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Risparmio: sempre più italiani scelgono i fondi comuni
I piani di accumulo, i PAC, attraggono oltre la metà dei giovani investitori, grazie alla possibilità di investire piccole somme con regolarità. È un segnale di maggiore pianificazione e attenzione al lungo termine. Il 25 per cento degli investitori detiene il 75 per cento delle masse gestite.

Nel panorama del risparmio italiano si registra un importante segnale di crescita e cambiamento: nel 2024, circa un milione e mezzo di persone ha scelto per la prima volta di investire in fondi comuni. Questo dato - ricavato dell’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni nel Paese, curato dall’Ufficio Studi di Assogestioni - porta il numero totale dei sottoscrittori a 11,6 milioni ed evidenzia l’ampliamento e l’evoluzione di una platea sempre più diversificata per età, patrimonio e modalità di accesso al mercato. È altresì interessante, soprattutto guardando in prospettiva, rilevare che i fondi comuni si confermano di fatto come uno strumento di investimento sempre più democratico.
Risparmio più democratico: boom di nuovi investitori
La maggior parte dei risparmiatori investe cifre contenute: la metà dei sottoscrittori ha infatti impegnato 15mila-21mila euro, a dimostrazione di come i fondi siano accessibili anche a chi dispone di risorse più limitate. C’è però da rilevare che il valore medio investito ha raggiunto i 52mila euro e dietro questa cifra si nasconde una forte concentrazione patrimoniale: il 25% degli investitori più ricchi detiene infatti il 75% delle masse. Sul fronte demografico, l’età media degli investitori è di 61 anni, con i Boomers che restano protagonisti, sia per numero che per patrimonio. Tuttavia, le nuove generazioni iniziano a farsi spazio: Millennials e Gen Z rappresentano il 15% della platea.
Millennials e Gen Z entrano in gioco: cresce l’interesse per i fondi
Dalla ricerca spicca che, tra i nuovi entrati nel 2024, uno su quattro è under 40, a riprova di un cambio graduale ma marcato. Anche se in ritardo rispetto ad altri Paesi, come gli Usa, dove i giovani investono di più, in Italia si intravede una crescente consapevolezza tra le nuove generazioni. I loro investimenti, seppur ancora distanti da quelli dei più anziani, stanno aumentando. I Gen Z investono in media 14mila euro, i Millennials 24mila, in crescita rispetto all’anno precedente. Al contrario, i Boomers si attestano su una media di 62mila euro. Questo ‘‘spread’’, secondo gli esperti, segnala l’urgenza di affrontare temi legati alla longevità e al trasferimento della ricchezza tra generazioni.
La riscossa delle investitrici
Un altro dato interessante che emerge da report riguarda il divario di genere, che continua a ridursi. Le donne rappresentano ormai il 47% degli investitori, con un investimento medio di 50mila euro, vicino a quello degli uomini. Si tratta di un progresso costante se si pensa che, solo nel 1996, le investitrici erano appena il 34%. Dal punto di vista geografico, il risparmio gestito è più diffuso al Nord, dove si concentra il 64% dei sottoscrittori e il 68% delle somme investite. Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte guidano la classifica in entrambe le categorie. Al Sud, invece, prevale la liquidità nei portafogli, segno di un potenziale ancora inespresso per il mercato dei fondi comuni.
I PAC, l’obiettivo di lungo termine dei giovani
Quanto ai canali di distribuzione, le banche restano il principale punto di accesso per i fondi italiani, mentre per quelli esteri vengono spesso sottoscritti tramite consulenti finanziari. Cresce l’uso dei piani di accumulo (PAC), scelti soprattutto dai giovani: tra gli under 40, più della metà opta per questa modalità, che permette di investire piccole somme con regolarità. È un segnale positivo, che mostra una maggiore attenzione alla pianificazione. Infine, l’analisi dell’asset allocation rivela che i più giovani tendono ancora a essere cauti, con una quota di fondi azionari più bassa rispetto ai coetanei statunitensi. Inoltre, gli investitori italiani mantengono una forte preferenza per il mercato domestico, con un 20% del portafoglio ancora investito in titoli italiani.
Mercato dei fondi comuni: segnale incoraggiante per il futuro
In sostanza, l’analisi del mercato dei fondi comuni del 2024 dell’Osservatorio dell’associazione evidenzia come questo strumento sia sempre più scelto da una popolazione eterogenea, confermandosi prodotto flessibile, accessibile e adatto a diverse esigenze dell’investitore. La crescita dei nuovi sottoscrittori, in particolare tra i giovani, secondo Assogestioni, rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro del risparmio gestito nel Paese. Investire in fondi, infatti, significa affidarsi a una gestione professionale, diversificata e orientata al lungo termine: passo importante anche dal punto di vista dell’educazione finanziaria, che merita di essere promosso e sostenuto.
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