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Banche italiane: inizio 2025 da record, ma le sfide non mancano

Nonostante la solidità del sistema, gli analisti prevedono un rallentamento delle performance nel 2025 a causa del calo dei tassi e di possibili rischi macro dal 2026. Un peggioramento dei rapporti commerciali con gli USA potrebbe colpire l’export e, di riflesso, le banche più esposte alle PMI.

05/06/2025
impiegato all'ufficio banca
Analisi sul settore bancario italiano

Le banche italiane si confermano tra le più profittevoli d’Europa, con un primo trimestre segnato da ottimi risultati. È quanto emerge dal report di Marco Troiano e Alessandro Boratti del team di Scope Ratings, secondo i quali il settore appare solido e ben preparato ad affrontare le nuove incertezze economiche e geopolitiche che s’intravedono all’orizzonte. Nel frattempo, c’è fermento sul fronte delle fusioni e acquisizioni che potrebbero trasformare in profondità il sistema bancario nazionale. Tuttavia, i rischi di esecuzione sono in crescita e l’intervento politico sta complicando alcune operazioni. Le prospettive, comunque, restano nel complesso favorevoli ma, avvertono, i primi segnali di deterioramento economico potrebbero emergere non prima del 2026.

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Banche italiane: rendimento medio del 15,7%

I principali istituti del Paese hanno dunque archiviato il primo trimestre con numeri record: da Intesa Sanpaolo a UniCredit, dal Banco BPM a MPS, da Mediobanca e tutte le altre. Queste banche, per rimanere nei numeri, hanno registrato un rendimento medio del 15,7%, il più alto degli ultimi anni, superando le principali banche europee. A trainare i risultati non è stato tanto il margine d’interesse – cioè la differenza tra interessi ricevuti e pagati – che anzi è calato con la discesa dei tassi d’interesse della BCE, quanto le commissioni, in forte crescita grazie al potenziamento dell’offerta in gestione patrimoniale e bancassicurazione. Anche il trading ha dato una mano, ma non è detto che questa performance si ripeta nei prossimi trimestri.

Banche in fase di consolidamento: fusioni, ma anche qualche grattacapo

Il sistema è in sommovimento, dopo che negli ultimi mesi si è parlato molto di possibili fusioni tra diversi istituti: da Banco BPM a Mediobanca, da Banca Generali a BPER. Tra le operazioni più discusse c’è l’offerta di Mediobanca per Banca Generali, con l’obiettivo di creare un colosso nella gestione dei patrimoni. Ma anche UniCredit è interessata al Banco BPM, trovandosi però ad affrontare diversi ostacoli, tra cui condizioni poste dal Governo, come l’impegno ad abbandonare la Russia e rispettare i parametri finanziari in Italia. L’esecutivo, infatti, ha un ruolo più attivo nel settore, con l’idea di creare un terzo polo bancario, accanto a Intesa e UniCredit. Ma troppe condizioni o ostacoli normativi potrebbero spingere alcuni gruppi a fare marcia indietro.

Mercato del credito: cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Nonostante l’ottimo avvio d’anno, i due analisti prevedono un rallentamento delle performance nei prossimi trimestri, perché i tassi continueranno a scendere, riducendo i margini. Inoltre, cresce il timore per un possibile rallentamento economico nel 2026, specialmente se le tensioni geopolitiche – come una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti – dovessero peggiorare. Intanto, le banche italiane restano solide, con una qualità del credito molto buona (i crediti deteriorati sono al minimo storico) e adeguate riserve patrimoniali, nonostante la fine dei prestiti agevolati della BCE (TLTRO) e il calo dei depositi. Questo anche grazie a una gestione prudente e alla digitalizzazione, che ha permesso di tagliare costi e aumentare l’efficienza.

Occhi puntati sulle PMI e sul commercio con gli USA

Se davvero dovesse scattare una guerra commerciale con gli Stati Uniti – che rappresentano il secondo mercato di export per l’Italia – i primi a farne le spese sarebbero settori come l’alimentare, l’auto, il farmaceutico e i macchinari industriali. E con essi, anche le banche più esposte alle piccole e medie imprese (PMI), soprattutto quelle regionali.

A cura di: Fernando Mancini

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