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Obbligazionario: equilibrio fragile, la flessibilità è la chiave
Il recente calo dei rendimenti riflette i timori di rallentamento della crescita, ma Schroders stima che, con una stabilizzazione dell’occupazione, i Treasury possano perdere slancio. Le probabilità di ulteriori tagli nel 2026 sono limitate. Per Ue e Regno Unito ripresa fragile e rischi fiscali.
Sui mercati finanziari globali si respira un’atmosfera di attesa. Anche se la volatilità è insolitamente bassa, il quadro globale resta incerto: la crescita tiene, ma gli investitori aspettano indicazioni più precise dagli Stati Uniti, da dove - dal mercato del lavoro e dal fronte politico - arrivano segnali che alimentano la cautela. Sulla base di questa situazione, secondo Marcus Jennings, strategist di Schroders per il reddito fisso globale, la chiave nei prossimi mesi sarà la flessibilità nella gestione del rischio e la diversificazione, in un mercato che appare tranquillo solo in superficie. In questo contesto si muovono anche i mercati obbligazionari, anche perché le Banche Centrali, in particolare la Federal Reserve, sono chiamate a muoversi con prudenza, mentre l’economia globale continua a mostrare segnali contrastanti.
Quanto è solida la ripresa Usa?
Negli Stati Uniti la crescita economica rimane sostenuta, ma il mercato del lavoro ha iniziato a mostrarsi sorprendentemente debole. Un’anomalia che spinge gli investitori a interrogarsi sulla solidità della ripresa, anche perché le loro valutazioni non possono poggiare su informazioni ‘certe’. A complicare la lettura dei dati, infatti, c’è anche lo shutdown dell’Amministrazione statunitense, che ha temporaneamente bloccato la pubblicazione di diverse statistiche economiche. Questo, secondo l’analista, ha aumentato l’incertezza sull’azione della Fed, che ha taglio i tassi lo scorso 29 ottobre e che ora resta impegnata a calibrare le prossime mosse. Nonostante queste premesse, Schroders prevede ancora un ‘atterraggio morbido’ dell’economia, una normalizzazione graduale cioè della crescita e dell’inflazione, senza recessione.
Treasury: ancora incertezza sulla direzione
Il recente calo dei rendimenti dei Treasury segnala i timori degli investitori per un possibile rallentamento del mercato del lavoro, nonostante la solidità di gran parte degli altri indicatori macro. Secondo Schroders, tuttavia, questa dinamica potrebbe rivelarsi solo temporanea: se, infatti, l’occupazione dovesse mostrare segni di stabilizzazione, i titoli di Stato Usa potrebbero perdere slancio nei prossimi mesi. Intanto i rendimenti sono tornati a salire dopo la decisione della Fed di tagliare i tassi, mentre il Presidente Powell ha ridimensionato le aspettative di un nuovo intervento espansivo a dicembre. Con una crescita ancora sostenuta e un’inflazione attesa solo in lieve rialzo nei prossimi mesi, gli esperti ritengono infatti che la necessità di ulteriori misure di allentamento monetario nel 2026 appaia al momento limitata.
Eurozona: ripresa fragile e rischio delusione
In Europa, gli investitori avevano scommesso su una ripresa dell’economia europea, ma gli ultimi dati – soprattutto quelli della Germania – hanno riacceso i dubbi. Jennings ritiene che non ci siano segnali di un rallentamento grave, ma avverte che le aspettative potrebbero essere troppo ottimistiche, aprendo la porta a possibili delusioni. Intanto la BCE congela i tassi e resta concentrata sul target del 2% d’inflazione, mentre il quadro economico appare ancora disomogeneo tra i diversi Paesi. Nel Regno Unito l’attenzione degli investitori si sposta sulle sfide fiscali del Governo, in vista della presentazione del bilancio del 26 novembre. In tale contesto, Schroders mantiene una posizione neutrale sui titoli di Stato britannici, soprattutto su quelli a lunga scadenza, più sensibili a decisioni politiche e di bilancio.