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Bce: alzerà ancora i tassi, ma in modo meno aggressivo

Le crescenti pressioni politiche, legate al fatto che i rialzi dei tassi avuti finora hanno iniziato a creare problemi a famiglie e imprese, spingono la Bce a essere meno aggressiva nel prossimo futuro. L’economia tiene comunque meglio del previsto, anche se l’inflazione continua a correre.

17/11/2022
vista aerea di francoforte dominata dalla sede della bce
Analisi sulle prossime mosse della Bce

La lotta della Bce contro l’inflazione continuerà finché sarà necessario anche se, rispetto al ritmo e all’ampiezza dei rialzi fin qui sostenuti, è previsto un approccio meno aggressivo. Lo ha lasciato intendere lo stesso Istituto, dopo che nella riunione di ottobre ha ritoccato all’insù i saggi di riferimento di 75 punti base, portando al 2% il principale e all’1,5% quello sui depositi. In sostanza, invece di indicare di essere lontano dal raggiungere un livello di tassi coerente col ritorno dell’inflazione al target (2%), il Comitato ha deciso di tornare a un approccio basato sulle singole riunioni: ciò – secondo Azad Zangana, senior european economist e strategist di Schroders - potrebbe essere una risposta alle crescenti pressioni politiche, dato che l’aumento dei tassi ha iniziato a creare problemi a famiglie e imprese.

Panetta, un inasprimento aggressivo non è consigliabile

In sintonia si è espresso anche Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce: da una parte ha sottolineato come la direzione della politica monetaria dell’Istituto sia chiara e, quindi, un ulteriore aggiustamento (dopo quello deciso lo scorso mese) sia necessario per mantenere le aspettative di inflazione ancorate. L’obiettivo, ha aggiunto, è riportare sì l’inflazione al target il prima possibile ma, anche, evitare effetti non voluti come l’eccessiva volatilità dei mercati e un rallentamento marcato dell’economia. Tuttavia, sostiene Panetta, non bisogna dimenticare che l’inflazione oggi è elevata e bisogna garantire che non diventi radicata. Per contro, ha aggiunto, alla luce dei progressi già ottenuti dall’indirizzo rialzista assunto dalla politica della Bce, un inasprimento aggressivo non è consigliabile.

Gli investitori percepiscono una Bce meno falco

L’Eurotower, oltre al rialzo dei tassi, ha aumentato il costo dei prestiti per le banche che hanno usato le operazioni TLTRO. Alle banche è offerta la possibilità di rimborsare anticipatamente tali prestiti, contribuendo a ridurre la liquidità sui mercati. La Presidente della Bce, Christine Lagarde, ha risposto alle critiche sull’impatto sulla crescita affermando che la Bce deve fare quello che è necessario, deve concentrarsi sul proprio mandato “e – ha sottolineato - il nostro mandato è la stabilità dei prezzi”. A prescindere da questo, secondo Zangana, gli investitori hanno colto il messaggio che l’Eurotower sta diventando meno falco, riducendo il picco previsto dei tassi da poco più del 3% prima della riunione, a circa il 2,75%. Una delle conseguenze più visibili è stato il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.

L’economia, d’altronde, regge meglio del previsto

I dati raccolti fin qui suggeriscono che l’economia dell’Eurozona sta reggendo meglio del previsto e che quindi i tassi possono ancora salire. Dai dati preliminari sul PIL emergono infatti alcune sorprese positive, come per Germania e Italia che hanno battuto le stime. Nel complesso, si prevede che il PIL dell’Eurozona sia cresciuto dello 0,2% nel terzo trimestre, in linea con le stime di consenso, ma in rallentamento rispetto allo 0,8% del trimestre precedente. Su base trimestrale, la crescita dell’attività è rallentata dal 4,1% al 2,1%. A fare da contraltare al quadro economico migliore del previsto è l’inflazione dell’area, balzata al 10,7% in ottobre, superando di gran lunga il 10,2% di consenso. L’inflazione, secondo l’esperto di Schroders, sta quindi diventando più diffusa e continua a sorprendere al rialzo.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bce tassi inflazione
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