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Draghi ha annunciato la fine del Qe

15/06/2018

Il programma di acquisti viene pertanto prolungato da settembre –scadenza precedente- a dicembre. Il volume degli acquisti mensili passerà dai 30.000 mln fissati fino a settembre ai 15.000 mln negli ultimi tre mesi del 2018.

L’istituto guidato da Mario Draghi ha anche dato una prima indicazione sui tempi per il ritorno a una politica monetaria più restrittiva. La Bce ha precisato che i tassi d’interesse ufficiali resteranno sui livelli attuali fino all’estate del 2019 o fino a quando saranno necessari a raggiungere gli obiettivi di inflazione e stabilità dei prezzi.

Il primo rialzo del costo del denaro –che si posiziona allo 0% da marzo del 2016- potrebbe pertanto arrivare nella seconda metà dell’anno prossimo. 

La Bce ha reiterato che continuerà con il reinvestimento dei titoli in scadenza per un periodo ancora lungo una volta che saranno portati a termine gli ultimi acquisti netti di titoli di debito.Tale provvedimento è necessario per mantenere i livelli di liquidità del sistema.

Nel corso della press conference il governatore Mario Draghi ha sottolineato che le condizioni stanno consentendo di avvicinare l’eurozona al target di inflazione fissato dall’istituto (2%). L’allungamento del quantitative easing fino a dicembre 2018 -seppure con volumi nettamente inferiori rispetto al passato- rappresenta una misura ad ulteriore supporto dell’obiettivo.

Le nuove stime della Bce su crescita e inflazione sono rispettivamente le seguenti: 2,1%, 1,9% e 1,7% per la variazione del Pil negli anni 2018, 2019 e 2020; variazione dei prezzi al consumo all’1,7% nel 2018, 2019 e 2020.

Arriva l’ennesimo richiamo di Draghi ai paesi altamente indebitati. Viene chiesta l’implementazione di riforme strutturali in grado di renderli più resilienti alle crisi attraverso un miglioramento dell’occupazione e della produttività.

L’annuncio potrebbe avere un piccolo effetto sui tassi di interesse nel lungo termine, ma dovrebbe mantenerli agli attuali livelli bassi con maggiore stabilità di quanto sarebbe altrimenti successo. Comunque, è ragionevole immaginare un “effetto risveglio” sull’euro, specialmente se comparato al dollaro americano, considerando che la Fed proprio di recente ha alzato i tassi di interesse. Draghi si pone come obiettivo quello di assicurarsi che l’inflazione continui a crescere fino al target posto dalla BCE e fornisce supporto all’economia europea, che recentemente ha mostrato numeri più deboli.

Tuttavia, al di là dei toni dovish del governatore Mario Draghi, è chiaro che la Bce non farà sconti ad alcun Paese indisciplinato sul fronte fiscale. Le parole a fine maggio di Vítor Constâncio, numero due uscente dell'istituto di Francoforte, sono emblematiche: Constâncio ha ricordato allo Speigel che la strada ufficiale per ottenere il supporto dell'Europa è l'Outright Monetary Transactions (Omt), il programma di acquisto dei titoli di stato sul mercato secondario che funziona da scudo anti-spread e che è vincolato all'intervento della Troika e all'accettazione di un programma di aggiustamento dei conti pubblici. 

Un messaggio stentoreo per il futuro dell'Italia, al quale il numero due della Bce ha rivolto l'invito a rileggere le regole del gioco. Alla BCE non può e non deve essere chiesto di intervenire in soccorso di mercati in difficoltà, laddove tale "disordine" sia motivato da intenzioni e dichiarazioni politiche che siano palesemente in contrasto con le regole sottoscritte dai tutti i paesi membri dell'area Euro.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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