrema incertezza e, con la complicità di un quadro geopolitico diventato più complesso all’indomani della guerra tra Israele e Hamas, la volatilità nei mercati finanziari si è accentuata. C’è lo spazio, sostiene Mark Dowding, fixed income CIO di RBC BlueBay AM, perché i rendimenti dei Treasury statunitensi possano continuare a salire, mettendo di conseguenza a rischio una correzione del mercato. Senza contare, aggiunge, che la visibilità a livello macro è molto bassa, perché le variabili sono troppe. Nel mentre, le Banche centrali stanno affrontando importanti decisioni il cui esito è tutt’altro che scontato. Tutto verte su quello che sta accadendo negli Usa, dove il passo dell’economia risulta più spedito del previsto, i cui effetti si stanno facendo sentire in tutti i mercati mondiali.

I rendimenti dei Treasury 10Y al top dal 2007

Restiamo dunque oltreoceano, dove i mercati dei risky asset hanno iniziato a risentire del fatto che i rendimenti dei Treasury decennali hanno raggiunto il 5% per la prima volta dal 2007. I bond hanno avuto solo una breve tregua quando grandi investitori, come Bill Ackman e Bill Gross, sono intervenuti sui social media con un’opinione positiva sull’opportunità di avere nei portafogli obbligazioni, ma il tutto – ha osservato Dowding - è durato poco. In pratica, un fattore marginale ha scompigliato temporaneamente il mercato. Per questo motivo – sottolinea l’esperto - 'siamo scarichi di rischio', ma sospetta anche che ci sarà un momento o un punto di valutazione più opportuno che dovrebbe arrivare da qui alla fine dell’anno. A infiammare i Treasury è stata comunque la robusta crescita del Pil Usa: +4,9% annuo nel terzo trimestre.

La questione del disavanzo fiscale

Dowding, per quanto riguarda la politica monetaria, ritiene che la forza dell’economia statunitense indichi a questo punto il rischio che la Fed debba aumentare ulteriormente i tassi per mitigare la domanda e riportare l’inflazione al 2% in modo tempestivo. I più recenti commenti del Presidente della Fed, Jerome Powell, per altro riflettono queste considerazioni anche se, per il momento, sul mercato la narrazione prevalente rimane quella che il FOMC sia più o meno alla fine dell’attuale ciclo di inasprimento. A fare supporto a questa lettura è stata l’impennata del disavanzo fiscale, che ha portato a un aumento dell’offerta di Treasury, responsabile di un incremento dei premi a termine, con un aumento dei rendimenti delle obbligazioni a più lunga scadenza che ha avuto un effetto restrittivo sulle condizioni finanziarie.

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La crescita Usa rallenterà nel primo semestre 2024

Comunque, questa convinzione potrebbe scemare se la forte crescita dell’economia Usa dovesse continuare mettendo così a repentaglio le speranze di un atterraggio morbido. Ciò detto, Dowding continua a ritenere che la crescita Usa rallenterà entro la metà del 2024 e che in questo ciclo non sarà necessario più di un’ulteriore stretta della Fed. In altre parole, c’è solo da aspettare che la politica monetaria faccia sentire i suoi effetti in un’economia dove la trasmissione è ritardata e dove la sua efficacia è stata ridotta dagli stimoli fiscali adottati dall’Amministrazione. L’esperto prevede che sul breve la Fed adotti un atteggiamento cauto per evitare di gettare benzina sul fuoco, ma non è esclusa una possibile critica ai recenti movimenti dell’obbligazionario. L’orizzonte a dicembre rimane però incerto, ostaggio dei dati.

Il Regno Unito a rischio stagflazione

Anche da questa parte dell’Atlantico il mercato offre diverse chiavi di lettura. La Bce ha confermato la propria politica monetaria, probabilmente soddisfatta dell’attuale livello dei tassi e si prevede che sceglierà di aspettare di vedere come si evolve l’economia e, quindi, di digerire le mosse dell’ultimo anno prima di intraprendere azioni. La BoE dovrebbe agire in sintonia, anche se il Regno Unito potrebbe affrontare una situazione di stagflazione, con inflazione elevata e contrazione economica. Diversi i problemi che deve affrontare la Banca del Giappone, preoccupata per l'inflazione e la crescente incertezza. Ci sono speculazioni su un possibile cambiamento nella politica della BoJ per affrontare questi problemi, mentre cresce il dibattito tra un intervento sul mercato valutario o sull’obbligazionario.

A cura di: Fernando Mancini

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