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Tre megatrend che cambieranno il pianeta

04/12/2018

Cambiamenti climatici, disuguaglianze e cybersicurezza sono solo tre esempi dei molti megatrend che, al momento, stanno trasformando il mondo che ci circonda. Questi trend mostrano che la sostenibilità non è più un tema di investimento isolato bensì un fenomeno variegato. Il team di Robeco ha individuato tre megatrend e le possibili ripercussioni sui portafogli degli investitori.

Cambiamento climatico

L’Institute for Sustainability Leadership dell'Università di Cambridge ha cercato di misurare l’impatto teorico di tre diversi scenari per combattere il riscaldamento globale. Lo scenario più ottimista prevede il rapido passaggio da un’economia globale basata sui combustibili fossili a una decarbonizzata, il che richiederebbe enormi investimenti in nuove infrastrutture. Una simile conversione avrebbe costi elevati e produrrebbe un breve periodo di volatilità alta e di crescita lenta.

Una relazione pubblicata l’8 ottobre dal Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha ammonito che, probabilmente, il limite massimo di aumento del riscaldamento globale rispetto ai livelli pre-industriali, fissato a +1,5°C entro il 2100, verrà raggiunto già entro il 2030, lasciandoci solo 12 anni per contrastarlo.Il documento avverte anche che, per la vita sulla terra, c’è un’enorme differenza tra un aumento di 1,5 o di 2 gradi.

Purtroppo, però, lo scenario più plausibile sembra confermare le tendenze passate, con temperature che, entro il 2100, aumenteranno di 2,0-2,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. Il mondo riuscirebbe a ridurre lentamente la propria dipendenza dai combustibili fossili, ma i benefici della nuova economia low-carbon si avvertirebbero solo più avanti nel tempo.

Nel terzo scenario, infine, verrebbe data priorità alla crescita, trascurando i rischi legati ai cambiamenti climatici. All’inizio l’economia crescerebbe principalmente in funzione dei combustibili fossili ma poi, a causa del degrado ambientale, dello stress idrico e dell'aggravarsi del problema delle risorse, il mercato perderebbe gradualmente fiducia nelle performance future.

Lo studio di Cambridge ha ipotizzato l’impatto di questi scenari su quattro tipi di portafoglio: prudente (rischio basso), bilanciato, aggressivo (rischio elevato) e puramente a reddito fisso. Nei primi due scenari, sui mercati sviluppati le performance più deludenti giungerebbero dal settore immobiliare, seguito da materiali di base, edilizia e produzione industriale.

A fornire le migliori performance sarebbero invece i trasporti, l’agricoltura e i consumi retail. Naturalmente, nel lungo termine il terzo scenario penalizza soprattutto i rendimenti attesi dei portafogli più rischiosi (più esposti all'azionario), mentre quelli puramente a reddito fisso offrono risultati migliori.

Aumento delle disuguaglianze

Secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionale, se le diseguaglianze tra i paesi sono diminuite negli ultimi trent’anni, quelle interne ai singoli stati sono aumentate sensibilmente. Il fenomeno pare imputabile a sei fattori. La globalizzazione incrementa la fornitura di manodopera a basso costo attraverso l’integrazione dei mercati emergenti, con conseguente trasferimento dei lavori a bassa retribuzione delle economie avanzate. Il progresso tecnologico ha aumentato ovunque la domanda di manodopera specializzata a scapito di quella non qualificata, mentre l'emigrazione ha accresciuto la disponibilità di manodopera nelle economie avanzate. E con il tasso di sindacalizzazione in calo, il potere negoziale dei lavoratori si è fortemente ridotto, rafforzando le pressioni sui salari.

Per gli investitori, i paesi in cui le disuguaglianze aumentano sono a rischio di conflitti sociali e hanno una qualità inferiore del credito sovrano. Le disuguaglianze possono ridurre le prospettive economiche, accrescere la volatilità (e ridurre il valore) dei rendimenti e limitare il numero di investimenti interessanti.

Cybersicurezza

La maggiore digitalizzazione della società ha generato un aumento della criminalità informatica, ormai giunta a livelli allarmanti. Secondo una ricerca di Symantec, società specializzata in cybersicurezza, il numero di attacchi ransomware è cresciuto del 36% nel 2017 e una e-mail su 123 è infetta da malware. Nello stesso anno, il 6,5% di chi naviga in Internet è stato vittima di furto d’identità subendo, secondo Javelin Strategy & Research, perdite per 16 miliardi di USD. Se lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi offerti da centinaia di nuovi operatori rende difficile verificare l’effettiva dimensione del mercato globale della cybersicurezza, stimati esperti di previsioni come Gartner e Idc sostengono che il mercato attuale si aggiri intorno agli 80-90 miliardi di Usd e sia destinato a superare i 100 miliardi nel 2019. La notizia positiva è che, per i fornitori di soluzioni efficaci, esistono buone opportunità di avviare attività di successo.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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