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Mercati: 5 temi per investire nei prossimi 12 mesi

L’attuale situazione dei mercati è senza precedenti. Per questo gli esperti di T. Rowe Price suggeriscono cinque temi operativi da seguire nei prossimi 12 mesi: ripresa sostenibile, crescita degli utili, aumento dei rendimenti, ritorno alla normalità della Cina e il cambiamento globale.

14/07/2021
mano che analizza mercati finanziari su grafico
Cinque temi operativi che gli investitori dovrebbero monitorare per i prossimi dodici mesi

Come sfruttare al meglio le opportunità che si stanno presentando in questo momento sul mercato? Gli investitori si trovano in una situazione senza precedenti, con il boom registrato dalla ripresa economica globale dopo la grave battuta di arresto imposta dalla pandemia: una situazione che rende l’attuale contesto imprevedibile e ricco di insidie. Non di meno, dopo la recente corsa, alcuni ambiti dei mercati potrebbero risultare assai tirati. Eccoci in aiuto le valutazioni del tema di T. Rowe Price, che ha identificato cinque temi da monitorare per i prossimi dodici mesi (e tre idee chiave di investimento per cavalcare ciascuno di questi temi): ripresa sostenibile, crescita degli utili, aumento dei rendimenti, ritorno alla normalità della Cina e il cambiamento globale.

Seguire e interpretare i fondamentali

Man mano che la ripresa si consolida, torna d’attualità, secondo Yoram Lustig, head of multi-asset solutions EMEA di T. Rowe Price, il tema del debito accumulato dagli Stati per rispondere alla recessione e, all’orizzonte, diventano probabili relativi aumenti della tassazione come risposta. Le Banche centrali, per contro, continuano a confermare che manterranno espansiva l’attuale politica monetaria finché la ripresa economica non si sarà consolidata e la disoccupazione sarà tornata sui livelli pre-crisi. Sebbene i fondamentali (cioè crescita, inflazione, tassi d’interesse, spread creditizi, valutazioni) siano sempre rilevanti, secondo l’esperto gli investitori devono interpretarli con particolare attenzione in un contesto così insolito. Anche perché, sostiene, il ritorno alla “normalità” dipende dalla forma dell’economia post-Covid e dalla velocità del recupero.

La crescita degli utili è un’incognita

Oggi le valutazioni sono elevate per la maggior parte delle asset class rispetto alle serie storiche: in aree come IPO, SPAC e criptovalute, osserva Lustig, si vedono segni di “esuberanza irrazionale”. Ci sono stati aumenti nella domanda anche per le componenti di software e i veicoli elettrici, ma la maggior parte delle Borse regionali e dei settori appaiono costosi. Le attuali condizioni possono protrarsi per un po’, ma scovare i guadagni migliori sarà più difficile. Tuttavia, mentre le valutazioni per le grandi società tech sono elevate, ci sono differenze chiave rispetto alla bolla di fine anni ’90: i margini di profitto per i titoli più costosi, per esempio, sono significativamente più alti di allora. Se le valutazioni attuali resisteranno o meno dipenderà in gran parte dall’attesa accelerazione nella crescita degli utili aziendali. I temi di lungo periodo resisteranno e una ripresa ciclica può creare opportunità in aree che probabilmente genereranno una forte crescita degli utili in un tale contesto, come i titoli value e le azioni giapponesi ed emergenti.

Cercare protezione nei bond potrebbe non funzionare più

Per quanto riguarda l’obbligazionario, l’aumento dei rendimenti, l’irripidimento della curva e le incertezze sulle tempistiche delle future mosse della Fed potrebbero generare ulteriore volatilità nel secondo semestre. I titoli high yield, i prestiti bancari a tasso variabile e il debito emergente (comprese le obbligazioni in valuta locale) sembrano offrire ancora opportunità. Tuttavia, nota l’esperto di T. Rowe Price, gli spread creditizi si sono notevolmente ristretti, lasciando meno margine di errore nelle scelte. Gli investitori devono quindi essere creativi nella gestione della parte obbligazionaria, in quanto strategie come la diversificazione del rischio azionario con titoli di Stato locali potrebbero non funzionare più. Allo stesso modo, la copertura dei portafogli contro il rischio di inflazione attraverso l’acquisto di obbligazioni indicizzate all’inflazione sembra meno attraente, dopo i recenti aumenti dei prezzi.

La Cina e la sua voglia di espansione

In Cina, una migliore risposta alla pandemia e una politica più moderata consentono agli investitori di accedere a rendimenti obbligazionari più elevati e, potenzialmente, a una crescita degli utili superiore con valutazioni ragionevoli. Ci sono buone opportunità di trovare margine nei mercati cinesi della spesa per i consumi e dell’assistenza sanitaria, in un contesto di cambiamenti demografici, innovazione tecnologica e ambizioni di sostenibilità. Ma non è tutto così facile come sembra: queste opportunità comportano complessità e rischi. Gli investitori, nella seconda metà del 2021 e oltre, dovranno infatti tenere presente il crescente peso globale della Cina e i suoi conflitti con gli Usa, così come la spinta cinese ad assicurarsi posizioni di primo piano nelle tecnologie critiche. Pechino, infine, sta dando un giro di vite ai giganti nazionali dell’e-commerce, molto apprezzati dagli investitori stranieri.

I modelli storici non sono più validi

Con l’affievolirsi degli stimoli e l’avvicinarsi del picco del sentiment, gli investitori dovranno tornare infine a fare i conti con la volatilità e l’instabilità dei mercati finanziari. Molti modelli di gestione dell’ultimo decennio, secondo Lustig, non sono più validi. I rendimenti dei titoli di Stato sono bassi e in aumento, le valutazioni sono elevate in molti mercati e la demografia globale, la rivoluzione tecnologica e la geopolitica mondiale continuano ad evolversi. Gli investitori dovrebbero quindi valutare attentamente come gestire i portafogli durante i cambi di scenario, perché è improbabile che ci sia continuità. In futuro, per gestire i portafogli, non si può dunque semplicemente rifarsi al passato.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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