SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Elezioni, i mercati non si scaldano

05/03/2018

Poteva andare peggio: al di là delle simpatie e antipatie politiche, questo è ciò che hanno pensato molti operatori lunedì mattina all'apertura dei mercati del Vecchio continente. Piazza Affari a metà mattinata era giù di qualche decimale più dell'1%, mentre il rendimento del decennale Btp si è incrementato di cinque punti base. Il livello degli interessi, peraltro, era già in salita dalla seconda metà della settimana scorsa, anche perché partiva comunque da circa l’1,90%, cioè vicino al limite al ribasso del trading range in cui scambia da mesi.

È vero che a sostenere le quotazioni degli asset italiani oggi vi è la generale positività a livello globale, dopo giorni piuttosto difficili, ma è anche indubbio che finora non si sono visti né una fuga disordinata dall'Italia, né tanto meno un effetto contagio sulle piazze europee, in generale positive. Calma piatta si registra poi sull'euro, il tutto a fronte di un quadro politico italiano a dir poco indecifrabile.

Allo stato attuale, infatti, è praticamente impossibile capire quale direzione politica verrà fuori a guidare quella che è la terza economia dell'Ue (se contiamo il Regno Unito come già fuori dal gruppo) e la nona a livello mondiale nel 2017, se calcoliamo il nostro Pil espresso in dollari a cambi correnti.

Fanno bene o male i mercati a non preoccuparsi? Dalla sua l'Italia ha, l'abbiamo sottolineato più volte, il fatto di avere alcuni degli asset (Btp a parte) in termini relativi più sottovalutati del mondo: il Paese per diversi anni infatti ha quotato sui mercati prezzi per i maggiori protagonisti della propria economia con uno sconto da emergente a rischio bancarotta. L'unica esposizione azionaria rilevante che i fondi, sia domestici, sia stranieri, mostravano era nel segmento delle midcap industriali, considerate slegate dal ciclo nazionale.

In qualche maniera probabilmente nell'immediato grandi pericoli per l'Italia non ci sono: mettiamo pure infatti che si resti senza governo per mesi, con Gentiloni che va avanti in esercizio provvisorio. Questa situazione ormai non è più un inedito per l'Europa: clamoroso è stato il caso del Belgio qualche anno fa, ma anche Spagna e Germania di recente hanno visto situazioni simili. È vero che l'Italia è un sorvegliato speciale, visto l'enorme ammontare di debito pubblico e la scarsa crescita economica e quindi ha meno margini di libertà rispetto ad altri membri dell'Eurozona, ma è anche un dato di fatto che finché c'è la Bce a mettere una pezza fatta di montagne di quattrini, il quadro del Belpaese dovrebbe davvero deteriorarsi tanto prima di vedere effetti tangibili sui conti pubblici, sulle aspettative economiche e sulla fiducia degli investitori.

In poche parole l'Italia può ancora vantare qualche mese di margine per trovare una direzione futura, qualunque essa sia, e per non farsi trovare impreparata all'avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria della Bce. Per il momento il feedback che si ha leggendo i vari commenti generati dagli uffici studi delle maggiori case di investimento del mondo è che tutto sommato il rischio politico in Italia rimane moderato in termini assoluti e basso per gli standard nazionali: in pratica la vittoria delle due forze politiche ritenute a torto o ragione populiste, Movimento 5 Stelle e Lega, non viene temuta più di tanto.

Essenzialmente, per quanto lontane dal mainstream politico in voga fino a qualche anno fa, nessuna delle due viene percepita come portatrice di chissà quale rottura. La Lega sembra esistere soprattutto per la questione immigrazione, cui i mercati sono, in un senso o in un altro, totalmente indifferenti. I propositi anti-europeisti e di radicale riforma del sistema fiscale proposti nel programma di Salvini, per dirla in maniera brutale, non sembra che vengano presi particolarmente sul serio.

Il programma economico dei 5 Stelle è incentrato su una serie di riforme economiche caratterizzate da un aumento di spesa pubblica: ma anche in questo caso in fondo non siamo molto al di fuori del perimetro di quanto si è sentito nei paesi Ocse negli ultimi anni, dove hanno fatto tutti a gara a stracciarsi le vesti contro le politiche di austerity, senza però poi fare nulla per cambiare concretamente. In pratica anche in questo caso i mercati stanno puntando su un certo scarto fra la campagna elettorale e quella che sarà la realtà dell'azione di governo.

Hanno torto o hanno ragione? Probabilmente avranno ragione se il contesto rimarrà caratterizzato da un ciclo globale decente e da una transizione morbida nell'ambito della politica monetaria. Se invece i banchieri centrali dovessero calcare troppo la mano e l'economia deteriorarsi all'improvviso, un'Italia senza governo o con un governo che si regge con maggioranze raccogliticce e litigiose (qualsiasi esse siano) si ritroverebbe di nuovo sotto i riflettori dei maggiori compratori al mondo di credit default swap.

A cura di: Boris Secciani

Parole chiave:

elezioni italia btp piazza affari
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati