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Eurozona: il rafforzamento della crescita frena i tagli BCE

Migliori condizioni finanziarie e piani espansivi, soprattutto in Germania, potrebbero portare il Pil 2026 a circa il 2 per cento, con la politica fiscale destinata a diventare un catalizzatore dei mercati. L’inflazione core resta sopra il target BCE, rendendo improbabili nuovi tagli dei tassi.

09/09/2025
bandiera europea con paesi
Analisi sulle prospettive dell'economia dell'Eurozona

L’economia dell’Eurozona mostra segnali di tenuta e resilienza, favorita da condizioni finanziarie più distese e da un clima politico-commerciale meno incerto. L’accordo raggiunto tra Bruxelles e Washington ha infatti dissipato i timori sui dazi, mentre i mercati finanziari hanno spostato l’attenzione alle prospettive fiscali e all’evoluzione della politica monetaria. Quest’anno la crescita economica nell’area, secondo le analisi di Irene Lauro, eurozone economist di Schroders, dovrebbe attestarsi all’1,3%, in rialzo rispetto alla precedente stima dell’1%, grazie a una prima parte dell’anno migliore delle attese. La dinamica non si deve soltanto all’export, aumentato anche in vista dell’entrata in vigore dei dazi, ma trova sostegno anche nella domanda interna.

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L’accordo commerciale con gli Usa

L’intesa tra Ue e Usa riduce i rischi di escalation tariffaria: i dazi si stabilizzeranno intorno al 15%, un livello superiore al 10% attuale ma ben distante dal 30% minacciato. Al momento la parità competitiva con Giappone e Corea del Sud, che hanno accettato lo stesso tasso, tutela gli esportatori europei, che potrebbero persino avvantaggiarsi qualora la Cina dovesse subire dazi più pesanti. In cambio, Bruxelles ha garantito più acquisti di equipaggiamenti militari Usa, un piano di investimenti da 600 miliardi di dollari oltreoceano e un incremento delle importazioni di gas naturale liquefatto. Resta però il dubbio sulla reale implementazione di queste promesse, dato che esperienze simili in passato - come l’accordo tra Stati Uniti e Cina - non hanno prodotto i risultati attesi. Ciononostante, il quadro generale appare più stabile, offrendo sollievo a imprese e investitori.

Prospettive di crescita e politiche fiscali

Il miglioramento delle condizioni finanziarie sostiene sia la domanda di credito da parte delle famiglie sia quella delle imprese. Ciò, prevede Lauro, lascia intravedere per il 2026 un’accelerazione del Pil, stimato da Schroders al 2% per l’Eurozona e al 2,2% per la Germania. Berlino, infatti, si appresta ad approvare una manovra espansiva focalizzata su infrastrutture e difesa, un cambio di passo che potrebbe avere impatti positivi non ancora pienamente scontati dai mercati. Con l’incertezza commerciale ormai alle spalle, l’attenzione si sposta come accennato sul fronte fiscale, che sarà probabilmente il prossimo catalizzatore per gli investitori.

Inflazione e politica monetaria

Sul fronte dei prezzi, Schroders conferma le stime: l’inflazione complessiva dovrebbe scendere dal 2,1% nel 2025 e all’1,7% nel 2026, complice il calo dei prezzi del petrolio e il rafforzamento dell’euro. L’intesa con gli Usa ha un effetto disinflazionistico, riducendo i rischi di nuove tensioni tariffarie. Tuttavia, avverte l’esperta, l’inflazione core rimane ostinatamente sopra il target del 2% fissato dalla BCE, sostenuta da mercati del lavoro ancora rigidi e dal comparto dei servizi. Questo scenario rende infatti improbabili nuovi tagli dei tassi: l’Istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe mantenere così un atteggiamento di prudente attesa, monitorando la crescita prima di intervenire di nuovo. Per maggiori approfondimenti, è possibile consultare la news sulle previsioni legate ai tagli BCE su MutuiOnline.it.

I rischi politici sul fronte francese

Restano invece sotto osservazione le vicende politiche francesi: il voto di fiducia di settembre potrebbe rivelarsi cruciale per la stabilità del Governo. In caso di caduta, elezioni anticipate alimenterebbero incertezza sui mercati, con possibili ripercussioni sugli asset obbligazionari transalpini.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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