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Wall Street, un toro record

07/09/2018

L'enorme bull market che gli Stai Uniti hanno vissuto negli ultimi nove anni è per certi versi un unicum che rende difficile, se non praticamente impossibile, utilizzare i dati del passato per prevedere come e quando finirà. Innanzitutto va definito che cos'è un mercato rialzista: un po’ scherzosamente si potrebbe dire che è quella fase di rialzi fra  due ribassi. Intendendo con questi ultimi cali di almeno il 20% dal massimo del precedente movimento.

Su queste basi, se prendiamo un secolo di dati di azionario statunitense, un elemento salta immediatamente all'occhio: ossia la lunghezza dell'ultimo ciclo. Attualmente siamo a oltre nove anni e mezzo dal minimo registrato dal principale mercato equity del pianeta nel febbraio del 2009.

Il movimento precedente più lungo era stato negli anni ’90. In questo caso alcuni osservatori considerano un tutt'uno tale decennio di straordinaria ascesa fino al 2000, altri invece considerano il collasso registrato nel 1998 come un vero e proprio bear market: alla base ci fu la crisi di diversi emergenti che si andò a ripercuotere gravemente sul Long Term Capital Management (all'epoca il maggiore e più prestigioso hedge fund del mondo). Tecnicamente è vero, anche se quei crolli furono di durata talmente rapida da indurre appunto diversi osservatori a fare un'eccezione circa le definizioni standard.

È anche indubbio che la borsa statunitense nell'estate del 2011 sfiorò un drawdown del 20%, senza però metterlo a segno, probabilmente per una pura coincidenza. Comunque, secondo le definizioni comunemente accettate, nel corso di oltre un secolo non si è mai visto nulla di questo genere. Anche non considerando il periodo di collasso del Long Term Capital Management nell'estate del 1998, quello di oggi è il bull market più lungo della storia americana.

Ciò che però è interessante è anche un altro dato, che difficilmente rappresenta una coincidenza: le performance medie per anno dell'ultimo (quasi) decennio di rialzi. Nel periodo 2009-2018 si sono fermate a +16%, mentre nel dopoguerra solamente il bull market (fra i più brevi) di cinque anni fra il 2003 e il 2008 ha visto un andamento più lento, con performance pari al +15%. Per avere un’idea degli andamenti, basti pensare che nei 18 mesi dopo il breve crash del 1998 la performance annuale fu +35%, la più intensa del secolo precedente.

Nei sette-otto anni precedenti il crollo del Long Term Capital Management si ebbe +20%., Dall'inizio del 1900, secondo le regole correnti, possiamo contare in Usa 21 mercati toro e, a parte il 2003-2008, non si è appunto mai scesi sotto il 16% di rendimento annuo. In 21 casi su 21 la performance annuale superò il 20%. In quattro dei 12 periodi citati addirittura fu superata la soglia del 30%. In pratica quello che abbiamo visto è un trend secolare sì particolarmente lungo, ma anche particolarmente debole. Non è una coincidenza che esso sia venuto dopo un altro bull market molto blando in termini annuali.

Infatti questi ultimi due movimenti si sono accompagnati anche a due fasi bear come non si sono mai viste nel corso dell'ultimo secolo, a parte ovviamente la grande depressione. I due grandi collassi della prima decade degli anni 2000 presentano appunto un'altra peculiarità in comune con la Grande depressione. Costruiamo infatti un indicatore così fatto: da inizio secolo prendiamo ciascun periodo orso e il suo successivo e facciamo una media dei due cali e tale media la dividiamo per la distanza temporale fra i due. In pratica più sono stati ravvicinati e forti due cali più tale indice è elevato. Per quanto riguarda la coppia costituita dagli ultimi due crolli 2000-2003 e 2008-2009 essa si colloca in seconda posizione dietro i due apocalittici crash di inizio e fine degli anni 30.

In pratica il decennio attuale di grande calma ha fatto seguito a uno dei decenni di maggiore caos sull'equity made in Usa. Sarà interessante vedere che cosa tutto ciò può significare.

A cura di: Boris Secciani

Parole chiave:

Wall Street bull market bear market
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