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Banche: settore sottovalutato dagli investitori

Le quotazioni delle banche, dopo lo scossone imposto dalle crisi che hanno interessato il settore, non riflettono appieno i fondamentali. Differente la situazione che c’è in Europa e quella degli istituti regionali Usa, meno regolamentati. Potenziale rialzo per il debito AT1 delle banche europee.

08/06/2023
broker al lavoro, davanti a tre schermi dove corrono numeri e grafici
Sottovalutazione del settore bancario

Il comparto bancario, dopo essere stato messo a dura prova dal crac del Credit Suisse (salvata dall’Ubs) e dalla crisi del sistema bancario regionale Usa, ha ritrovato tranquillità. E oggi appare più resiliente davanti a una possibile recessione. Dall’orizzonte sono infatti scomparsi quei fantasmi che – lo scorso marzo - avevano riportato i mercati alla crisi finanziaria del 2008, evidenziando una crisi di fiducia per l’intero sistema creditizio. La verità, afferma Marc Stacey, senior portfolio manager, investment grade di RBC BlueBay AM, è che i problemi a cui stiamo assistendo sono molto diversi di quelli di allora, anche se ricordano chiaramente che l’inasprimento aggressivo delle politiche monetarie tende comunque a provocare alcune fratture.

Fiducia ritrovata dopo la vicenda AT1-Credit Suisse

Ci sono molti aspetti perché i mercati, allo stato attuale, non debbano temere una nuova crisi finanziaria globale e guardare piuttosto oltre la volatilità di breve termine. È infatti molto incoraggiante, secondo il gestore, la reazione delle autorità di regolamentazione che hanno preso le distanze dalla decisione della Svizzera (che ha favorito gli azionisti di Credit Suisse piuttosto che i possessori dei bond AT1 per un valore complessivo di 16 miliardi di franchi). Gli istituti di credito, inoltre, hanno nel frattempo portato avanti i loro programmi di riacquisto di azioni proprie, cosa che - evidenzia Stacey - è estremamente importante per sottolineare agli investitori sia la solidità del settore, sia la fiducia manifestata dalle autorità normative in tale forza.

Normativa meno stringente per le banche regionali Usa

Per quanto riguarda lo sconquasso subito da alcune banche regionali statunitensi, questo sembra sia stato originato da pecche locali delle normative con un disallineamento tra le scadenze delle attività e delle passività, in particolare, secondo l’esperto di RBC BlueBay, le banche minori Usa, che sono meno regolamentate: è chiaro che alcuni dei loro modelli di business non erano affatto diversificati o solidi come quelli delle loro controparti più grandi e più regolamentate. I crolli di SVB e First Republic hanno di fatto sollevato seri interrogativi sulla supervisione normativa di questi istituti più piccoli. Per questo motivo, Stacey auspica che la regolamentazione, allentata sotto la presidenza Trump, debba essere ripristinata nel tempo.

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La solidità delle banche europee

È nettamente diverso il contesto in cui operano le banche europee. Proprio per questo, secondo il gestore, si prospetta un ulteriore consolidamento del settore bancario regionale statunitense, sulla falsa riga di quanto abbiamo visto in Europa negli ultimi dieci anni. Gli istituti europei sono già regolamentati secondo standard molto più elevati e non dovrebbero essere vulnerabili allo stesso modo. In prospettiva, in RBC BlueBay Am continuano a essere incoraggiati dalla solidità di fondo del settore bancario, in particolare dal fatto che le banche europee continuano a essere ben rifornite e dovrebbero continuare a beneficiare dell’aumento dei tassi. Gli stessi esperti ritengono inoltre che l’azione dei prezzi delle banche sia in contrasto con i fondamentali.

Il potenziale del debito AT1 degli istituti europei

È uno dei motivi per i quali Stacey ritiene che la solidità delle banche non si rifletta appieno nelle valutazioni, il che continua a rappresentare una frustrazione: un gap che, confida, è destinato a essere corretto. Anche alla luce di un’eventuale recessione, il settore entrerà infatti nella fase di contrazione economica da una posizione di forza, forse la più solida mai raggiunta in questa fase del ciclo. L’aspetto diverso di tale recessione è che le Banche centrali stanno alzando i tassi per piegare l’inflazione, scelta necessaria dal punto di vista degli utili bancari che dovrebbe contribuire a proteggere il deterioramento della qualità degli asset. Notizie positive anche dai livelli di capitale, che rimangono vicini ai massimi storici, e dallo stock di prestiti non performanti, vicino ai minimi. Tutti fattori spesso trascurati in periodi di stress. L’esperto ritiene che il debito AT1 delle banche europee possa offrire agli investitori un potenziale di rialzo, dato che il contesto macro continua a essere difficile.

A cura di: Fernando Mancini

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