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Borsa: cosa mettere nel portafoglio quando l’economia frena

La stagflazione fa paura all’economia e anche agli investitori, che in questi casi dovrebbero cercare rifugio nei titoli difensivi. Bisogna però fare attenzione ai bond: se i loro rendimenti dovessero continuare a scendere tornerebbero in auge i titoli growth e gli stili più ciclici.

23/06/2022
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Situazione degli investimenti con rallentamento dell'economia e inflazione

Il fantasma della stagflazione (inflazione in salita e crescita economica in rallentamento) si agita sempre di più all’orizzonte, vuoi per la politica zero-Covid adottata dalla Cina (che ha di nuovo messo alle strette i canali di approvvigionamento delle imprese occidentali), vuoi il conflitto in Ucraina (i cui sviluppi generano ben più di un’incertezza). Un quadro che ha indotto le Banche centrali a adottare mosse sempre più drastiche per raffreddare le tensioni. Tuttavia, con la stretta del credito che ha riguardato tutte le principali economie sviluppate, sul mercato è cresciuto il timore per gli aumentati rischi di una recessione in arrivo. Gli investitori, infatti, hanno iniziato a chiedersi quale stile azionario sia più adatto a interpretare un contesto caratterizzato da rallentamento o, addirittura, da una recessione.

La strana solida performance dei titoli value

La storia rivela che, in questi casi, gli stili azionari più difensivi tendono a performare meglio. Tuttavia, osserva Tina Fong, strategist di Schroders, a differenza del passato, questa volta la performance dei value è stata insolitamente solida. In media, gli stili vincenti sono stati le strategie high dividend yield e quelle a volatilità minima: gli investitori, in pratica, hanno cercato riparo nei titoli in grado di resistere meglio alle sfide poste da una crescita debole e dall’inflazione. Per contro, le small cap si sono rivelate le più deboli durante una frenata dell’economia, dato che hanno un minor potere di determinazione dei prezzi delle large cap e risentono di più della compressione dei margini. I value invece hanno tendenzialmente segnato una resa di poco migliore dei growth, ma i profili di rendimento dei due stili alla fine non sono stati molto diversi durante le fasi di rallentamento.

La corsa record dei titoli growth

Quest’anno, secondo Fong, gli stili high dividend yield e a volatilità minima hanno registrato forti guadagni, in linea col passato. Tuttavia, questa volta la divergenza tra la performance dei titoli growth e value è stata netta: nel 2022, l’extra-rendimento generato dai value rispetto a quelli growth è stato il terzo più alto dalla metà degli anni ’70. Questa divergenza, spiega, è stata determinata da due fattori. In primo luogo, i rendimenti stellari dei titoli energetici hanno contribuito, in quanto tendono a essere classificati nel segmento value. In secondo luogo, a differenza del passato, questa volta i rendimenti dei Treasury sono saliti, colpendo i settori growth del mercato, come quello tecnologico, che sono più sensibili all’aumento dei costi di finanziamento. Ciò è dovuto al fatto che queste imprese generano gran parte dei loro utili in futuro, per cui i flussi di cassa futuri vengono scontati a un tasso più elevato. In altre parole, lo stile growth è stato il più negativamente correlato ai rendimenti obbligazionari reali statunitensi negli ultimi 5 anni, mentre il value è stato tra i meglio correlati.

Riparo negli stili azionari difensivi se arriva una recessione

Sebbene i titoli di qualità abbiano continuato a registrare buoni risultati durante queste fasi, si nota un’inversione di tendenza della leadership a favore dell’azionario più ciclico. I titoli growth, secondo Fong, hanno in genere ripreso vigore durante le recessioni: ciò è dovuto al fatto che il valore di queste società è favorito dal calo dei tassi e dei rendimenti obbligazionari in seguito alla risposta delle Banche centrali al crollo della crescita. Nel frattempo, le small cap hanno performato meglio delle grandi società, poiché gli investitori iniziano a scontare la ripresa della loro redditività. Rispetto alle large cap, inoltre, è più probabile che queste beneficino di una politica monetaria più accomodante. In sintesi, conclude la strategist di Schroders, la storia dimostra che gli investitori dovrebbero cercare riparo negli stili azionari più difensivi. Sebbene sia probabile che ciò si ripeta, questa volta la differenza è che i titoli value potrebbero continuare a sovraperformare quelli growth se i rendimenti obbligazionari continueranno a salire. Se a un certo punto il mondo dovesse davvero entrare in recessione e i rendimenti obbligazionari dovessero iniziare a scendere, l’esperta stima che i titoli growth e gli stili più ciclici potrebbero ricominciare a generare buoni risultati.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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