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Bond: high yield di nuovo attraenti, ma ancora cautela

Bond high yield di nuovo interessanti, soprattutto perché sono cambiati gli equilibri della domanda, anche se è ancora presto per aumentare l’esposizione verso questo tipo di asset. Da monitorare, secondo gli esperti, settori come quello bancario e finanziario, oil&gas e media.

20/06/2022
mani che digitano su un tablet dal quale fuoriesce un disegno tridimensionale
I bond high yield sono tornati attraenti

Le obbligazioni high yield, emesse da società o Paesi con un rating pari o inferiore a BB (con un merito di credito basso e, di riflesso, pagano rendimenti superiori alla media), scontano – come le altre sub-asset class del reddito fisso - l’inflazione e l’orientamento rialzista dei tassi. Per questi motivi, da gennaio, sono stati oggetto di massicce vendite. Gli indici globali di questi bond mostrano un ritorno negativo del 10,26% da inizio dell’anno a quasi tutto maggio, un calo suddiviso equamente tra la componente tasso e quella spread. Nel primo trimestre, la prima causa della sottoperformance sono stati i tassi, dal momento che i bond high yield hanno subito prezzato gli aumenti in arrivo.

L’atmosfera è cambiata nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre il clima attorno a tali bond è cambiato, con il mercato che ha sperimentato una decompressione delle vendite, anche se ha visto un allargamento degli spread nella fascia di rating più bassa. Entrambi i periodi, rileva Claudio da Gama Rose, institutional portfolio manager di BlueBay, hanno avuto in comune le tensioni inflative, con gli emittenti privati forzati ad assorbire costi più elevati sui fronti lavoro, energia e materie prime. Le aziende emittenti di high yield sono riuscite a trasferire con successo ai consumatori le prime ondate di aumento dei costi, ma la recente accelerazione dell’inflazione e le sue aspettative hanno portato a un allargamento degli spread, perché i modelli di business hanno iniziato ad andare sotto pressione.

L’eredità della pandemia favorisce i beni a scapito dei servizi

Nell’ultimo periodo però l’attenzione si è spostata sul reddito disponibile per consumi, dal momento che l’inflazione fa soffrire sia il settore dei beni sia i servizi. Anche in passato, i bond high yield statunitensi hanno fronteggiato fasi di inflazione elevata a una cifra, ma risale a molto tempo fa, e l’esperienza in questi casi non offre molti elementi predittivi. Inoltre, quello che rende il periodo attuale unico è l’eredità lasciata dal Covid: un forte riposizionamento della domanda dai servizi ai beni, che ha messo alla prova le catene globali di distribuzione. Nelle riprese economiche precedenti, la domanda iniziale era fiacca e l’occupazione bassa, mentre oggi le aziende Usa lottano per attirare e trattenere i lavoratori, mentre fanno i conti con le strozzature delle supply chain.

Interessanti le prospettive dei bond bancari

Oggi, per i bond high yield, il miglior scenario sarebbe una fase di stabilizzazione che consentisse agli investitori di trarre beneficio dai rendimenti e dagli spread elevati, e da valutazioni storicamente appetibili, che normalmente generano ritorni positivi a 12 mesi. Anche la qualità, secondo da Gama Rose, è attraente con il 67% di rating BB in Europa e il 52% in Usa (contro 55% e 42% a fine 2008). In termini settoriali, secondo l’esperto, c’è una predilezione per quelli che possono beneficiare di una curva più ripida dei tassi o almeno da costi all’input più elevati, come ad esempio gli emittenti bancari nel primo caso, perché godranno di ricavi e margini più ampi dalle attività creditizie. Per questo BlueBay favorisce primari emittenti bancari di debito subordinato e altri emittenti che siano campioni nazionali.

Da monitorare anche i settori media e oil&gas

Tra gli altri settori che sono destinati a soffrire meno per l’aumento dei costi all’input, secondo il gestore di BlueBay ci sono le aziende dei media e dei servizi finanziari. Allo stesso modo, nel settore energetico, è previsto valore anche nelle aziende tradizionali dell’oil&gas, attive nell’esplorazione e produzione e nelle società del gas attive nei gasdotti e nelle forniture LNG. Per quanto riguarda l’area geografica dove sono attese le opportunità più interessanti, l’esperto resta focalizzato sulle aree ‘core’ dei mercati globali high yield, preferendo il Nord America e l’Europa, mentre rimane sottopesato sui corporate bond emergenti (i più penalizzati dall’inasprimento del quantitative e dal fatto che sono più esposti a ulteriori rallentamenti della crescita in Cina). In sintesi, secondo BlueBay, se anche potessimo aver già visto il peggio in termini di prezzo sul mercato high yield, potrebbe essere ancora troppo presto per aggiungere posizioni significative in portafoglio.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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