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Risparmio: 6 italiani su 10 scelgono il consulente finanziario
Circa 6 italiani su 10, indipendentemente dal livello di cultura finanziaria, scelgono un consulente. La maggioranza è cauta, soprattutto di fronte a tassi troppo alti, concentrazione del rischio, scarsa trasparenza, investimenti autonomi in criptovalute e app che promettono profitti immediati.
Gli italiani puntano sulla consulenza per colmare la loro scarsa conoscenza del mondo della finanza e per difendersi dalle truffe e pubblicità ingannevoli. Ecco perché - secondo il sesto rapporto Assogestioni-Censis - più della metà dei cittadini mostra sì interesse, ma una parte ancora significativa non sente il bisogno di approfondire temi come risparmio e investimenti. L’interesse, insomma, è in crescita ma il gap resta ampio rispetto all’Europa. Il 55,7% degli italiani dichiara di voler migliorare le proprie competenze economiche, anche se il 42,9% afferma di non avere né tempo né motivazione per farlo. La disattenzione è particolarmente diffusa tra gli over 65 (50,4%) e tra chi ha un livello di istruzione più basso (58,7%). Preoccupa il fatto che, anche tra i giovani, la quota di disinteressati resta alta, al 38,6%.
Per un maggiore approfondimento su come gli italiani gestiscono i propri risparmi, si consiglia la lettura della news dedicata su PrestitiOnline.it.
Investimenti: l'allarme delle truffe online
Uno dei principali timori tra gli investitori italiani è quello di incappare nelle truffe online o telefoniche. A questo proposito, stando alla ricerca, quasi un italiano su due (47,8%) racconta di aver ricevuto proposte da siti di trading online poi rivelatesi ingannevoli e quasi il 60% di loro è stato esposto a pubblicità sui social che promettono guadagni facili. Un quadro che, secondo gli esperti del settore, conferma l’estrema vulnerabilità di molti risparmiatori di fronte a contenuti digitali poco affidabili. Tutto questo nonostante ci consideriamo un popolo prudente, che ha un approccio cauto di fronte agli investimenti. Nonostante il diverso livello di interesse per l’educazione finanziaria, gli italiani ‘interessati’ e ‘disinteressati’ mostrano infatti comportamenti molto simili quando devono valutare un investimento.
Investimenti: attenzione agli ‘specchietti per le allodole’
La maggioranza dei concittadini avrebbe un comportamento cauto, nel tentativo di schivare i cosiddetti ‘specchietti per le allodole’, perché riconoscono quanto sia facile cadere nelle trappole che seminano i malfattori (non solo in rete). La loro attenzione, in particolare, sarebbe più accentuata davanti a cinque ‘specchietti’:
- conti deposito con tassi insolitamente alti;
- inviti a concentrare grandi somme su un unico prodotto;
- aziende poco trasparenti;
- investimenti autonomi in criptovalute;
- app di trading che promettono profitti immediati.
Inoltre, secondo la ricerca di Assogestioni-Censis, l’88,5% dei disinteressati e l’87,9% degli interessati dichiara di essere ancora più attento nella gestione dei risparmi in questa fase storica, segnata da incertezze economiche e rischi digitali.
Investimenti: la professionalità fa la differenza
Il consulente resta centrale per chi investe, come dimostrano i numeri. Sia chi si interessa alla finanza sia chi no sceglie di affidarsi a un esperto: lo fa il 60,6% dei disinteressati e il 62,6% degli interessati. Tra chi investe, molti si rivolgono a un consulente o alle banche stabilmente. Anche le piattaforme di trading attirano parte degli italiani, però come strumento da usare con supporto professionale. Per il 43,2% dei disinteressati e il 53,5% degli interessati, il trading digitale è utile ma non può sostituire il consulente. L’atteggiamento verso l’innovazione non cambia in base al grado di alfabetizzazione finanziaria, ma più di nove italiani su dieci ritengono necessarie norme che proteggano i cittadini e la grande maggioranza sostiene che le tecnologie sono un valore solo se migliorano la vita di tutti.
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