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Prometeia: Italia fuori dalla crisi nel 2023

Prometeia stima che il Pil italiano quest’anno calerà del 9,6 pct, per rimbalzare del 6,2 pct nel prossimo e solo nel 2023 riconquisterà i livelli pre-crisi. Stima che i fondi Ue verranno utilizzati solo al 70 pct del totale, ma daranno all’economia un contributo aggiuntivo di 1,7 punti.

30/09/2020

La crisi da Covid-19 ha portato l’Italia ai livelli di ‘benessere economico’ degli anni ‘90. Il punto di minimo è stato superato tra aprile e maggio, e il rimbalzo sta assumendo una forma a ‘V’. La ripresa rimane in salita. È in sintesi la previsione di Prometeia, che, in particolare, stima che i fondi del Next Generation EU rappresentano sì un’opportunità storica ma verranno utilizzati dal nostro Paese solo al 70% del totale (145 miliardi), a causa delle sue storiche difficoltà a scegliere e portare a termine progetti di investimento con scadenze così stringenti. Fondi che comunque contribuiranno a una crescita aggiuntiva del Pil di 1,7 punti percentuali al termine dell’orizzonte di previsione nel 2023.

I dati confermano rimbalzo nel terzo trimestre

Il nostro Paese, anche per gli esperti di Prometeia, è entrato in fase di ripresa ma il suo Pil recupererà i livelli pre-pandemia non prima di tre anni. Dopo la caduta record nel primo semestre di quest’anno, i dati congiunturali confermano comunque un rimbalzo nel terzo trimestre grazie a tutte le componenti della domanda, dalla spesa delle famiglie alle esportazioni. Quest’anno, stimano, si chiuderà con una contrazione della crescita del 9,6%, con un impatto settoriale molto disomogeneo. Nel 2021 è atteso un rimbalzo del 6,2%, che rallenterà a +2,8% nell’anno successivo e con un recupero dei livelli pre-crisi solo nel 2023. 

Brillano farmaceutica e alimentare, male il turismo

Tra i settori più esposti i servizi - come alloggio, ristorazione, intrattenimento – che perderanno a fine anno tra il 30% e il 35% del valore aggiunto. Meno penalizzati, ma sempre in negativo, saranno telecomunicazioni, utility e l’intermediazione. Differenze anche nell’industria: l’automotive sarà tra i comparti che sconterà di più la pandemia, chiudendo il 2020 con una caduta del valore aggiunto nell’ordine del 35%, mentre saranno i settori che producono beni essenziali, come la farmaceutica e l’alimentare, a presentare la performance migliore. Nel 2021, secondo Prometeia, il valore aggiunto di tutti i macro-settori tornerà positivo. In particolare industria e costruzioni traineranno il Pil, che tuttavia rimarrà ancora distante dal valore pre-Covid dell’1,7%. 

Da fondi Ue forte impulso al Pil, ma solo con uso efficace

Dopo la prima risposta alla crisi da parte del Governo – con uno stimolo fiscale di 100 miliardi di euro – e della Bce, il focus ora è sull’utilizzo dei fondi europei, che per l’Italia ammontano a 207 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027. Con un primo accesso ai fondi nella seconda parte dell’anno prossimo, e un probabile utilizzo al 70% delle risorse a disposizione, Prometeia stima che questi fondi daranno comunque un forte impulso agli investimenti pubblici e privati: dopo il -12,1% previsti per quest’anno, si attende un rimbalzo del 10,5% nel prossimo.

È opportuno accedere al Mes per mismatch temporale 

Alla luce della probabile discrepanza temporale tra impegni di spesa e disponibilità dei fondi del Next Generation EU solo all’inizio del prossimo anno, secondo Prometeia “è opportuno accedere anche al Mes, che permetterebbe di risparmiare in spesa per interessi”. Gli effetti sui conti pubblici implicherebbero un maggiore disavanzo di circa mezzo punto percentuale ogni anno, ma i bassi tassi di interesse e la maggiore crescita economica consentirebbero una riduzione del rapporto debito/Pil, dal 158% del 2020 al 152% nel 2023. Inoltre, quest’anno lo stimolo fiscale da 100 miliardi complessivi farà balzare il deficit/Pil al 10,9% (dall’1,6% del 2019). 

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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