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Difficoltà sudafricane

11/04/2017

Il debito sovrano sudafricano è ‘junk’. Il downgrade del debito in valuta estera è arrivato da Standard and Poor’s, ma anche Moodys’ l’ha messo sotto osservazione per un possibile deterioramento

Il Sudafrica è alle prese con un tasso di crescita economica che è il più basso dalla recessione affrontata nel 2009. In un paese dove la disuguaglianza e la povertà la fanno da padrone, il compito più arduo per il governo resta la lotta alla disoccupazione (che staziona introno al 30% della forza lavoro). Il team di Standard and Poor’s ha evidenziato che la revisione al ribasso del rating riflette il rischio, accentuato dai cambi intervenuti all’interno dell’esecutivo, che le politiche implementate negli ultimi anni non trovino la continuità necessaria per produrre gli effetti sperati.

Il tutto ha fatto lievitare le probabilità che la crescita economica e la bilancia fiscale vadano in sofferenza. Nella sua analisi, il team dell’agenzia di rating evidenzia che i passivi, in particolare quelli relativi al settore energetico, continueranno a lievitare e creare problemi difficilmente gestibili nel lungo termine. L’incremento di questi rischi avrà, secondo Standard and Poor’s, inevitabili ripercussioni sui costi sostenuti dal paese per raccogliere capitali sui mercati internazionali.

L’agenzia di valutazione ha comunicato che il suo giudizio sui titoli di stato sudafricani denominati in divisa estera è passato a ‘BB+’, il gradino più alto all’interno delle obbligazioni ‘spazzatura’, dopo che Jacob Zuma, il presidente del paese, ha preteso e ottenuto l’uscita dall’esecutivo in carica del ministro delle Finanze, Pravin Gordhan. Quest’ultimo esponente governativo era partitario di un sensibile taglio della spesa pubblica per ridurre il deficit dei conti dello Stato.

Anche se Standard and Poors è la prima agenzia di rating ad aver optato per il deterioramento dei bond sudafricani fino al livello ‘spazzatura’, potrebbe non essere l’unica a peggiorare il rating del paese africano. Moody’s mantiene per ora una valutazione BB+ per i titoli sovrani emessi in valuta estera, a soli due gradini dalla perdita dell’investment grade. Tuttavia, dopo la notizia relativa all’abbandono del governo da parte del ministro delle Finanze, Moody’s ha fatto sapere di aver posto sotto osservazione il rating del Sudafrica per valutare i provvedimenti da prendere (potenzialmente negativi e non certo positivi).

L’ex ministro delle Finanze Gordhan era da molti mesi in contrasto con il presidente Zuma sulle modalità da seguire per tenere sotto controllo la spesa pubblica del paese. Il ministro destituito aveva più volte dichiarato il suo parere favorevole a un taglio della spesa che avrebbe consentito di riportare il deficit pubblico al 2,6% del Pil annuo entro il 2020 (attualmente il rapporto deficit/Pil si attesta al 3,4%). Gordhan sarà sostituito da Malusi Gigaba, ex ministro della nazione, che non ha alcuna esperienza nel settore finanziario e in quello imprenditoriale. Si tratta del quarto ministro delle Finanze in soli quindici mesi.

Lo stato sudafricano è proprietario di circa 700 imprese, tra cui ferrovie, porti ed una gamma completa di società operanti in vari settori, chiamate “parastatali”. Gli stipendi dei dipendenti sono aumentati molto più rapidamente dell’inflazione ed anche le gratifiche per i funzionari governativi di alto rango sono salite velocemente. Il risultato è naturalmente che tutti vogliono lavorare per il governo ed alcuni osservatori affermano che gli stipendi governativi sono diventati troppo elevati. Le imprese statali sono a loro volta diventate sempre più inefficienti e gestite in modo inadeguato, diventando così onerose per le finanze governative.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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