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Prestiti: in ottobre torna la domanda di famiglie e imprese
Il TAEG sui nuovi mutui sale al 3,73 per cento. Si diffondono formule a tasso fisso all’inizio, per una quota del 16,1 per cento dei mutui. TAEG del credito al consumo al 10,07 per cento. Per le imprese, i tassi salgono al 3,52 per cento. Cresce intanto l’esposizione delle banche ai titoli di Stato.
In ottobre il mercato del credito in Italia ha ritrovato una certa vivacità. I prestiti al settore privato, secondo i dati forniti da Banca d’Italia nel report ‘Banche e moneta: serie nazionali’ (elaborati con il metodo armonizzato del Sistema Europeo delle Banche Centrali, SEBC), sono aumentati dell’1,8% nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente, con un lieve miglioramento rispetto al +1,6% segnato in settembre. La crescita ha interessato soprattutto le famiglie, la cui domanda di credito è cresciuta del 2,2%, confermando lo stesso ritmo di settembre. Questo andamento riflette - secondo gli esperti - un bisogno crescente di finanziare spese importanti, come l’acquisto di una casa o la ristrutturazione di una casa, o affrontare i rincari legati al costo della vita.
Stabile la domanda di credito delle imprese
Le società non finanziarie – le imprese che operano al di fuori del settore bancario – hanno mantenuto un ritmo stabile: l’aumento dei prestiti è stato dell’1,2%, in linea con settembre. È un segnale che le aziende continuano a investire, pur con prudenza, in un contesto economico ancora incerto. Nel mentre, a ottobre sono saliti i depositi del settore privato, sebbene più lentamente rispetto a settembre: il saldo dei depositi è aumentato del 2,6%, contro il +2,9% di settembre. È risultato molto più vivace il mercato delle obbligazioni bancarie, salito del 4,9% sul 2024. Si tratta di un dato in forte crescita rispetto al +3,2% di settembre e che evidenzia un rinnovato interesse dei risparmiatori verso strumenti di investimento alternativi ai depositi tradizionali.
Mutui leggermente più costosi
Sul fronte dei tassi di interesse emergono invece alcuni segnali di aumento. Il Tasso Annuale Effettivo Globale (TAEG) sui nuovi mutui casa è infatti salito al 3,73% dal 3,71% di settembre. Da segnalare, a questo riguardo, il dato sulla tipologia di mutui richiesti: il 16,1% dei nuovi finanziamenti ha un tasso fissato per un periodo iniziale fino a un anno, una quota in netto aumento rispetto all’11,5% di settembre. Questo potrebbe indicare maggiore propensione dei clienti verso soluzioni più flessibili, nella speranza che i tassi possano scendere nei mesi prossimi. Il credito al consumo – usato soprattutto per acquistare beni come auto, elettrodomestici o per spese familiari – ha segnato un TAEG del 10,07%, in lieve calo dal 10,24% di settembre.
Salgono i tassi per il credito alle imprese
Per le imprese, secondo la nota diffusa da Banca d’Italia, i tassi d’interesse imposti sui nuovi prestiti sono in media saliti al 3,52% dal 3,38% del mese precedente. Le condizioni comunque variano molto in base all’importo richiesto: per i prestiti fino a un milione di euro i tassi d’interesse sono più alti, pari al 4,11%. Per quelli invece superiori al milione, invece, il tasso scende al 3,16%. Rimangono stabili, infine, i tassi passivi sui depositi, che restano fermi allo 0,63%. Un livello che, secondo gli osservatori, conferma come il risparmio non remunerato continui a rendere poco, nonostante l’aumento generale dei tassi d’interesse registrato negli ultimi anni.
In aumento i titoli di Stato nei portafogli delle banche
Per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane nel mese di ottobre hanno aumentato l’esposizione verso i titoli pubblici del nostro Paese: possedevano complessivamente titoli di Stato italiani per un ammontare di 400,84 miliardi di euro, in aumento del 2,9% su base congiunturale e dell’11,63% su base tendenziale. Come solito, si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle diffuse da Banca d’Italia, è rappresentata dai Btp: in ottobre sono aumentati a 287,79 miliardi dai 280,49 miliardi del mese precedente (+2,6%) e dagli 252,67 miliardi dal dicembre 2024 (+13,9%). Nella progressione ha avuto un rilevante contributo il successo ottenuto dall’emissione del BTP Valore. Al secondo posto della classifica ci sono i Cct (83,97 miliardi contro gli 81,96 miliardi di settembre e gli 85,85 miliardi dell’ottobre 2024). Nello stesso mese, i Bot detenuti ammontavano invece a 8,54 miliardi, contro i 7,4 miliardi del mese precedente e i 5,78 miliardi dell’ottobre dello scorso anno.
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