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Bce: l’euro digitale, àncora del sistema dei pagamenti

Con il crollo dell’uso del contante diventa importante che si arrivi all’euro digitale, che può essere l’àncora dei sistemi di pagamento. Sul mercato delle criptovalute, affatto regolamentato, sono sottovalutati molti rischi, tra cui l’affidabilità dell’emittente, la speculazione e le truffe.

02/12/2021
chiusura di una cassaforte sagomata con il segno dell'euro
Perché la Bce dovrebbe adottare l'euro digitale

La corrente favorevole affinché l’Eurosistema emetta un euro digitale sta crescendo rapidamente non solo perché, come rileva la Bce nel recente ‘Financial stability review’, i mercati delle criptovalute sono cresciuti in importanza e complessità ma, soprattutto, perché la relativa capitalizzazione è soggetta ad attacchi di speculazione e rimane limitata. Insomma, rappresenta più di un rischio per gli investitori che, invogliati dai ‘facili’ guadagni che promette, entrano in questo mercato. Allo stesso modo, però, l’emissione di un euro digitale può rappresentare un rischio per la disintermediazione dei depositi bancari, per il costo e la volatilità della raccolta degli intermediari, per la transizione della politica monetaria e la stabilità finanziaria?

Mantenere la fiducia e l’efficienza dei pagamenti digitali

È una domanda cui ha cercato di rispondere Piero Cipollone, vice direttore generale della Banca d’Italia, focalizzandosi su due dei principali benefici del possibile varo da parte dell’Eurosistema di un euro digitale:

  • mantenere la fiducia del pubblico nella moneta (con la progressiva espansione dei pagamenti digitali);
  • promuovere la concorrenza e l’efficienza dei servizi di pagamento.

L’obiettivo è quello di un euro digitale come àncora monetaria in un mondo dove l’uso del contante sta diminuendo da anni a causa di fattori strutturali che difficilmente si esauriranno nel tempo. Uno di questi è sicuramente la crescita del commercio digitale: nel nostro Paese, per esempio, il valore delle vendite tramite il canale e-commerce è aumentato del 20% negli ultimi tre anni.

Il crollo dell’uso del contante

Un altro rilevante fattore citato da Cipollone è il cambiamento nelle abitudini dei consumatori nei pagamenti fatti di persona. In Italia, tra il 2016 e il 2019, il rapporto tra il valore dei pagamenti fisici effettuati in contanti sul totale dei pagamenti fisici è diminuito di 11 punti percentuali, al 58%. I pagamenti con carta costituiscono oltre la metà dei pagamenti e solo il 4% degli utenti non ha accesso a strumenti di pagamento digitale. Questa tendenza, rilevano in Banca d’Italia, è cresciuta durante la pandemia, con la maggioranza dei consumatori che si aspetta di continuare a usare i pagamenti digitali con la stessa frequenza con cui lo faceva prima del 2020, o più spesso. Per tutelare i consumatori serve, quindi, una risposta efficace da parte della Bce.

Il rischio di credito dell’emittente

L’euro digitale toglierebbe centralità alle criptovalute – che sono sistemi privati - e ne contrasterebbe la diffusione. Secondo il banchiere, l’importanza del contante nell’ecosistema dei pagamenti deriva dal fatto che le famiglie e le imprese accettano la moneta privata (come depositi, la moneta elettronica), che è pur sempre una passività di un ente privato e come tale soggetta a un inevitabile rischio di credito, perché hanno la certezza che possono convertirla in ogni momento e alla pari con la moneta pubblica priva di rischio oggi rappresentata solo dal contante. Nel dettaglio, chi detenesse moneta privata sarebbe costretto a vigilare sullo stato di salute finanziaria dell’emittente, per valutare il valore reale delle sue disponibilità liquide.

I molti rischi delle criptovalute private

L’unicità della moneta è messa in pericolo. Se, infatti, una parte consistente dei depositi nell’Eurozona fosse denominata in monete digitali emesse da privati, poco legate all’euro, la sovranità monetaria, finanziaria e normativa dell'UE risulterebbe indebolita. Inoltre, un mercato dei pagamenti che si basasse su tecnologie controllate altrove potrebbe essere vulnerabile a minacce esterne, incluse quelle informatiche, riducendo la resilienza del sistema dei pagamenti e indebolendo la capacità delle autorità europee di esercitare controlli. In casi estremi, le imprese potrebbero arrivare a denominare in stablecoins il prezzo di beni e servizi e l’euro potrebbe perdere la propria funzione. E la trasmissione della politica monetaria sarebbe significativamente indebolita.

La Bce deve adeguare i propri strumenti

Alla luce di questi scenari il ruolo della Bce - come emittente dell’unico strumento di pagamento privo di rischio – secondo Cipollone deve adeguarsi fornendo ai cittadini uno strumento di pagamento che trasli nel mondo digitale il ruolo assunto dal contante nel mondo fisico. Una passività della messa in forma digitale disponibile per il pubblico per fini transattivi cementa, infatti, la fiducia dei cittadini nella struttura finanziaria, garantisce che le persone continuino a usarla nelle transazioni quotidiane riducendo il rischio di massivo utilizzo di altri mezzi di pagamento denominati in altre valute pubbliche o private, preserva la sovranità monetaria e in ultima analisi gli strumenti in mano alla Banca centrale per tutelare i risparmi dei cittadini.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

bce euro digitale pagamenti criptovalute
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