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Risparmio: la raccolta torna in positivo nel terzo trimestre

Le masse gestite dall’industria del risparmio ammontano, alla fine del terzo trimestre, a 2.191 miliardi. Sulla loro dinamica hanno pesato il quadro geopolitico mondiale e la volatilità dei mercati finanziari, i cui effetti sono stimati dall’Ufficio Studi Assogestioni in meno 3 per cento.

13/12/2022
salvadanaio con grafico
Mappa trimestrale del risparmio gestito

La raccolta netta conseguita dall’industria del risparmio gestito, dopo il passo falso accusato nei tre mesi aprile-giugno, è tornata su un terreno positivo nel terzo trimestre, grazie all’effetto locomotiva dei prodotti legati all’azionario e ai fondi chiusi. È quanto emerge dalla mappa pubblicata da Assogestioni, secondo cui i dati definitivi relativi al periodo mostrano che il patrimonio gestito a tutto settembre è pari a 2.191,06 miliardi di euro, forte di sottoscrizioni nette consolidate da inizio anno per un 7,37 miliardi. Nel dettaglio, i flussi netti relativi al periodo giugno-settembre sono stati 1,187 miliardi, che si confrontano con le uscite per 4,74 miliardi di euro dei tre mesi precedenti.

-3% l’effetto sulle masse dei mercati e della guerra

Sulla dinamica delle masse globali hanno pesato sia il complicato quadro geopolitico mondiale (soprattutto la guerra in Ucraina) sia la volatilità dei mercati finanziari, i cui effetti sono stimati dall’Ufficio Studi Assogestioni in -3%. Per quanto riguarda i fondi aperti, la raccolta trimestrale è negativa per 1,3 miliardi, per un patrimonio totale di 1.066 miliardi, pari al 48,7% del totale. Tuttavia, viene confermata la tendenza evidenziata dalle letture mensili preliminari, caratterizzata dalla resilienza dei prodotti azionari, che nel trimestre hanno attratto 1,7 miliardi di nuovi capitali, dato che porta la raccolta totale netta da gennaio per questa categoria a +17,3 miliardi di euro.

Nove mesi pesanti per obbligazionari e flessibili

Nel terzo trimestre si attenua la disaffezione degli investitori per i fondi obbligazionari, il cui comparto chiude ancora con un segno negativo (-540 milioni), ma sembra essersi arrestata la grande fuga di aprile-giugno (-9,87 miliardi). Questo colpo di freno però non cambia il pesante bilancio che la categoria scrive da inizio anno: -15,8 miliardi. Il periodo è tinto di rosso anche per i bilanciati (-1,2 miliardi), che invertono la rotta rispetto ad aprile-giugno (+1,69 miliardi), e i flessibili (-2,3 miliardi), che invece tornano nel vortice delle uscite (dopo -1,35 miliardi nel trimestre precedente). La raccolta complessiva nei primi nove mesi dell’anno è pari, rispettivamente, a +5,74 e -3,3 miliardi.

I gruppi italiani dominano nei PIR

Dalla mappa trimestrale di Assogestioni del mercato PIR emerge un patrimonio promosso complessivo di 17,9 miliardi di euro, di cui circa 16,5 miliardi relativi a 64 PIR ordinari e 1,5 miliardi riferiti a 13 PIR alternativi. La raccolta totale nel terzo trimestre è stata negativa per 315 mln euro. Dal report emerge che ad avvalersi di questo strumento sono soprattutto i gruppi italiani, che detengono il 77% del patrimonio totale, pari a circa 14 miliardi. Inoltre, la mappa include anche un aggiornamento sui fondi aperti sostenibili, che evidenzia come a fine settembre il patrimonio totale dei fondi Articolo 8 e Articolo 9 fosse pari a 415 miliardi, avendo raccolto nel trimestre 2,6 miliardi.

Si conferma il trend positivo dei fondi chiusi

Per quanto riguarda le gestioni collettive, nel terzo trimestre si conferma la tendenza positiva dei fondi chiusi che, nel periodo, hanno raccolto 1,7 miliardi, di cui 942 milioni relativi ai fondi immobiliari (615 milioni nel secondo trimestre), che portano a +1,97 miliardi il saldo da gennaio. Complessivamente il bilancio delle gestioni collettive si attesta a +431 milioni di raccolta nel terzo trimestre e con un patrimonio gestito di 1.150 miliardi. I restanti 1.040 miliardi (47,5% totale) riguardano le gestioni di portafoglio, che tra giugno e settembre hanno attratto 756 milioni, di cui 850 milioni relativi alle gestioni patrimoniali retail e 462 milioni alle gestioni di patrimonio previdenziali.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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