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Cina: prospettive rosee per l’azionario

L’anno del Coniglio presenta interessanti occasioni agli investitori azionari che guardano al mercato cinese: il Paese ha una bassa inflazione, politica fiscale e monetaria accomodante e le quotazioni, dopo il difficile 2022, sono piuttosto convenienti. La ripartenza dell’economia sarà rapida.

07/02/2023
drago cinese
Rapporto sulle potenzialità dell'azionario cinese nel 2023

Lo zodiaco è un aspetto non secondario nella cultura cinese e, per alcuni, anche per i mercati finanziari. Dall’Anno della Tigre del 2022, che si è rivelato particolarmente ‘feroce’ per i portafogli di molti investitori, siamo passati all’Anno del Coniglio d’Acqua che, secondo gli iniziati, simboleggia prosperità e longevità. Secondo Wenli Zheng, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - China Evolution Equity di T. Rowe Price, come il coniglio, anche le azioni cinesi torneranno a correre quest’anno grazie a una combinazione di tutta una serie di fattori decisamente a favore.

L’economia attraversa una fase unica

L’input è stato dato dal Congresso del Partito di ottobre, segnato dalla svolta nella politica anti-Covid e dal lancio di 16 misure a sostegno del settore immobiliare. Pechino ha inoltre pianificato un’agenda fitta di incontri con i leader stranieri per affrontare e stabilizzare il quadro geopolitico. Il secondo aspetto positivo è nel fatto che la sua economia si trova in una fase unica: per questo la Cina è monitorata dagli investitori che stanno valutando dove allocare il capitale, non da ultimo per la bassa inflazione, in netto contrasto con tutte le altre principali economie.

Politica monetaria e fiscale più accomodante

Mentre il mondo occidentale è alle prese con una diffusa stretta del credito, la Cina si sta muovendo nel senso opposto, attuando politiche monetarie e fiscali accomodanti per sostenere la crescita. Le sfide economiche che affronta oggi il Paese non sono il risultato di un’inflazione dilagante, ma di una politica di ‘zero-covid’ associata a un rallentamento immobiliare autoindotto. In entrambe queste aree Zheng vede un miglioramento, ritenendo che l’impennata di casi data dalla riapertura della Cina comporterà solo una sofferenza a breve termine per l’economia.

La ripresa si preannuncia veloce

È tuttavia credibile che il ritmo della ripresa possa essere più veloce di quanto il mercato si aspetti: dopo il Capodanno cinese, le attività potrebbero tornare in gran parte alla normalità. La riapertura del mercato darà probabilmente un forte impulso ai consumi interni e agli investimenti privati, mentre le prospettive stabili dell’inflazione offrono un contesto favorevole alla liquidità. Buone notizie anche dal fronte del credito, che si è invertito all’inizio del 2022. Finora la politica monetaria più accomodante non si è trasmessa all’economia reale a causa dei prolungati lockdown e ai problemi nell’immobiliare. È diventato ora più probabile che il moltiplicatore del credito si rafforzi poiché si prevede che questi problemi miglioreranno nel 2023.

Il livello delle quotazioni è conveniente

Forse l’aspetto più interessante dell’azionario è il livello delle sue valutazioni. Con la percentuale di azionario cinese detenuto dagli investitori istituzionali ai minimi da oltre cinque anni e le valutazioni corrette per il ciclo molto inferiori alla media, Zheng ritiene infatti che il rapporto rischio/rendimento sia oggi favorevole. Nel 2022 gli utili societari cinesi hanno subito una contrazione a causa della pandemia e del declino immobiliare. Tuttavia, il consenso prevede un’accelerazione della crescita dei profitti per azione cinesi nel 2023 al 10% dal 2% del 2022. Il gestore ritiene che la Cina si trovi in un ciclo economico unico e prevede una forte accelerazione degli utili societari nel 2023.

L’economia reale è robusta

Anche l’aspetto dell’economia reale riveste una fondamentale importanza: la Cina, osserva l’esperto di T. Rowe Price - nonostante i timori di decoupling - rimane una parte essenziale della catena di approvvigionamento globale. Al punto che nel 2022 gli investimenti diretti esteri in Cina sono aumentati del 20% annuo circa. Nel 2021 gli investimenti produttivi cinesi hanno coperto oltre il 60% del totale globale e la produzione manifatturiera il 30% del totale globale, quote da record in entrambi i casi. Se da una parte il Paese ha perso quote nei settori ad alta intensità di manodopera (come l’abbigliamento, i mobili e l’assemblaggio nell’elettronica), d’altra sta rapidamente guadagnando quote in settori ad alta intensità tecnologica (come ricambi auto, componenti elettronici e altre attrezzature come quelle legate alle batterie EV, alle smart grid e al fracking).

Dove si nascondono le maggiori potenzialità?

Il gestore ritiene che, per gli investitori che guardano alla Cina, sia importante che rimangano agili e veloci. Tra i temi che segue con attenzione c’è la ricerca delle migliori opportunità di crescita che usciranno rafforzate dalla crisi economica, in aree come il recruitment online, gli operatori di centri commerciali e le catene alberghiere. Inoltre, trova ampie opportunità nelle aziende con driver idiosincratici che stanno ottenendo buoni risultati nonostante la debolezza del contesto macro, come i ricambi per auto e le società industriali legate alla transizione energetica, alla cantieristica navale e ai servizi per il settore petrolifero. Nel 2023, con una migliore visibilità sulle prospettive del mercato immobiliare e sull’andamento del Covid, Zheng si aspetta anche un’accelerazione verso la seconda metà dell’anno di diversi settori legati al mercato domestico, tra cui beni di consumo discrezionali, servizi alle imprese e pubblicità.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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