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Bond: guardare oltre le narrazioni di mercato, ecco perché
Nell’obbligazionario bene la diversificazione geografica, oltre gli Usa: anche in economie come Regno Unito, Germania e Australia i rendimenti a lungo termine crescono per i dubbi sul debito pubblico, mentre quelli a breve scendono per rallentamento economico. Serve un’analisi basata sui dati.

Il 2025 si conferma un anno di difficile lettura per i mercati obbligazionari, con gli investitori che continuano a rimanere prudenti, alla ricerca di segnali chiari prima di prendere decisioni. In un mondo pieno di incognite – osserva Bryan T. Whalen, chief investment officer, portfolio manager di TCW – è questa la strategia, ovvero rimanere flessibili e puntare sulla qualità, non facendosi guidare solo dalle emozioni o dai titoli del momento. Dopo un abbrivio segnato da grandi speranze circa la ripresa economica, il prosieguo dell’anno si è presto rivelato difficile per chi investe in bond. Le tensioni geopolitiche, le politiche fiscali incerte e il rialzo dei dazi statunitensi hanno infatti aumentato la volatilità sui mercati. In parole semplici, le cose cambiano spesso e velocemente, e non sempre in meglio.
La sferzata dei dazi Usa
La scossa è stata inferta dall’Amministrazione Usa, che ha aumentato i dazi. Questo ha creato nuovi timori per gli effetti che questa mossa potrebbe avere. Infatti, i prezzi potrebbero salire (nuovi picchi per l’inflazione), la crescita rallentare (se non addirittura palesarsi la recessione) e il commercio mondiale incominciare già a segnare il passo. Tutto questo rende più difficile per gli investitori capire quale direzione prenderà la congiuntura, sia locale sia mondiale. In questo momento, secondo Whalen, è facile capire perché gli investitori siano in una fase di stallo. Aspettano segnali chiari: una crescita più forte, un’inflazione più stabile o un intervento delle Banche centrali sui tassi. Insomma, aspettano che qualcosa si muova per capire dove mettere i soldi in modo sicuro e proficuo.
Attenti a diversificazione geografica e debito pubblico
Senza contare che i mercati finanziari sono spesso influenzati più dalle notizie e dalle emozioni che dai dati reali. Per questo, suggerisce l’esperto, è importante guardare oltre i titoli dei giornali e analizzare attentamente i numeri. Il quadro economico è complesso e pieno di sfide, ma presenta anche opportunità per chi - secondo Whalen - sa cercarle. In primo luogo, non bisognerebbe focalizzarsi soltanto sugli Stati Uniti. Infatti, anche in altri Paesi, come Giappone, Regno Unito, Germania e Australia, i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine stanno salendo. Questo succede perché ci sono dubbi sulla capacità dei Governi di gestire i propri debiti pubblici. Nel frattempo, i tassi a breve termine scendono perché l’inflazione e la crescita rallentano. Una combinazione che rende difficile fare previsioni.
Due scenari dall’innalzamento delle tariffe doganali
Intanto negli Stati Uniti, i dazi sono tornati ai livelli più alti dagli anni '30. Questa mossa sulle tariffe doganali ha colpito in modo particolare la fiducia delle famiglie e delle imprese, aumentato i casi di insolvenza (già si registrano persone che non riescono a pagare i propri debiti) e rallentato il mercato del lavoro. L’esperto individua due possibili scenari per il futuro. Uno è positivo, nell’ipotesi che se il Governo statunitense riesce a gestire bene la spesa pubblica e la Fed taglia i tassi d’interesse, l’economia potrebbe stabilizzarsi. Ma – sottolinea Whalen – questo è lo scenario meno probabile. L’altro scenario è negativo e sconta il fatto che i dazi e le incertezze politiche potrebbero frenare ulteriormente la crescita e obbligare la Federal Reserve a intervenire più rapidamente del previsto.
Uno sguardo alle manovre dei gestori
In un contesto così complicato, chi gestisce fondi obbligazionari cerca responsabilmente di prepararsi a ogni possibilità. Le strategie principali su cui puntare, secondo l’esperto, sono le solite. In primo luogo, l’investitore dovrebbe privilegiare la gestione attiva della durata, scegliendo obbligazioni di medio termine, che offrono più flessibilità se i tassi cambiano. Poi dovrà puntare sulla qualità: mettendo nel portafoglio obbligazioni di società solide, capaci di resistere anche in tempi difficili. Non bisognerebbe, poi, trascurare gli investimenti resilienti, come i titoli garantiti da mutui (MBS), che hanno mostrato stabilità anche durante le turbolenze. Dare più importanza alla diversificazione geografica, poiché esistono opportunità anche fuori dagli Stati Uniti, ad esempio nel Regno Unito o in Australia. Infine, porre attenzione sulla selezione: la scelta dei singoli titoli è infatti fondamentale, perché in un mercato così volatile, chi seleziona con cura può ottenere buoni risultati.
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