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Ocse: la crescita globale sorprende, conti più solidi per l’Italia

Usa e Cina rallentano per effetto dei dazi e della fine degli stimoli, mentre l’Eurozona si stabilizza a poco sopra l’1 per cento. Tra le minacce principali guerre commerciali, tensioni geopolitiche e rischi finanziari, come asset troppo elevati e mondo cripto. Opportunità dall’intelligenza artificiale.

02/10/2025
cartello con scritta inflation e deflation
Report sulla situazione economica globale e italiana

L’economia italiana cresce poco, ma il fiore all’occhiello del nostro Paese sono i conti pubblici più solidi. È quanto emerge dal report intermedio dell’Ocse, che traccia per la congiuntura globale un andamento migliore del previsto per il primo semestre 2025, grazie all’anticipo degli ordini commerciali in vista dell’aumento delle tariffe doganali e agli investimenti nell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. Anche in Cina gli stimoli fiscali hanno temporaneamente compensato la debolezza del mercato immobiliare e la frenata dell’export. Tuttavia, i segnali più recenti raccontano un’economia in fase di rallentamento. L’aumento delle barriere commerciali, con i dazi medi saliti al 19,5% ad agosto – il livello più alto dal 1933 – sta iniziando a farsi sentire sui consumi, sull’occupazione e sui prezzi al consumo.

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La domanda ha perso slancio, frena il salario reale

Per quanto riguarda il Belpaese, le nuove stime non riservano sorprese: il Pil crescerà dello 0,6% sia quest’anno sia nel prossimo, in linea con la revisione effettuata a giugno (e dopo il +0,7% del 2024). L’Ocse sottolinea tuttavia che la crescita dei consumi ha perso slancio, come sta avvenendo in Francia e in altri partner Ue, ma il mercato del lavoro italiano mostra una tendenza positiva, con un calo della disoccupazione. Non mancano, però, le criticità. La combinazione di un aumento dei salari nominali più contenuto e di un’inflazione ancora sostenuta ha portato a un rallentamento dei salari reali. Questo fenomeno riguarda non solo l’Italia, ma anche altre economie avanzate come Giappone, Canada, Spagna e Regno Unito. Sul fronte dell’inflazione, in Italia passerà dall’1,1% del 2024 all’1,9% nel 2025, per scendere poi all’1,8% nel 2026.

Il Governo prosegua con un fisco prudente

L’inflazione ‘core’ nel Paese avrà invece una dinamica più persistente: dal 2,2% del 2024 si attesterà al 1,9% quest’anno e all’1,8% nel 2026, livelli più alti rispetto alle previsioni indicate nel report di giugno. Guardando ai nostri conti pubblici, dall’Ocse sottolineano che l’Italia si trova ‘in una posizione migliore rispetto a qualche anno fa’ in termini di gestione della spesa e riduzione del debito, pur ricordando che il livello del debito resta elevato. La raccomandazione dell’Ocse è di proseguire con politiche fiscali prudenti (per garantire margini di manovra in caso di nuovi shock, economici e geopolitici) e sulla strada delle riforme strutturali.

Prospettive globali di crescita in frenata

Tornando al quadro globale, l’Ocse prevede che la crescita mondiale passerà dal 3,3% del 2024 al 3,2% nel 2025, per scendere al 2,9% nel 2026. Negli Stati Uniti, gli investimenti tecnologici non basteranno a compensare l’effetto dei dazi e la minore immigrazione: il Pil rallenterà al +1,8% nel 2025 e +1,5% nel 2026. L’Eurozona, dopo un 2024 debole, dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2025 e dell’1% nel 2026, bilanciando tensioni geopolitiche e migliori condizioni di credito. In Cina la crescita calerà dal 4,9% al 4,4% nello stesso periodo, con la fine degli stimoli fiscali e l’impatto delle nuove tariffe. Sul fronte dei prezzi, la disinflazione si è arrestata. L’inflazione dei beni è tornata a crescere, mentre quella dei servizi rimane stabile. Per il G20, si stima un calo dell’inflazione dal 3,4% del 2025 al 2,9% del 2026, ma con rischi elevati legati ai mercati e alle cripto-attività.

Le minacce dai dazi, dalla geopolitica e dal mondo cripto

Secondo l’Ocse la crescita mondiale prosegue, anche se le incertezze rimangono significative. Le principali minacce sono le guerre dei dazi (comprimono il commercio), il quadro geopolitico (influenza investimenti e flussi commerciali) e i rischi finanziari (legati all’elevata valutazione degli asset e alla crescente connessione delle cripto-attività con i mercati tradizionali). Nel frattempo, anche i mercati del lavoro mostrano segni di rallentamento, che potrebbero impattare sul reddito delle famiglie e sulla spesa interna. Tuttavia, ci sono i presupposti del rilancio. Secondo il report, un allentamento delle restrizioni commerciali e un dialogo internazionale più stabile e trasparente sulle regole globali potrebbero rafforzare scambi e investimenti. Inoltre, l’accelerazione nello sviluppo e nell’adozione dell’IA potrebbe rappresentare un volano per la produttività, la competitività delle imprese e la creazione di posti di lavoro qualificati.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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