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Mercati: la riscoperta delle Borse, assieme all’oro
In Europa e Regno Unito prevale un approccio prudente per via di valutazioni elevate e conti pubblici deteriorati, mentre in Giappone la debolezza degli utili limita l’ottimismo. Sul reddito fisso, Schroders resta negativa sui Treasury USA e neutrale sui bond europei, con l’inflazione sotto controllo.

I mercati stanno sperimentando una fase difficile da interpretare: mentre ha ripreso vigore l’investimento multi-asset, soprattutto sul fronte azionario, c’è l’oro che nelle ultime settimane ha inanellato una lunga serie di record, fino a solleticare da vicino la soglia dei 3mila dollari l’oncia. È quasi un paradosso vedere uno strumento simbolo di prudenza e protezione correre insieme a un asset che invece vive di fiducia nell’economia e nel rischio. Il mese scorso – ricorda Patrick Brenner, chief investment officer, multi-asset, di Schroders – gli operatori finanziari sembravano vivere in un equilibrio quasi perfetto: i mercati riflettevano un quadro macroeconomico stabile e la strategia della stessa banca d’affari era rimasta neutrale sulle azioni. Da allora, però, qualcosa è cambiato: certe sicurezze sono venute meno.
Stati Uniti: recessione lontana, ma la Fed diventa più prudente
Negli Stati Uniti i dati sull’occupazione hanno mostrato i primi segnali di debolezza. Questa frenata, seppur parziale, ha avuto un effetto immediato: la Fed ha iniziato a riconsiderare la politica monetaria e i tempi dei tagli dei tassi. L’esperto non crede che il rischio recessione negli Usa sia alto, ma rileva che la Fed appare più ‘morbida’, pronta cioè a sostenere l’economia con misure accomodanti. Ciò comporterebbe rendimenti reali (corretti per l’inflazione) più bassi che, insieme a utili aziendali stabili e a una politica fiscale espansiva, rafforzano la visione positiva di Schroders sulle azioni globali. In particolare, la banca d’affari guarda con fiducia agli Usa e ai mercati emergenti, dove si osservano segnali di rinnovata vitalità: si sta stabilizzando la crescita e la Cina sta puntando con decisione sull’innovazione.
Europa, Regno Unito e Giappone: segnali economici contrastanti
La posizione di Schroders per l’Europa resta all’insegna della cautela. Da una parte, nel Regno Unito pesa il deterioramento dei conti pubblici, mentre le valutazioni di Borsa sembrano troppo elevate rispetto ai fondamentali economici. Il quadro è invece più sfumato per quanto riguarda il resto del continente: ci sono opportunità nei titoli a media capitalizzazione, ma nel complesso la visione resta neutrale. Anche in Giappone gli utili aziendali non convincono gli esperti della banca d’affari e questo li porta a mantenere un atteggiamento prudente. Per quanto riguarda il reddito fisso, il recente rally dei Treasury ha reso le valutazioni meno convenienti. I possibili tagli ai tassi, da un lato, potrebbero alleggerire il peso del deficit Usa. Dall’altro, rischiano di riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Oro, strumento fondamentale di diversificazione
Per questo Schroders rimane negativa sui Treasury USA, mentre è più neutrale sui bond governativi europei, dove l’inflazione appare sotto controllo. Resta comunque l’incognita Germania, ancora frenata dall’assenza di riforme. Sul fronte del credito, la situazione è più bilanciata: i bond investment grade, soprattutto quelli Usa, appaiono costosi. Tuttavia, il contesto ciclico e i fattori tecnici continuano a supportare questo segmento. E veniamo all’oro, che rimane un punto fermo nelle strategie di Schroders: beneficia dei rendimenti reali bassi, protegge dai rischi legati al debito e dall’indipendenza più discussa delle Banche Centrali. Più incerto il quadro ‘energia’: la domanda cinese ha mantenuto l’equilibrio dei prezzi, ma eventuali aumenti dell’offerta dell’OPEC e di altri produttori potrebbero creare un surplus.
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