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Economia 2024: crescita resiliente e inflazione in calo
La ricchezza netta delle famiglie italiane è cresciuta grazie al rialzo dei valori immobiliari e finanziari. Il debito è diminuito rispetto al reddito, mentre i risparmi si sono spostati verso i bond pubblici. Le imprese hanno continuato a investire, ma con crescita limitata e bassa produttività.

Il 2024 è stato caratterizzato da una crescita economica globale moderata e disomogenea, con un tasso di espansione più solido nelle economie avanzate (trainate dagli Stati Uniti) e in lieve rallentamento nei Paesi emergenti, dove però i ritmi di sviluppo restano elevati. Nel frattempo, l’inflazione è calata nella maggior parte dei mercati sviluppati, favorendo una graduale transizione verso politiche monetarie meno restrittive, mentre in altri Paesi, come il Giappone e la Turchia, si sono adottati interventi opposti, a fronte di dinamiche inflazionistiche opposte. È quanto emerge dalla relazione annuale di Banca d’Italia, dove si sottolinea che quest’anno le tensioni commerciali innescate dalla politica dell’Amministrazione statunitense hanno aumentato l’incertezza internazionale, penalizzando le prospettive di crescita e alimentando la volatilità dei mercati finanziari.
La domanda sostiene il Pil italiano
In questo contesto complesso, l’economia dell’Eurozona lo scorso anno ha registrato una crescita contenuta, accompagnata da un netto rallentamento dell’inflazione. Nell’area le politiche di bilancio sono rimaste improntate al contenimento del disavanzo, mentre è proseguita l’attuazione dei piani legati al Next Generation EU. Anche la politica monetaria della BCE ha avviato una progressiva riduzione dei tassi, segnalando una maggiore fiducia nel rientro dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. L’Italia, in linea con questo quadro europeo, ha sperimentato una crescita del PIL dello 0,7%, sostenuta sia dalla domanda interna che da quella estera, ma frenata dalla debolezza degli investimenti e dalla stagnazione sofferta dall’industria. L’inflazione lo scorso anno è scesa in modo deciso (grazie soprattutto alla stabilizzazione dei prezzi energetici), restituendo potere d’acquisto alle famiglie, il cui risparmio è tornato a crescere.
Il tasso di risparmio torna sopra i livelli pre-Covid
Sempre nel 2024, il reddito disponibile delle famiglie italiane è cresciuto, anche se a un ritmo più contenuto rispetto al 2023. Questo rallentamento è dovuto soprattutto alla debolezza dei redditi da lavoro autonomo e da capitale, mentre i redditi da lavoro dipendente sono saliti grazie all’occupazione e agli aumenti salariali, che però in termini reali restano sotto i livelli del 2021. Le politiche pubbliche hanno continuato a sostenere soprattutto le famiglie a basso reddito, più esposte al rischio di povertà. Nel frattempo, la spesa per consumi è rimasta contenuta, frenata dagli alti tassi reali e da un aumento dei timori per l’occupazione che, secondo l'analisi, sono solo in parte legate all’intelligenza artificiale. Di conseguenza, come accennato, il risparmio è tornato a salire, superando i livelli pre-pandemia.
Famiglie più ricche grazie ai mercati e al valore delle case
La ricchezza netta delle famiglie - secondo la relazione di Banca d’Italia - è aumentata in linea con il reddito, sia grazie alla crescita della ricchezza finanziaria, trainata dall’aumento dei prezzi degli asset e da un maggiore risparmio, sia per l’aumento del valore degli immobili, sostenuto dal buon andamento del mercato residenziale. È proseguito nel frattempo lo spostamento dei risparmi verso i titoli obbligazionari, in particolare quelli pubblici italiani, anche grazie a emissioni dedicate. Il debito delle famiglie, in rapporto al reddito, è ulteriormente diminuito, restando molto più basso rispetto alla media dell’Eurozona. I mutui sono leggermente aumentati, mentre i prestiti al consumo hanno mostrato una crescita più marcata.
Imprese, spesa per l’innovazione sotto la media Ue
Le imprese italiane, pur in un contesto ancora incerto, hanno continuato a investire, specialmente grazie al PNRR. La loro espansione è stata però modesta, con una particolare debolezza nei settori delle costruzioni (fine degli incentivi) e dei servizi. La loro redditività è stata inoltre penalizzata dai costi elevati, anche se il credito bancario ha beneficiato di condizioni finanziarie più favorevoli. La produttività ha continuato a calare e la spesa in innovazione rimane sotto la media europea, nonostante alcuni progressi nella digitalizzazione e transizione verde. L’occupazione ha continuato a crescere anche nel 2024, più del PIL, trainata dalle posizioni a tempo indeterminato e dagli over 55, mentre la disoccupazione ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 17 anni. Il mercato del lavoro resta quindi dinamico, ma persistono fragilità per giovani e lavoratori temporanei.
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