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Pagamenti imprese: dopo il Covid si torna alla normalità

Si accorciano i tempi di pagamento tra le imprese in Italia, anche se il Paese non figura tra i più puntuali: diciottesima in Europa e venticinquesima nel mondo. Il trend di recupero è proseguito anche nei primi tre mesi del 2022 anche se il suo percorso è minacciato dall’impatto della guerra.

30/05/2022
persona che sta compilando un assegno
Andamento dei tempi di pagamento tra imprese

Il progressivo ritorno alla normalità delle attività economiche, nel post-pandemia, è coinciso anche con un netto recupero dei tempi dei pagamenti tra le imprese. Tuttavia, secondo lo Studio Pagamenti 2022 di CRIBIS (gruppo CRIF), che ha preso in esame l’Italia e altri 38 Paesi (che rappresentano circa il 90% del PIL mondiale e le principali realtà con cui le aziende nostrane hanno rapporti commerciali), all’orizzonte c’è per tutti l’incognita dell’impatto che la guerra in Ucraina potrà avere nei prossimi mesi. I pagamenti commerciali alla scadenza sono infatti in crescita in tutte le principali economie del mondo ma, l’Italia, rimane lontano dai principali mercati industrializzati.

L’Italia, diciottesima in Europa e venticinquesima al mondo per puntualità

L’Italia, pur in miglioramento, secondo lo studio è tra i Paesi dove nel 2021 i pagamenti ai fornitori oltre 30 giorni (considerati ritardi gravi) sono più alti e pari all’11% (Grecia e Romania i peggiori pagatori europei). Con il 38,5% dei pagamenti alla scadenza - comunque in sensibile miglioramento (+11%) rispetto al 2019, pre-Covid – il nostro Paese si colloca dietro Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna in Europa. Fanno peggio solo Grecia, Romania, Serbia, Portogallo, Croazia, Turchia e Bulgaria. Confrontando i dati a livello mondiale il Belpaese occupa invece il venticinquesimo posto e riscontra un calo dei ritardi gravi, in miglioramento del 14% sull’anno precedente.

Male servizi e ristorazione, bene trasporti e GDO

Nel 2021 in Italia, con gli ultimi mesi caratterizzati da una buona ripresa, gli ambiti più colpiti dall’aumento dei ritardi gravi, rispetto al periodo pre-Covid, sono quelli dei servizi di ospitalità, con un’incidenza dei pagamenti oltre 30 giorni pari al 13,8%, cresciuta del 45,1%, e quello dei ristoranti/bar in cui si riscontrano ritardi gravi nel 29,3% dei casi, in rialzo del 22,8%. I settori che stanno recuperando più velocemente sono quello dei trasporti, che mostra un’incidenza di gravi ritardi pari al 5,1%, in miglioramento del 42,5% rispetto al 2019, e quello della grande distribuzione organizzata (GDO), con un’incidenza di ritardi gravi pari al 12,8%, in miglioramento del 19,3% rispetto al 2019.

In Italia recupero proseguito anche nei primi 3 mesi del 2022

Il trend di recupero dei tempi di pagamento è proseguito anche nei primi tre mesi del 2022, con i pagatori puntuali pari al 38,8% del totale, mentre i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo scendono al 10,5%, del 18% rispetto al quarto trimestre 2020 e stabili sullo stesso periodo del 2019. Il Nord Est è l’area geografica più affidabile con il 46,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano un comportamento più problematico con solo il 25,4% di pagamenti entro i termini. Tra i settori più puntuali sicuramente la manifattura con solo il 6,8% di ritardi oltre 30 giorni, mentre nel commercio al dettaglio troviamo il tasso più basso con oltre il 16% di ritardi oltre 30 giorni.

Da valutare gli effetti della guerra e del caro commodity

Per i Paesi del Vecchio Continente, ha affermato Marco Preti, AD di Cribis, i pagamenti non risultano ancora influenzati dagli avvenimenti internazionali dei primi mesi dell’anno. Tuttavia, ha aggiunto, il conflitto fra Russia e Ucraina e il conseguente aumento del prezzo delle materie prime, iniziato già prima del conflitto, sembra non aver ancora avuto conseguenze dirette sui pagamenti in Italia nei primi tre mesi del 2021, ma è probabile che possa essere un tema da considerare per i prossimi mesi.

La virtuosa Danimarca e i ritardi della Bulgaria

Lo Studio prende in esame l’Europa settentrionale e meridionale. Bene i Paesi del Nord, tra i quali nel 2021 si contraddistingue la Danimarca per le maggiori quote di pagatori puntuali (90,2%), seguita da Polonia e Slovacchia (più del 74%). La Svezia, invece, registra un marcato aumento dei ritardi gravi rispetto al 2020, ma interessa solo l'1,6% delle aziende analizzate. L’Irlanda mostra una crescita dei pagatori puntuali del 13,3%, ma anche i ritardi gravi crescono di oltre il 19%. La Croazia è il Paese dell’Europa Meridionale a segnare i miglioramenti più ampi nelle abitudini di pagamento, con un rialzo della puntualità del 12,2%. L’incremento più forte dei ritardi gravi si registra in Bulgaria con il 60,7%.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

crif pagamenti imprese
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