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Export AI: interesse alto, ma imprese italiane con poche strategie
Strumenti come chatbot, traduzioni automatiche e analisi dei dati vengono impiegati per migliorare l’esperienza dei clienti e la comunicazione multilingua. Le priorità d’uso riguardano la traduzione e localizzazione dei contenuti, la creazione di materiali multilingua e la segmentazione dei mercati.

L’intelligenza artificiale entra sempre più nelle strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane, ma la strada verso un’adozione strutturata è ancora lunga. È quanto emerge da una recente indagine di Promos Italia, secondo cui il 58% delle imprese dichiara un atteggiamento favorevole all’utilizzo dell’AI, mentre un ulteriore 25% si dice ‘molto favorevole’. In sintesi, la disponibilità culturale sembra ampia, ma resta limitato il livello di pianificazione: soltanto una impresa su tre (30%) ha infatti già elaborato una strategia chiara, quasi la metà (45%) è ancora in fase di valutazione e oltre un quarto (27%) non ha per ora alcuna intenzione di introdurla. La ricerca conferma, ha detto il presidente dell’agenzia, Giandomenico Auricchio Da Pozzo, che le imprese guardano sì con crescente interesse a questa tecnologia, come leva strategia per rafforzare la propria presenza sui mercati globali, ma vanno aiutate per un utilizzo efficace e consapevole.
AI per generare contatti e analizzare i mercati
Uno dei principali ambiti di applicazione riguarda la lead generation, ossia la generazione di nuovi contatti commerciali. Attualmente il 25% delle aziende utilizza strumenti basati sull’AI per individuare potenziali clienti, mentre un ulteriore 57% manifesta interesse verso queste soluzioni. I benefici più attesi sono una migliore qualità dei contatti generati (32%) e la riduzione dei tempi di identificazione dei clienti (31%). Sul fronte dell’analisi dei mercati esteri, il 30% delle imprese dichiara di utilizzare già strumenti di intelligenza artificiale, spesso però ancora in fase di sperimentazione. Un numero consistente di aziende (59%) ha comunque espresso la volontà di sviluppare questo tipo di applicazioni, riconoscendone il valore soprattutto in un contesto competitivo in rapida evoluzione.
Servizi al cliente e marketing internazionale
Anche il supporto al cliente internazionale sta diventando un terreno fertile per l’intelligenza artificiale. Chatbot, traduzioni automatiche e assistenti virtuali sono già utilizzati dal 27% delle imprese esportatrici, mentre il 18% li sta testando. Si tratta di strumenti che consentono di garantire un’assistenza più rapida, continua e multilingua, riducendo i costi operativi e migliorando l’esperienza dei partner esteri. In ambito marketing, le priorità d’uso si concentrano su attività pratiche e ad alto impatto: la traduzione e localizzazione di contenuti (41%), la creazione di contenuti multilingua (38%) e l’analisi e segmentazione dei mercati (37%). Questi dati evidenziano come l’AI sia percepita soprattutto come leva per comunicare in modo più efficace e personalizzato con clienti di diverse aree geografiche.
Le aree di maggiore applicabilità futura
Guardando avanti, le imprese vedono l’AI soprattutto come un alleato per la ricerca di partner commerciali (59%), per l’analisi dei mercati esteri (55%) e per il supporto nelle trattative internazionali (40%). In altre parole, questa tecnologia è considerata non solo uno strumento operativo, ma anche un potenziale fattore strategico per migliorare la competitività all’estero. Accanto alle opportunità, emergono anche timori significativi. Il 76% delle imprese intervistate esprime dubbi sull’affidabilità delle informazioni generate dall’AI. La paura principale riguarda la possibilità che i dati non siano pienamente attendibili, col rischio di decisioni errate su mercati complessi e molto variabili. Questo elemento sottolinea la necessità di sviluppare non soltanto strumenti, ma anche una cultura critica e consapevole dell’uso dell’intelligenza artificiale.
Il nuovo strumento: l’AI Test di Promos Italia
Per rispondere a queste esigenze, Promos ha messo a punto un nuovo strumento di supporto: l’AI Test, un questionario di autovalutazione che consente alle imprese di misurare il livello di integrazione dell’AI nei processi di internazionalizzazione. Il test assegna un punteggio da 1 a 5 in sei aree chiave – visione strategica, lead generation, attività commerciale, assistenza ai clienti, marketing internazionale, rischi e bias – e restituisce un profilo sintetico (Basic, Intermediate, Advanced). Ogni impresa ottiene così un grafico personalizzato che evidenzia punti di forza e aree da migliorare, accompagnato da una guida pratica con raccomandazioni e strumenti concreti. Al termine, le aziende hanno la possibilità di accedere al Piano Export Digitale, un documento strategico che propone azioni mirate per approcciare i mercati.
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