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Turismo: l’Italia torna a correre, trainano le città d’arte
La durata dei soggiorni si accorcia: 6,6 notti per gli stranieri in Italia e 8,2 per gli italiani all’estero. Nonostante i volumi non abbiano ancora raggiunto i livelli record pre-Covid, il trend resta positivo, con una graduale ripresa dei flussi. L’aereo primo mezzo di trasporto e boom di B&B.

Il Belpaese conferma di avere ritrovato il tradizionale appeal: i turisti stranieri stanno tornando in massa, affascinati dalla nostra storia e cultura, dopo il momentaneo raffreddamento che ha seguito il Covid e il deterioramento del quadro geopolitico mondiale. La bilancia turistica dell’Italia continua infatti a registrare risultati solidi: nel 2024, secondo il rapporto sul turismo internazionale diffuso da Banca d’Italia, il surplus – che ha raggiunto i 21,2 miliardi di euro, pari all’1% del PIL – è tornato ai livelli del 2019, superando la media dell’Unione Europea. E c’è un’ulteriore conferma: la fase di espansione del settore turistico anche in uscita, oltre che in entrata.
Più turisti da Germania e Spagna, meno dagli Usa
Gli stranieri che scelgono l’Italia lo fanno soprattutto per le vacanze culturali: il 62,6% della spesa complessiva è legata ai viaggi di piacere, e oltre la metà (56,4%) della quota riguarda soggiorni nelle città d’arte, che restano la meta preferita. La spesa turistica straniera ha toccato i 54,2 miliardi, +4,9% in termini nominali e +3,8% in termini reali. In particolare, l’incremento è stato alimentato dalla maggiore presenza di turisti arrivati dalla Germania, dalla Spagna e dai Paesi asiatici, tra cui Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti e Cina. La crescita ha compensato il calo degli arrivi da Svizzera, Austria e Israele, così come la lieve contrazione dei visitatori statunitensi, parzialmente bilanciata dall’aumento dei turisti canadesi.
Turismo italiano all'estero: i soggiorni diventano più corti
È cresciuto contestualmente anche il turismo italiano all’estero, con una spesa complessiva di 33 miliardi di euro (+4,5% nominale), trainata soprattutto dai viaggi nell’area euro, in particolare in Germania e Spagna. Le mete preferite - anche in questo caso - restano le città d’arte e le località balneari, mentre la spesa per viaggi d’affari è in calo, nonostante l’aumento del numero di viaggiatori per lavoro. Il numero totale di viaggiatori, sia stranieri in Italia che italiani all’estero, non ha ancora raggiunto i livelli record pre-pandemia, ma la tendenza è comunque di graduale ripresa. In particolare, la durata media dei soggiorni si sta accorciando, tornando su valori simili al 2019: 6,6 notti per gli stranieri in Italia, 8,2 per gli italiani all’estero.
Mercato del turismo: aumentano i viaggi in aereo
Altro dato rilevante che spicca dal report di Via Nazionale è il ritorno ai viaggi via aereo: oltre la metà dei turisti stranieri ha raggiunto il nostro Paese in aereo, contribuendo per circa il 70% alla spesa complessiva, a conferma della loro maggiore capacità di spesa. Anche tra gli italiani l’utilizzo dell’aereo è cresciuto, toccando il 43,9% degli spostamenti internazionali. Scendendo nei dettagli, il Centro Italia torna in testa per incassi turistici, con il 27,4% delle entrate totali, superando di nuovo Nord-Ovest e Nord-Est. In crescita anche la quota di Sud e Isole, che ha raggiunto il 18,2%, il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni. Tra le preferenze ricettive, spicca un aumento marcato dei pernottamenti in B&B e agriturismi, soprattutto in Italia, mentre all’estero gli italiani continuano a preferire alberghi e villaggi. Circa la metà della spesa all’estero è destinata all’alloggio, seguita dai servizi di ristorazione (21%).
Settore turistico: segnali ancora positivi nel primo trimestre 2025
Il report di Banca d’Italia ha tracciato anche l’andamento del settore turistico del primo trimestre del 2025, dove i segnali sono rimasti positivi: l’avanzo della bilancia turistica in questo periodo è salito del 15% rispetto allo stesso periodo del 2024, grazie a un’ulteriore crescita della spesa dei turisti stranieri del 6,4%. Nonostante il buon andamento complessivo, l’Italia perde leggermente quota di mercato a livello globale: secondo i dati provvisori dell’UN Tourism, la sua incidenza sulle entrate turistiche mondiali è scesa dal 3,6 al 3,4%. In sintesi, il nostro Pase si conferma una potenza turistica, ma dovrà continuare a innovare l’offerta e migliorare la competitività per mantenere il suo ruolo di leadership in un contesto internazionale sempre più dinamico.
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