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Borsa: puntare sui titoli value per proteggersi dalla volatilità
Per difendersi dalle turbolenze causate dai dati macro o dai tassi alti, sono da preferire i titoli value, valutando la competitività delle imprese e le loro capacità di generare flussi di cassa. Alcuni esempi possono essere Omnicom, Merck & Co., Harley Davidson, eBay e Campbell Soup.
![ombrello aperto sopra un computer ombrello rosso a protezione di un computer che riporta un grafico sullo schermo](https://img.gruppomol.it/articoli/image/investimento/1200x1200_Depositphotos_65901315_original.jpg)
Un interessante modo per proteggersi dalle turbolenze denunciate dal mercato in questa fase potrebbe essere trovato nei titoli value quotati negli Stati Uniti, perché il loro divario con il comparto growth è vicino ai massimi storici. Però, anche se il momento è propizio, avverte Rui Cardoso, gestore del portafoglio del fondo BA Beutel Goodman US Value Fund (rappresentato in Italia da Amchor IS), non si tratta di acquistare indiscriminatamente i titoli più a sconto, essendo consigliabile investire in grandi aziende quando trattano a prezzi convenienti. In pratica, sulla base di un’attenta analisi dei fondamentali e delle tendenze del mercato (e delle previsioni dei profitti), bisogna individuare quelle di qualità che offrono un buon margine di sicurezza tra il prezzo di mercato e il valore reale. In altre parole, il value investor è un investitore a lungo termine armato di pazienza e disciplina.
Opportunità nel divario tra growth e value
Oggi l’azionario Usa sembra dominato dai titoli growth, che hanno una forte crescita degli utili e delle aspettative. Tali titoli, secondo Cardoso, sono spesso concentrati nel settore tecnologico e hanno valutazioni elevate. Alcuni esempi possono essere Apple, Alphabet, Meta, Amazon, Tesla, Nvidia e Microsoft, che insieme rappresentano il 96% del rendimento dell’S&P 500 da inizio anno. Questi titoli – a livello individuale - hanno pesi nell’indice molto alti, come il 6,8% per Apple e il 6% per Microsoft. Per fare un confronto concreto, l’S&P 500 tratta a 18 volte gli utili attesi, mentre l’indice Russell 1000 Value, che raggruppa i titoli value, tratta a 13,8 volte e l’indice Russell 1000 Growth, che raggruppa i titoli growth, tratta a 24,3 volte. Questo divario potrebbe offrire un’opportunità per i value investor di trovare titoli sottovalutati in settori meno popolari o in difficoltà.
Una scelta ponderata fa la differenza
Per proteggersi dalle turbolenze del mercato causate dai dati macroeconomici o dalle decisioni delle Banche centrali, come abbiamo sperimentato negli ultimi mesi, alla rigorosa analisi bottom-up delle imprese bisogna abbinare la valutazione del loro posizionamento competitivo per capire le loro capacità di generare flussi di cassa futuri. È l’unico sistema per difendersi da troppe variabili che rischiano di condizionare l’andamento dei mercati, anche perché prevederne con successo l'esito di ciascuna è impossibile. Ecco alcuni esempi, i cui rispettivi fondamentali e le quotazioni spesso non combaciano. Mentre Nvidia e Microsoft possono risultare favorite dai più recenti sviluppi dell'intelligenza artificiale generativa, Google e Apple crescono appena e hanno valutazioni elevate. Apple, da parte sua, quota 28 volte gli utili futuri rispetto a una media storica di 18 volte.
Le opportunità
Per proteggersi dai ribassi occorre, consiglia Cardoso, infatti acquistare quando i prezzi dei titoli sono bassi: le valutazioni contenute forniscono una certa protezione. Alcuni esempi di titoli value possono essere: Omnicom, un’agenzia pubblicitaria che ha resistito alla concorrenza di Facebook e YouTube; Merck & Co., società farmaceutica che - grazie alla sua solida ricerca e sviluppo - ha superato la perdita dell’esclusività del suo farmaco oncologico Keytruda; Harley Davidson, famosa casa motociclistica che ha migliorato vendite e redditività dopo aver sofferto per le scorte eccessive e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina; eBay, piattaforma e-commerce che si è focalizzata sulla vendita di articoli usati e su nicchie specifiche come i ricambi per auto. Sono tutte aziende che hanno prezzi interessanti, solidi dati finanziari e una forte disciplina del capitale.
Da evitare utilities, immobiliari, società energetiche
Gli investitori hanno inoltre trascurato Campbell Soup, perché si sono concentrati a lungo sul rallentamento del mercato dei cibi in scatola, ignorando i suoi snack che offrono invece un notevole potenziale. Inoltre, l'azienda ha dismesso attività non strategiche e ha un bilancio solido. Prospettive interessanti anche per American Express che, a differenza dei concorrenti come Mastercard e Visa (che dipendono dalle banche), ha una rete indipendente e un modello commerciale basato sulle commissioni, offrendo un rendimento del capitale superiore al 25%. Mentre sono da evitare utilities e immobiliari a causa dei rendimenti esagerati dovuti all'alto grado di leva finanziaria. Non piacciono nemmeno le società energetiche, che stanno riducendo gli investimenti nelle riserve a causa delle restrizioni ambientali. Per quanto riguarda i rendimenti offerti dalle azioni bancarie statunitensi, questi non sono sufficientemente interessanti e, per ottenerli, è necessario assumere molti rischi a causa dell'alta competizione.
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