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Mercati: il 2024 potrebbe regalare sorprese con stime al rialzo

Gli indicatori della domanda rimangono solidi sia negli Usa sia in Europa. I bilanci familiari e aziendali sono sani, i salari crescono e la bassa disoccupazione contribuisce a una sicurezza lavorativa che stimola il consumo. Perciò i tagli dei tassi nel 2024 potrebbero essere meno ambiziosi.

20/01/2024
broker davanti a tre terminali pieni di grafici e dati
Prospettive dei mercati per il 2024

Se il marcato allentamento delle condizioni finanziarie degli ultimi mesi dovesse persistere, le previsioni sulla crescita economica per il 2024 dovrebbero essere riviste al rialzo. Lo sostiene Alvaro Sanmartin, chief economist di Amchor IS, facendo un primo esempio: per gli Stati Uniti, invece di un rallentamento più o meno sensibile, ci si può attendere un Pil che potrebbe addirittura superare il 2%. Nell'Eurozona l'attività potrebbe accelerare sensibilmente, fino a toccare tassi nettamente sopra l'1%. Per quanto riguarda l'inflazione di fondo, sebbene sia probabile che continui a diminuire nel breve, sembra anche chiaro che, con una domanda aggregata più forte (a seguito del rinnovato allentamento delle condizioni finanziarie), questa genererebbe rischi al rialzo per l'andamento dei prezzi durante l’anno.

Orizzonte positivo per azionario e credito

Al di fuori dell'Europa e degli Usa, per il 2024 l’economista vede performance interessanti nelle economie emergenti (tra cui la Cina, dove potremmo assistere a una crescita di circa il 5%) e una Banca centrale del Giappone compiere ulteriori passi verso la normalizzazione della politica monetaria, anche se lentamente e solo quando sarà confermato uno slancio salariale sufficientemente forte. Sul posizionamento sui mercati finanziari, Sanmartin rivela che Amchor IS mantiene posizioni caute ma costruttive sul fronte azionario (soprattutto in Europa e nei mercati emergenti, con una preferenza per le posizioni cicliche/value). E anche una visione ragionevolmente costruttiva sul credito e sul debito emergente in valuta locale e, ancora una volta, una forte preferenza per la duration, con chiara propensione per la parte breve delle curve.

Domanda aggregata solida

I fondamentali della domanda aggregata, continua l’esperto, rimangono solidi su entrambe le sponde dell’Atlantico: i bilanci delle famiglie e delle imprese sono generalmente sani, i salari crescono in termini reali, i livelli di disoccupazione rimangono molto bassi, generando sicurezza del posto di lavoro e alimentando il desiderio di consumare. Al momento, aggiunge, non si vede alcun significativo eccesso di offerta in nessun settore e questo tende a limitare il rischio di ribasso per quanto riguarda l'evoluzione degli investimenti da parte delle imprese. La prevedibile fine dell'aggiustamento al ribasso delle scorte industriali potrebbe rilanciare l'attività in questo segmento per tutto il 2024, mentre la spesa pubblica associata alla transizione ecologica e alla difesa rimarrà prevedibilmente forte.

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I tassi potrebbero scendere meno del previsto

C’è però il rovescio della medaglia: è abbastanza probabile – secondo Sanmartin - che i tagli dei tassi che potremmo vedere nel 2024 da parte delle Banche centrali finiranno per essere molto meno ambiziosi di quanto scontato oggi. Per la view sui bond pubblici, l’esperto rimane molto cauto nei confronti del rischio di duration e preferisce concentrare le esposizioni sulla parte breve. Per il Giappone, prevede che il rendimento dei decennali tenderà a salire sensibilmente tra 3-6 mesi. Per la Borsa, i dati sembrano suggerire che non sia imminente una recessione né negli Usa né in Europa e, in un contesto in cui i tassi reali rimarranno ragionevolmente elevati su base strutturale, continua a ritenere che il segmento di mercato value/ciclico, comprese le banche europee, dovrebbe fare meglio di quello growth/difensivo.

Obbligazioni societarie sugli scudi

Sul credito Sanmartin continua a preferire i bond societari perché stima che i tassi di default non dovrebbero aumentare troppo. In ogni caso, dato che gli spread non sono particolarmente elevati, continua a ritenere che abbia senso combinare l'esposizione al credito con posizioni ben selezionate in titoli di Stato emergenti in valuta locale. Per due motivi: perché offrono ottime prospettive di rendimento, soprattutto in termini di carry (ma forse anche grazie a possibili movimenti di apprezzamento dei tassi di cambio) e perché attualmente esiste un gruppo di Paesi emergenti per i quali prevede elevati tassi di crescita relativa e che beneficiano anche di una solida governance economica, di bassi deficit pubblici e di un'inflazione ragionevolmente bassa.

Sotto i riflettori le valute emergenti, poco dollaro

Per quanto riguarda il mercato valutario, l’economista di Amchor IS continua a detenere solo posizioni moderate in dollari perché – spiega – ritiene che il differenziale di crescita tra Stati Uniti ed Europa si ridurrà sensibilmente nel corso del 2024. Allo stesso tempo, mantiene una visione positiva su valute come la corona norvegese, il dollaro neozelandese e il dollaro australiano. Continua inoltre a preferire le valute dei mercati emergenti con una buona governance macro e prospettive di crescita economica favorevoli (l’attenzione, in particolare, è su real brasiliano, rupia indiana, peso messicano e rupia indonesiana). Inoltre, visti i buoni segnali macro che il Giappone sta generando, ritiene che lo yen, in dosi prudenti, possa rappresentare una buona posizione di protezione per i prossimi mesi.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati 2024 eurozona amchor
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