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Crisi energetica: un freno per l’industria delle costruzioni

L’aumento di sette volte dell’incidenza del prezzo del gas sulla produzione di settori energivori come quello delle costruzioni e manutenzioni stradali mette in difficoltà il comparto. È anche a rischio la realizzazione di parte dei lavori previsti nell’ambito del PNRR.

08/11/2022
progettazione e costruzione nuovi palazzi
Costruzioni e crisi energetica

La crisi energetica, o meglio l’impennata dell’inflazione che ha portato con sé, sta abbracciando tutti i settori dell’economia e, in particolare, sta mettendo in seria difficoltà l’industria delle costruzioni e delle manutenzioni stradali. In particolare, questo settore – che sconta gli insostenibili aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia - si prepara a chiudere il 2022 con un calo di produzione del conglomerato del 20% su base annuale. L’allarme arriva dall’analisi trimestrale SITEB (Strade ITaliane e Bitume), che ha elaborato le prime stime sulla chiusura dell’anno per il comparto. Per questo, l’associazione di categoria chiede espressamente al nuovo Governo di intervenire, con misure urgenti di reale compensazione dei rialzi e con meccanismi effettivi di revisione prezzi che tengano conto anche dei costi energetici.

Frenano anche le costruzioni per il caro commodity

Le prospettive sono condizionate anche per il settore costruzioni che, dopo il brillante 2021 (comparto cresciuto di circa il 20% e produzione a 475 miliardi), è costretto a fare i conti con la crisi energetica. La tendenza positiva, ha infatti sottolineato Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni, è purtroppo rallentata perché pesano nel comparto il caro energia, il caro materiali e il sostanziale blocco dei bonus fiscali. Sono tre punti essenziali, ha sottolineato ancora, che vanno assolutamente risolti in maniera tale che, attraverso tutta una serie di regolamentazioni, si possano salvare le imprese energivore che sono in profondissima crisi. È quindi necessario introdurre misure strutturali ed è importante che il nuovo Esecutivo agisca presto con misure regolatorie oltre quelle compensative.

A rischio messa in opera di parte dei lavori del PNRR

Il rischio, avvertono gli addetti ai lavori, è la messa in opera di una parte dei lavori previsti dal PNRR. Il report di SITEB, per esempio, rivela come, in base alle vendite del bitume dei primi 9 mesi dell’anno in Italia (-24,1% annuo), a fine anno la produzione di conglomerato bituminoso (asfalto) tornerà sotto quota 30 milioni di tonnellate (valori del 2018-19), dopo la crescita vista nel 2020-2021 quando aveva toccato 35 milioni di tonnellate. Il calo è ancora più preoccupante se si pensa che arriva proprio nei mesi in cui ci si sarebbe attesi, invece, una crescita dovuta alla messa a terra degli investimenti previsti dal PNRR. A causare questo calo, secondo l’analisi, è in primis la crisi energetica che sta gravemente colpendo il Paese: le lavorazioni del conglomerato bituminoso si eseguono prevalentemente con tecnologie a caldo per riscaldare ed essiccare le materie prime.

Lievita di sette volte l’incidenza del prezzo del gas

Il prezzo del gas metano, secondo gli esperti, ha un’incidenza crescente nella produzione del conglomerato bituminoso, passata in pochi mesi da 2-3 euro a tonnellata a 15-20 euro. I più colpiti sono in particolare gli impianti che utilizzano gas metano il cui costo è più che decuplicato in poco più di un anno. Tali impianti costituiscono il 52% delle attività. Di qui la scelta di alcune strutture di tornare all’alimentazione con olio combustibile, che non è sempre possibile perché, oltre ai costi di adeguamento, sono necessarie apposite autorizzazioni non facilmente ottenibili. Una situazione paradossale che pregiudica l’attività del settore, con alcuni impianti che addirittura preferiscono non aprire in assenza di commesse importanti per evitare perdite. L’effetto di tale dinamica è che i lavori di manutenzione, soprattutto quelli ANAS che sono il volano del comparto, sono in forte diminuzione (-20%).

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

crisi energetica siteb costruzioni
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