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Mercati: l’elasticità dei value è un plus nell’attuale scenario

I titoli value, le società che producono utili in modo più stabile dei growth, sono meglio posizionati per sfruttare la volatilità dei mercati. Gli esperti sono orientati sulle aree più cicliche e su settori come energia e materiali. Bene anche la finanza, le utility e la sanità.

27/03/2023
broker lavorano su alcuni grafici
Potenzialità del settore value

Dietro allo slancio con cui i mercati finanziari hanno aperto il 2023 c’è il fatto che alcuni dei venti che nel 2022 hanno soffiato contro hanno iniziato ad affievolirsi. Tra questi, la Cina ha messo fine alla sua politica Zero-Covid prima del previsto (anticipando così la riapertura dell’economia), le miti temperature nell’Eurozona hanno attenuato i timori per la scarsità di gas e i recenti dati degli Stati Uniti hanno indicato una crescita continua, un’inflazione più moderata e un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi da parte della Fed. La composizione di questo quadro ha abbassato tra gli investitori la percezione di una recessione globale nel 2023. Nonostante questo, è probabile che le Borse continuino a essere volatili, in quanto - sostiene Sebastien Mallet, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV, Global Value Equity di T. Rowe Price - reagiscono di solito ai diversi dati macro e agli utili presentati man mano dalle società.

Fattori di supporto sia a breve sia a lungo termine

In questo contesto c’è un settore del listino che può adattarsi meglio di altri alla volatilità. È il comparto dei titoli value, che offre allo stesso tempo una combinazione di caratteristiche difensive e cicliche e, per questo, è ritenuto che sia uno stile ben posizionato per affrontare i mutevoli scenari del mercato. Anche perché, sottolinea l’esperto, ci sono diversi fattori che corroborano questa analisi: il loro orizzonte rimane favorevole, con fattori di supporto sia a breve che a lungo termine e le loro valutazioni restano relativamente interessanti rispetto ai titoli growth, anche dopo la sovraperformance del 2022. Non mancano però alcune incognite. Il mercato, infatti, sta assistendo a un insieme di opportunità value più contenute rispetto all’abbondante offerta riscontrata in passato. È inoltre probabile che si concretizzi il rischio di un ampio declassamento degli utili, dato che i margini sono messi sotto pressione dall’inflazione e dalla bassa crescita.

I timori di una recessione globale si stanno attenuando

È la classica situazione in cui i mercati azionari potrebbero tornare a considerare gli utili come il principale motore dei rendimenti azionari. In questo caso, le società che offrono una buona tenuta dei profitti e che sono in grado di attivarsi per proteggere i rendimenti degli azionisti saranno probabilmente premiate. Poiché il value offre una buona rappresentanza sia ai settori difensivi, come i servizi di pubblica utilità e altri settori tradizionali con un forte potere di determinazione dei prezzi, sia a quelli sensibili dal punto di vista economico, come gli industriali, Mallet ritiene che gli investitori abbiano meno probabilità di essere lasciati indietro se i mercati si muovessero in una determinata direzione. In T. Rowe Price sono un po’ più ottimisti sul quadro economico generale. I dati stanno reggendo e i primi timori di una prolungata recessione si stanno attenuando. Alcuni Paesi potrebbero addirittura evitarla del tutto.

I settori meglio posizionati

La casa d’investimenti si è orientata verso le aree più cicliche e continua a posizionarsi in settori come energia e materiali. Stima che il ciclo del comparto energetico potrebbe essere sostenuto a lungo se i timori geopolitici rimanessero alti. Un potenziale tema potrebbe essere anche la riapertura della Cina. Di recente la casa ha iniziato a riconsiderare i chip che, dopo il forte calo nel 2022, potrebbero avere una svolta nei prossimi 12-18 mesi. Altri ciclici che potrebbero trarre vantaggio da un ulteriore calo delle pressioni recessive sono i beni di consumo discrezionali e gli industriali. Il settore finanziario, i servizi di pubblica utilità e l'assistenza sanitaria restano tra i settori favoriti da T. Rowe Price, mentre ha un’esposizione limitata su tecnologia e beni di consumo discrezionali. Infine, la casa ha aggiunto esposizione alle banche europee e giapponesi, per il potenziale beneficio che godranno dal rialzo dei tassi e il minor rischio di recessione.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati value inflazione
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