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Il futuro dell’acqua

23/03/2018

Ieri, 22 marzo, è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua, evento che punta a portare l’attenzione sull’importanza dell’acqua non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche per lo sviluppo sostenibile dell’economia globale

Dal momento che la popolazione mondiale continua ad aumentare di pari passo con l’urbanizzazione, entro il 2050 la domanda globale di acqua potrebbe essere del 30% più alta di oggi (Fonte: United Nations World Water Development Report 2018).

Alex Araujo, gestore del fondo M&G (Lux) global listed infrastructure, ha fatto il punto sul segmento a livello globale. L’essenzialità dell’acqua è fuori discussione e l’OECD stima che da qui al 2030 occorrono circa mille miliardi di dollari di investimenti annui per sostenere le infrastrutture necessarie per l’acqua e i servizi igienici. La necessità di investimenti è particolarmente forte negli Stati Uniti, dove le reti infrastrutturali non sono in buone condizioni. A prescindere da cosa ne sarà della promessa di Trump di 1,5 mila miliardi di dollari in investimenti in infrastrutture, alcuni servizi pubblici della più grande economia del mondo sono a rischio.

Come ben sappiamo, questi problemi non si risolvono da soli e richiedono investimenti importanti – e in modo determinante dal settore privato. Fortunatamente l’ambiente regolamentare negli USA sostiene gli incentivi che stimolano questo tipo di investimenti. C’è ancora molta strada da fare, secondo il money manager, ma ci sono tutti gli ingredienti per riuscirci.

Questo contesto stride invece con quanto avviene nel Regno Unito, dove i rischi politici e regolamentari sono in aumento. Possiamo solo ipotizzare quale sarà il destino delle utilities del Regno Unito se ci fosse un governo laburista, ma nel frattempo è aumentata la pressione del regolatore sui profitti deducibili del settore.

Negli Stati Uniti, il bisogno di attrarre investimenti dal settore privato è sempre più riconosciuto, nell’ottica di finanziare i progressi richiesti dalle malandate reti infrastrutturali nazionali. A grandi linee, gli Stati Uniti godono di un ambiente regolamentare dove alle società è permesso di generare profitti ragionevoli a beneficio di tutti gli stakeholder, tra cui i portatori di capitali.

Questo netto contrasto tra regimi regolatori si manifesta più chiaramente nella progressione dei dividendi delle società utilities. Nel Regno Unito, la crescita dei dividendi del settore è a malapena positiva in termini nominali e non è riuscita a tenere il passo dell’inflazione, mentre analoghe società USA hanno registrato tassi di crescita dei dividendi più alti e soprattutto superiori all’inflazione – una caratteristica che gli investitori si aspettano. La differenza è lampante.

La divergenza di risultati non è passata inosservata ai mercati azionari che hanno di conseguenza punito le società utilities del Regno Unito. È difficile dire come le incertezze saranno risolte nel breve termine.

Andando al di là dei tremolii dei tassi d’interesse che negli ultimi mesi hanno penalizzato la performance dei settori difensivi, nel lungo termine il gestore vede eccellenti opportunità nel settore delle utilities USA. In quello che molti considerano un settore noioso, alcune utilities USA hanno registrato una crescita dei dividendi a doppia cifra nell’ultima tornata di risultati trimestrali.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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