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I rischi che minacciano la ripresa globale

08/06/2017

Nel primo trimestre del 2017 il Pil globale è cresciuto del 2,9% anno su anno, con un contributo importante da parte della Cina, la cui economia è in accelerazione, e degli Stati Uniti, che grazie a consumi privati e investimenti più robusti del previsto hanno visto una crescita rivista al rialzo. Il quadro economico rimane stabile nell’area euro, dove il Pil della regione sta beneficiando del calo della disoccupazione e del buon andamento delle esportazioni. In Giappone, la crescita economica è sostenuta da uno yen debole accompagnato da una buona ripresa degli investimenti. Il quadro è invece incerto nel Regno Unito, dove le dinamiche economiche iniziano a risentire di un’elevata inflazione e di una crescita modesta dei salari.

I rischi per lo scenario economico globale sembrano ampiamente bilanciati, e l’outlook per il 2017 è nel complesso ancora positivo per diverse ragioni. Innanzitutto, la ripresa economica si sta gradualmente consolidando, sulla scorta di un generale aumento della domanda a livello globale e di un miglioramento del mercato del lavoro, soprattutto nei paesi sviluppati.

Inoltre, ad eccezione degli Stati Uniti le politiche monetarie nelle maggiori economie del mondo rimarranno accomodanti lungo tutto il corso del 2017 mentre al contempo i governi cercheranno di sostenere l’attività economica attraverso l'implementazione di politiche di spesa fiscale. Infine, il rialzo dei prezzi delle materie prime sta dando un po’ di sollievo alle economie emergenti maggiormente dipendenti dalla produzione ed esportazione di commodity.

Nonostante un outlook tutto sommato positivo, sul futuro incombe una certa dose di incertezza, e alcuni avvenimenti hanno il potenziale di mettere a rischio la ripresa economica appena avviata. Il primo rischio è rappresentato dal rallentamento della Cina. Nonostante siano ancora positivi, i dati economici per il mese di aprile relativi al gigante asiatico si sono rivelati molto più deboli del previsto, suggerendo che probabilmente il maggior motore della crescita mondiale stia rallentando la corsa e che l’andamento stellare dell’economia visto nel primo trimestre abbia perso di vitalità. Una brusca correzione in Cina si ripercuoterebbe drammaticamente sull’economia globale, in particolare nei mercati emergenti. Questi infatti stanno registrando  performance migliori rispetto allo scorso anno, ma un raffreddamento dei prezzi delle commodity e la permanenza di squilibri strutturali ancora ampi in molti paesi potrebbero inficiare questo trend positivo.

Dopo la Cina, il secondo maggiore rischio per l’economia globale viene dal Brasile. Nel paese sudamericano nelle ultime settimane si è riaffacciato lo spettro di una nuova crisi politica, dopo che sono state rese pubbliche le intercettazioni telefoniche dalle quali emerge il coinvolgimento del presidente Michel Temer in uno scandalo di corruzione. Nonostante le massicce manifestazioni guidate dall’opposizione e nonostante la Corte Suprema abbia dato il via libera a un’inchiesta, Temer ha giurato che non si dimetterà. Per ora, il presidente è riuscito a garantirsi il supporto di tutti i partiti della maggioranza di governo, ma il suo futuro politico è sicuramente a rischio, così come il suo programma di riforme e di conseguenza la ripresa economica del Brasile nel suo complesso.

Infine, negli Stati Uniti, a sei mesi dalle elezioni presidenziali, il tanto sbandierato programma di stimoli fiscali non si è ancora materializzato, facendo sorgere dubbi su tempi e modalità di realizzazione del piano, mentre al contempo rimane elevata l’incertezza riguardo a quali politiche commerciali verranno messe in atto dal presidente Donald Trump.

Nel complesso comunque, nonostante i rischi appena citati, gli analisti interpellati da FocusEconomics nel suo ultimo "Consensus Forecast Major Economies" prevedono che la crescita globale si attesterà al 3% nel 2017 e al 3,1% nel 2018, grazie a un generale miglioramento delle dinamiche economiche negli Stati Uniti e nelle più importanti economie emergenti.

A cura di: Paola Sacerdote

Parole chiave:

ripresa cina brasile stati Uniti
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