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Fmi: il Pil italiano quest’anno farà meglio del 2019

Dall'aggiornamento del World Economic Outlook emerge come il Pil italiano crescerà dello 0,5% nel 2020 e dello 0,7% nel 2021. Nonostante questo, la perfomance del nostro Paese sarà comunque inferiore rispetto a quella globale e dell’Unione Europea, capitanata dalla Spagna.

22/01/2020
bandiera dell'italia e dell'europa
Stime sul Pil

Il Pil dell’Italia quest’anno crescerà al ritmo dello 0,5% nel 2020 e dello 0,7% nel 2021, in leggera accelerazione rispetto al +0,2% registrato nell’intero 2019 (ma ancora in ritardo dal +0,8% consolidato nel 2018).

È quanto emerge dall'aggiornamento del World Economic Outlook che il Fondo Monetario Internazionale ha presentato in questi giorni da Davos. La nuova versione, in particolare rispetto alle proiezioni diffuse lo scorso ottobre, ha confermato le stime per l’anno in corso e rivisto in ribasso di un decimo di punto quelle relative al 2021. La perfomance del nostro Paese sarà comunque inferiore rispetto a quella globale e dell’Ue.

Dalla Spagna è attesa la migliore performance

Per l’Ue le nuove previsioni mettono in conto una crescita dell'1,3% per quest’anno (-0,1% rispetto a ottobre) e dell'1,4% per il prossimo (confermato). Tra le principali economie dell'Eurozona, è la Spagna che vanta le stime migliori con il Pil atteso all'1,6% in entrambi gli anni, mentre per la Germania – tradizionale locomotiva dell’area - gli esperti vedono un +1,1% nel 2020 (-0,1%) e +1,4% nel 2021. Ritmo di crescita stabile quello previsto anche per Francia, dell’1,3% in entrambi gli anni di riferimento, e per Regno Unito, rispettivamente +1,4% e +1,5% (valori confermati rispetto a ottobre per entrambi i Paesi).

Ripresa globale incerta, ma con segnali di stabilizzazione

La ripresa globale resterà comunque incerta - anche se si avvertono “segnali di stabilizzazione” -dice l’Fmi, che pone l’accento sul bisogno di una cooperazione multilaterale più forte e di politiche a livello nazionale per favorire una ripresa sostenuta a beneficio di tutti. Anche perché il potenziale delle principali economie è modesto e quindi “i Paesi che dispongono di spazio fiscale dovrebbero aumentare la spesa per iniziative che stimolino la crescita della produttività, tra cui ricerca, formazione e infrastrutture fisiche”. Quelli con un alto debito, invece, consolidino i conti per prepararsi alla prossima recessione e all’aumento delle spese per le pensioni dei prossimi anni.

Le incognite che pesano sul futuro

Pur in un’economia in una fase di stabilizzazione, i rischi, secondo il World Economic Outlook, restano alti e sono soprattutto legati a possibili “nuove tensioni commerciali” tra gli Stati Uniti e l’Unione europea e la Cina. Senza contare le incognite di un eventuale deterioramento del quadro geopolitico, così come l’aumento di disordini sociali “che potrebbero esporre a vulnerabilità dal punto di vista finanziario e interrompere bruscamente la crescita”. L’Fmi, rispetto a ottobre, ha rilevato alcuni elementi positivi, come l’annuncio di accordo commerciale Usa-Cina, un passaggio generalizzato verso una politica monetaria accomodante, la minore probabilità di una Brexit senza accordo.

La politica monetaria resterà accomodante

A proposito della politica monetaria, sostiene nel rapporto l’Fmi, “dovrebbe rimanere accomodante laddove l’inflazione è ancora bassa” e comunque, ha sottolineato, lo spazio a disposizione per fare leva sui tassi di interesse per combattere ulteriori cali di crescita è limitato. Per questo motivo “i Paesi con spazi di manovra dal punto di vista delle finanze pubbliche dovrebbero investire in capitale umano e infrastrutture rispettose del clima per aumentare la produzione potenziale”.

Il freno dell’India e dei mercati emergenti

Per quanto riguarda l'economia globale, questa dovrebbe accelerare dal 2,9% previsto come dato finale per il 2019 al 3,3% nel 2020 e al 3,4% nel 2021. Le nuove stime, ha spiegato l’Fmi, sono inferiori (rispetto a quelle di ottobre) di un decimo di punto per quest’anno e di due decimi per il prossimo (a causa dell’andamento negativo di alcuni Paesi emergenti).

In particolare, l’indice è stato puntato sulla performance dell’India, dove la crescita ha subito un forte rallentamento a causa dello stress nel settore finanziario non bancario e della debole crescita del reddito rurale. E, comunque, le stime per il 2020 rimangono incerte, perché scommettono sui risultati di economie stressate come Argentina, Iran e Turchia e quelle che registrano un ritmo inferiore rispetto al loro potenziale (come Brasile, Messico e, appunto, India).

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

fmi pil crescita globale italia
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