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Mercati: investitori alla riscoperta dei titoli value

Il mercato torna sul segmento value, sulla scia del trend visto negli ultimi mesi e con l’idea che il prospettato rialzo dei tassi favorisca questo tipo di imprese. Gli esperti suggeriscono di fare attenzione ai multipli troppo elevati e di preferisce la massima diversificazione.

08/03/2022
dito disegna grafico rialzista blu
Analisi sulla riscoperta dei titoli value

Il mercato è alla riscoperta dei titoli value, sulla scia della performance che questo segmento ha sperimentato nell’ultima parte dello scorso anno. Gli esperti si chiedono cosa ci sia davvero dietro questa tendenza: se è mossa dalle prospettive dei tassi di interesse, dal quadro politico o da altri fattori. Nick Kirrage, co-head global value team di Schroders, è convinto che gli investimenti value scaturiscono principalmente da un elemento che non cambia mai: l’elemento emotivo umano, che oggi è più forte che mai. Molti investitori acquistano infatti sulla base dell’idea che quando i tassi salgono il value sovraperforma e, al contrario, in un contesto di bassa inflazione e bassi tassi, si aspettano di vedere multipli più elevati da parte dei titoli growth.

Attenzione ai multipli elevati

Tuttavia, la storia degli ultimi 30-40 anni mostra che il rapporto non sempre tiene. L’esperto porta come esempio il Giappone dove, nel lungo periodo (trenta anni) di deflazione e tassi d’interesse incredibilmente bassi che ha attanagliato il Paese, il value ha funzionato in modo consistente smentendo questo assunto. Al contrario, l’investitore deve tenere conto che negli investimenti value ci sono comunque alcune aree geografiche dove è più difficile trovare opportunità: circa il 70% dell’indice MSCI World è composto da aziende statunitensi e gli USA hanno livelli di CAPE (cyclically-adjusted price-to-earnings, rapporto prezzo/utili) tra i più elevati mai toccati. Un aspetto da non sottovalutare perché la storia insegna che è piuttosto difficile generare rendimenti nei dieci anni successivi partendo da multipli così elevati.

Diventa essenziale la diversificazione

In Europa nelle ultime settimane spicca la sovraperformance del value il cui indice, dopo avere sofferto a lungo, oggi scambia su multipli simili a quelli della parte più economica della Borsa Usa. L’attenzione si è concentrata sul settore sanitario, che è abbastanza omogeneo a livello globale in termini di driver. Tuttavia, un’azienda quotata in Europa potrebbe essere esposta a un contesto di finanziamento molto diverso rispetto a una società d’Oltreoceano, con la Bce che tenderà a rallentare l’inasprimento della politica monetaria rispetto ad altre Banche centrali. È un elemento che - secondo Kirrage - può fare la differenza, anche se l’importante è evitare di puntare su un singolo contesto macro: il che significa che la diversificazione è essenziale.

Le aziende energetiche ancora sugli scudi

Secondo l’esperto, un altro Paese dove si possono trovare interessanti opportunità nel value è il Giappone, mentre un’area da monitorare è la Cina, dove le valutazioni sono scese in alcuni settori. Guardando agli altri settori, è da rilevare la solida performance registrata nel 2021 da quello energetico che, si tende a pensare legata alle quotazioni più alte del greggio. La spinta non è infatti arrivata solo da questo fattore: visto che quando i prezzi salgono, anche i costi tendono ad allinearsi. Anche il dibattito sulle aziende energetiche e la sostenibilità non è chiaro. Alcuni dicono semplicemente di non voler investire più in idrocarburi, ma molte società energetiche sono ben posizionate per essere parte della soluzione al cambiamento climatico.

Le contraddizioni del mercato richiedono la gestione attiva

La transizione verso la sostenibilità si presume che sarà graduale e, di conseguenza, il mondo avrà ancora bisogno dell’energia tradizionale per costruire, ad esempio, i parchi eolici e solari che producono quella rinnovabile. Proprio le aziende energetiche stanno investendo molto nelle rinnovabili, nel mentre il loro business 'oil & gas' continuerà a generare utili, che possono essere usati per investire nella transizione, ma anche per ripagare gli azionisti. Perciò, secondo Kirrage, a prescindere dal corso del petrolio, non c’è motivo di pensare che le aziende energetiche avranno basse valutazioni per sempre. Insomma, non c’è una sola narrativa per tutte le situazioni: per questo, afferma, le contraddizioni del mercato sono d’aiuto per la gestione attiva.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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