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Bond: i 5 temi da seguire in Europa e in Italia a luglio 2025
L’Italia è vista sempre più come destinazione interessante per gli investitori obbligazionari, mentre i titoli di Stato britannici restano sotto pressione per l’inflazione ancora alta e la mancanza di un piano fiscale credibile. Oltremanica le tensioni politiche interne alimentano l’instabilità.

Il panorama economico europeo e globale è in continuo movimento, tra segnali positivi dall'inflazione e nuove sfide geopolitiche. Per questi fattori - suggerisce Neil Mehta, BlueBay portfolio manager, investment grade di RBC BlueBay - gli investitori dovrebbero monitorare come si muovono le principali economie del vecchio continente e globali. Devono essere consapevoli che la situazione può cambiare rapidamente a causa di molte variabili: infatti, mentre alcuni Paesi mostrano segnali di stabilità e ripresa, altri devono ancora fare i conti con vecchie e nuove sfide. Il gestore ha quindi individuato cinque temi operativi che potrebbero aiutare a individuare la strategia per l’investitore che sceglie di guardare all’obbligazionario nel mese di luglio 2025.
La BCE dovrebbe dettare la linea
Al primo punto c’è la Banca Centrale Europea, la quale prevede che l'inflazione ‘‘core’’ - che esclude le voci più volatili (alimentari ed energia) - sarà in linea con il target del 2% entro il 2026. Si tratta di una cosa positiva, corroborata dal segnale arrivato dalla Germania, dove a giugno l’inflazione si è attestata proprio sul 2%. Questo, secondo l’esperto, lascia sperare che il periodo di prezzi fuori controllo stia per finire. Ma la BCE - per la sua politica monetaria - deve guardare anche al futuro: tra guerre, cambiamenti globali nel commercio e l’avanzata dell’intelligenza artificiale, le sfide infatti non mancano. Nei prossimi mesi, inoltre, si parlerà molto di dazi, politiche fiscali e di come i grandi cambiamenti strutturali influenzeranno l’economia europea.
Germania: più spese per la difesa, più debito
Nel frattempo, la Germania ha deciso di aumentare la spesa per la difesa fino al 3,5% del Pil entro il 2029. Significa che l’impegno del Governo tedesco farà passare la spesa relativa dai 95 miliardi di euro del 2025 ai 162 miliardi. Per finanziare queste spese, il Governo prevede di raccogliere più denaro sui mercati, emettendo nuovi titoli di Stato, ovvero nuovo debito. Entro la fine della legislatura, potrebbe indebitarsi per circa 850 miliardi di euro. I mercati finanziari stanno quindi osservando con attenzione questo cambiamento e si aspettano che i rendimenti dei titoli tedeschi aumentino man mano che cresce l'offerta dei bund.
Norvegia: tagli ai tassi e valuta sotto pressione
Intanto, anche la Banca centrale norvegese, la Norges Bank, ha deciso di abbassare i tassi d'interesse, entrando nel cosiddetto ‘‘ciclo di allentamento monetario’’. Questo tipo di politica, avverte Mehta, tende sì a stimolare l'economia, ma potrebbe anche indebolire la corona norvegese nei prossimi mesi, soprattutto se i prezzi del petrolio resteranno stabili. Di conseguenza, con la diminuzione della liquidità interna e il possibile calo degli affitti, la moneta potrebbe diventare più fragile. Tuttavia, se il mercato del lavoro migliorasse o salissero i prezzi delle case, la Banca centrale potrebbe cambiare di nuovo rotta.
Italia: lo spread ai minimi dal 2015, fiducia in crescita
L’esperto di RBC BlueBay rileva che c’è, tra gli addetti ai lavori, un rinnovato vento di fiducia anche per l’Italia. Lo spread tra i titoli di Stato nostrani (BTP) e quelli tedeschi (Bund) è sceso infatti ai livelli più bassi dal 2015. Merito, in parte, della stabilità politica interna e del ruolo crescente della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a livello internazionale. In questo clima, gli investitori stanno preferendo i BTP rispetto ad altri titoli europei, come quelli spagnoli o francesi. Se la situazione resterà stabile, i titoli italiani potranno guadagnare ancora più fiducia sui mercati.
Regno Unito: titoli di Stato ancora a rischio
Discorso diverso per la Gran Bretagna, dove infatti continua a regnare l’incertezza per diversi fattori. In primo luogo, per colpa dell’inflazione: anche se sta rallentando, questa resta alta soprattutto sui generi alimentari. Poi perché il Governo fatica a garantire un piano chiaro per sistemare i conti pubblici, anche a causa delle pressioni politiche che chiedono più spesa pubblica. Tutto questo, osserva Mehta, mantiene alta la tensione sui titoli di Stato britannici (Gilt). Anche se ci sono alcune opportunità per gli investitori, i rischi legati all’instabilità fiscale e all'inflazione Oltremanica non sono ancora stati risolti.
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