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I dazi e la speranza di una soluzione negoziata

17/04/2018

Se Trump applicherà la sua arte dell'accordo al commercio, è probabile che assisteremo a una soluzione negoziata. Sebbene nessuno dei due desideri perdere la faccia, l'obiettivo in questo caso non è imporre tariffe, ma piuttosto aumentare l'effetto leva nei negoziati.

In questo momento, i dazi proposti sono molto mirati. Il rischio di coda è che i dazi siano ulteriormente estesi a un maggior numero di prodotti. L'impatto più diretto delle tariffe commerciali sarà probabilmente un rallentamento del commercio globale, con conseguenze negative sulla crescita economica a livello mondiale. La grande partecipazione della Cina alle supply chain internazionali (e, più in generale, l’interconnessione delle supply chain mondiali) comporterebbe il propagarsi dell'impatto dei dazi al di là delle merci prodotte esclusivamente in Cina. Questo radicale cambiamento si tradurrebbe in prezzi più alti per i consumatori di tutto il mondo.

La strategia a lungo termine della Cina consiste nella creazione di un’economia più bilanciata e autonoma che dipenda meno dalle industrie straniere nei settori chiave. Desidera inoltre competere in modo diretto in una serie di settori chiave futuri e questa ambizione contribuisce alla rinnovata percezione della sfida cinese da parte di Washington. Ad esempio, la Cina sta investendo enormemente nello sviluppo della sua industria dei semiconduttori e nell’intelligenza artificiale. Sebbene questa mossa richiederà del tempo, viene percepita come una minaccia e aumenta i timori dei responsabili politici e dei leader d’affari statunitensi.

Le società cinesi si sono inoltre rivelate attive sul fronte delle acquisizioni globali, acquistando attività o creando joint venture nella speranza di guadagnare proprietà intellettuale chiave. I governi occidentali hanno recentemente dato segnali di resistenza, ostacolando proposte commerciali da parte di società cinesi e in molti casi segnalando problemi relativi alla sicurezza nazionale.

Quali sono alcune implicazioni per gli investimenti? Tra le maggiori esportazioni statunitensi in Cina sono presenti i velivoli, i prodotti agricoli e i componenti per semiconduttori utilizzati nei dispositivi elettronici; questi potrebbero diventare gli obiettivi delle misure di ritorsione di Pechino, almeno nel breve termine. Potrebbero inoltre essere presi di mira i produttori di macchinari industriali e le case automobilistiche. Non stupisce il fatto che le azioni industriali e delle società nel settore dei trasporti si siano indebolite in seguito all’annuncio. Inoltre, potrebbero essere chiamati in causa anche i produttori statunitensi di soia e prodotti agricoli correlati, che al momento sono tra i principali esportatori in Cina. Per gli Stati Uniti, è probabile che il commercio, a seguito degli sgravi fiscali, rappresenti una priorità per l’attuale amministrazione.

Nei prossimi mesi del 2018, una politica più severa sulla Cina riceverà probabilmente un sostegno più bipartisan di quanto non sia ampiamente riconosciuto. Inoltre, è importante seguire la crescente scuola di pensiero di Washington che sostiene che il livello odierno di integrazione economica con la Cina sia sfavorevole agli interessi economici e in materia di sicurezza statunitensi del lungo periodo. Sebbene qualsiasi “decoupling” delle due economie sia ancora lontano, emerge un vasto consenso che ritiene sia giunto il momento di sfidare le politiche mercantilistiche della Cina.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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