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Inflazione: il peggio potrebbe essere passato

Gli esperti hanno individuato 5 motivi per cui il recente sell off obbligazionario sembra stia perdendo vigore. In altre parole, potrebbe essere che il peggio dell’inflazione sia passato e che si aprano spiragli per un ritorno degli investitori sull’obbligazionario.

31/05/2022
operatori finanziari al lavoro su alcuni grafici
Il picco dell'inflazione potrebbe essere alle spalle

Gli investitori si chiedono se sia arrivato il momento per approfittare dell’ampio sbandamento denunciato quest’anno dall’obbligazionario, perché il picco dell’inflazione potrebbe essere alle spalle. I mercati del reddito fisso, in effetti, in questo inizio 2022 hanno subito perdite senza precedenti, con l’indice Bloomberg Global Aggregate Bond che a fine aprile accusava una flessione di circa il 15% dal gennaio 2021. Per rendere l’idea, segnala Quentin Fitzsimmons, co-portfolio manager global aggregate bond di T. Rowe Price, gli obbligazionisti non avevano mai affrontato una situazione simile dal 1990, ovvero da quando risale lo storico dei dati: è addirittura peggiore rispetto al crollo del 10% accusato durante la crisi finanziaria globale.

Le pressioni inflative e i ritardi delle Banche centrali

L’obbligazionario, secondo l’esperto, si è trovato a pagare le conseguenze dell'errata posizione delle Banche centrali di fronte all'impennata dell’inflazione, in gran parte causata da mercati del lavoro eccezionalmente rigidi, dal rincaro delle commodity per la guerra e dai lockdown anti-Covid in Cina, i quali hanno ulteriormente interrotto le supply chain globali. Questo scenario però potrebbe essere il passato perché, rileva Fitzsimmons, ci sono segnali sempre più evidenti che indicano che potremmo aver superato il picco delle pressioni nelle aspettative di inflazione, con i policymaker che cercano di anticipare la curva per garantire che le previsioni di inflazione non si autoavverino.

I bond potrebbero tornare a generare valore

Janet Yellen, attuale Segretario del Tesoro Usa, ha ipotizzato – nonostante gli analisti ritengano che i prezzi rimarranno elevati anche nei prossimi mesi - che l'inflazione potrebbe aver raggiunto il picco nella più grande economia del mondo. Ora, con i mercati che prezzano in modo aggressivo un ulteriore inasprimento monetario della Fed, la dichiarazione della Yellen (ex Presidente della Fed, 2014-2018) indica che il mercato obbligazionario globale potrebbe tornare a generare valore. L’esperto di T. Rowe Price, premettendo che prevedere un picco o un minimo in qualsiasi mercato può essere pericoloso, ha individuato 5 motivi per cui il recente sell-off obbligazionario sembra stia perdendo vigore.

La politica monetaria è rialzista in modo aggressivo

In primis c’è la politica monetaria: i mercati scontano ora nove rialzi dei tassi di 25 pb da parte della Fed, il che suggerisce un tasso implicito di oltre il 2,75% entro dicembre, il più alto da prima del crollo del 2008. La Fed si trova quindi di fronte a un'asticella molto alta e qualsiasi segnale 'dovish' (da colomba) potrebbe far ritrarre i rendimenti. Inoltre, mentre a fine 2021 alcuni insistevano sul fatto che la BCE non avrebbe aumentato i tassi nel 2022, oggi si parla di un rialzo già a luglio. Il secondo segnale arriva dall'aggressiva traiettoria di rialzo preannunciata dalla Fed, che ha per ora eclissato le aspettative di inflazione e, di recente, ha portato i rendimenti reali a 10 anni in territorio positivo per la prima volta da inizio 2020. Questa prospettiva di rendimenti reali positivi potrebbe invogliare gli investitori a tornare sul reddito fisso.

Le protezioni di qualità in aumento

All’aumento del timore di recessione di solito corrisponde una sovraperformance degli asset a reddito fisso di qualità. Visto l'attuale scenario globale tumultuoso, è fondamentale proteggersi con asset di valore. C'è il rischio che l'approvvigionamento energetico dell'Europa venga interrotto più drasticamente delle attese, il che porterebbe la Germania, e l'Europa, in recessione. Se questi rischi aumenteranno molto, è prevedibile una pressione al ribasso sui rendimenti perché aumenteranno le protezioni. Il quarto segno arriva dalla lettura del posizionamento, con gli investitori che stanno iniziando a coprire le posizioni corte. A gennaio è stata registrata una posizione corta netta sui titoli del Tesoro USA del 37%, la più ampia da fine 2017. Un'escalation dei timori di recessione, o sorprese al ribasso sull'inflazione, causerebbe probabilmente un ulteriore aumento delle coperture.

Le istituzioni allettate dai tassi d’interesse più alti

Il quinto elemento che potrebbe dire che il picco dell’inflazione sia alle spalle è la domanda istituzionale. Dopo aver lottato a lungo con rendimenti anemici, il brusco balzo dei tassi di quest'anno stimolerà probabilmente una forte domanda da parte di assicurazioni e fondi pensione. Con uno stato di finanziamento positivo, molti istituti cercheranno infatti di sfruttare il recente aumento dei tassi per compensare le passività a lungo termine. Nel Regno Unito, la domanda di Gilt indicizzati è solida, sostenuta dal recente forte aumento dell'inflazione. L'ultima emissione di Gilt indicizzati all'inflazione ha registrato un significativo eccesso di sottoscrizioni, con una domanda superiore a 20 miliardi di sterline per un'emissione di soli 1,8 miliardi. Negli Stati Uniti, i rendimenti del Treasury sono scesi dai massimi di tre anni, a seguito della forte domanda per la vendita di obbligazioni a 20 anni.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

inflazione rowe obbligazionario
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